DOVE VAI SE IL PIANO B NON CE L’HAI?

Penso che tutti conoscano lo sport del pugilato, noto anche come boxe o noble art. Tale sport si pratica all’interno del cosiddetto ring che, a dispetto del nome che in inglese vuol dire “anello”, in realtà è un quadrato delimitato da delle corde. I pugilatori si affrontano all’interno di questo perimetro dandosele di santa ragione e vince chi riesce a colpire di più l’avversario o a mandarlo, come si suol dire, “al tappeto” o KO.

Durante il combattimento capita quasi sempre che uno dei due contendenti si ritrovi “messo alle corde” o “all’angolo”. Ovvero spinto dall’avversario verso il perimetro del ring e di conseguenza messo in forte difficoltà, poiché impossibilitato a muoversi all’indietro o di lato e quindi esposto ai colpi sferrati dall’altro boxeur.

In questa drammatica situazione il pugile messo alle corde ovviamente deve raddoppiare le proprie forze per uscire dall’impasse. E una volta che riesca ad uscire dall’angolo egli dovrà fare di tutto per spingere a sua volta l’avversario contro il perimetro del ring, per poterlo finalmente annichilire.

Queste dinamiche mi sembrano perfettamente aderenti a ciò che accadde nel 1941 durante la Seconda Guerra Mondiale. Nell’Estate di quell’anno le truppe tedesche sferrarono un potente attacco nei confronti dell’URRS con lo scopo di annettere quei territori al tanto vagheggiato Terzo Reich. All’inizio dell’operazione militare (nome in codice “Operazione Barbarossa”) i soldati della Wermacht incontrarono una resistenza da parte sovietica pressoché nulla. E anzi penetrati in territorio ucraino incontrarono dei formidabili alleati e collaboratori nella popolazione locale che anelava a staccarsi dal giogo sovietico. Bisogna poi aggiungere che la tattica utilizzata dall’esercito germanico era la famosa “guerra lampo” (blitzkrieg) ovvero un sapiente uso di aeronautica, mezzi corazzati, telecomunicazioni e fanteria che permettevano alle truppe naziste di sferrare attacchi rapidi, devastanti e che impedivano agli avversari di riorganizzarsi per una controffensiva.

Ma come accadde a Napoleone Bonaparte nel secolo precedente anche Adolf Hitler fu costretto a confrontarsi con l’immenso territorio che si trovò davanti, con il suo clima e con il profondo spirito di sacrificio della popolazione sovietica. Infatti l’URRS, pagando un tributo di sangue abnorme, trovò le forze per fronteggiare le armate naziste e, come nella metafora del pugilato, riuscì non solo a respingere i tedeschi ma penetrò addirittura in Germania, sconfiggendola e ponendo fine al nazismo e al secondo conflitto mondiale.

Purtroppo, come affermava Gian Battista Vico, esistono i corsi e ricorsi storici. Ovvero quella dinamica per cui l’Umanità attraversa la Storia alternando periodi di splendore e di saggezza con altrettanti periodi di abbruttimento e corruzione. E quindi, in sintesi, l’Uomo non riesce a trarre alcun insegnamento dagli errori del passato. L’abbiamo visto prima con Napoleone e Hitler. Ma evidentemente ogni secolo porta con sé l’idea che la Russia si debba conquistare e distruggere. E anche il 21° secolo non si è discostato da questo cliché. È sotto gli occhi di tutti. Solo chi è sprovveduto o in malafede può realmente pensare che il conflitto in Ucraina sia iniziato il 24 Febbraio del 2022 e che Vladimir Putin sia un pazzo guerrafondaio.

Molto semplicemente il presidente della Federazione Russa, come un pugile messo all’angolo, è stato costretto a reagire con decisione a tutto ciò che minaccia il proprio Paese. E se qualcuno pensa che Putin sia un povero demente affetto da maníe di persecuzione, invito tutte le persone con un minimo di onestà intellettuale a prendere una cartina geografica e a confrontare dove sono dislocate le basi NATO nel mondo e dove sono quelle russe. Molte volte il colpo d’occhio vale più di mille parole… 

Quindi vediamo di come l’avvio dell’Operazione Militare Speciale voluta dalla Russia l’anno passato sia stata una decisione ineludibile. 

Ma la cosa più interessante del conflitto in questione è che il mondo occidentale a trazione angloamericana si trova per la prima volta, dopo un secolo, in forte difficoltà. 

Ovviamente questa difficoltà è impossibile percepirla se ci si limita ad abbeverarsi alle fonti dei media mainstream. Infatti secondo questi ultimi la Russia sarebbe una nazione allo sbando, piegata economicamente dalle sanzioni e con le forze armate composte da soldati inesperti, ribelli, malvestiti e male armati.

I fatti dimostrano esattamente il contrario. E anzi prima o poi la verità dei fatti si rivelerà prepotentemente al mondo come uno tsunami devastante. Rivelando a tutti gli uomini che l’Occidente voluto e plasmato dagli USA non è affatto quel paradiso terrestre, democratico e inclusivo, che ci hanno sempre voluto far credere. E soprattutto Washington & Co. non sono più i sedicenti e tanto celebrati “gendarmi del mondo” (sic!) ma ne sono gli aguzzini.

E per paradosso l’eccessiva convinzione di sé si è rivelata in questi ultimi tempi come il vero tallone di Achille per gli Stati Uniti. Avete mai sentito di un subacqueo professionista che muore durante la sua milionesima immersione? Inevitabilmente tutti gli amici e conoscenti rimarranno esterrefatti chiedendosi:”Come è potuto accadere? Era così esperto…”. Strano a dirsi ma l’esperienza porta spesso a sopravvalutare le proprie capacità e di conseguenza a sottostimare gli eventuali pericoli.

Ugualmente alla fine del secondo conflitto mondiale gli USA, sedutisi al tavolo dei paesi vincitori, hanno maturato un ingiustificato delirio di onnipotenza che li ha fatti convincere di avere il Mondo intero sotto la loro personale giurisdizione. Il loro modello di Stato e il loro stile di vita sarebbero talmente belli e talmente perfetti che meritano di essere esportati ai quattro angoli della Terra. Anche utilizzando la forza.

Come per le basi NATO sopracitate inviterei tutti a munirsi di un comune libro di Storia e verificare quante guerre o conflitti sono stati innescati dagli americani dal 1945 a oggi. A parte la sconfitta in Vietnam gli Stati Uniti hanno passato gran parte del loro tempo a piegare e annichilire popoli e nazioni restie ad aderire supinamente alla cosiddetta “american way of life”. E si può dire che nel corso del tempo essi abbiano perfezionato e “brevettato” il proprio modus operandi. Che si può sintetizzare in 4 fasi, non necessariamente nello stesso ordine.

Quando lo Zio Sam vuole fare fuori un capo di stato estero poco malleabile si inscenano in quel Paese delle elezioni “democratiche” ma eterodirette dagli Stati Uniti tramite brogli elettorali. Se questa opzione non dovesse ottenere i risultati sperati si organizzeranno delle immense e violente manifestazioni di piazza dove, guarda caso, tutti i manifestanti saranno tutti filo atlantisti, europeisti e pro NATO, ça vas sans dire

Se anche questa seconda opzione non dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati si procederà a subissare il Paese in questione di pesanti sanzioni economiche.  Ma se clamorosamente anche le sanzioni economiche si dovessero rivelare un flop gli USA si sentiranno in dovere di “esportare” la (loro) democrazia per via bellica. Il che vuol dire bombardare indiscriminatamente obiettivi militari e civili per poi far completare l’opera alle truppe di terra. Ed il fatto che le forze armate russe  conducano una guerra “chirurgica”, quindi meno devastante rispetto agli standard yankee, ha contribuito a far credere al mondo occidentale che la Federazione Russa si trovi in difficoltà sul campo di battaglia. In realtà, come detto prima, è vero l’esatto contrario. Basti pensare al fatto che gli Stati Uniti, da quasi un secolo, hanno posato i loro stivali sulle nazioni di mezzo mondo ma, clamorosamente, proprio nel conflitto tra Russia e Ucraina preferiscono guerreggiare “per procura”, fornendo armi, soldi, consulenze, incoraggiamenti ma fondamentalmente stando affacciati alla finestra. E questo temporeggiare, questo atteggiamento da “Armiamoci e partite!” può indicare solo una cosa: che Washington, la NATO e le élite che li sostengono si sono infilati in un vero e proprio cul de sac. Infatti tutti gli stratagemmi utilizzati per fiaccare la Russia si sono rivelati inutili se non controproducenti. La mole di soldi e di armi inviate all’Ucraina da più di un anno non ha rallentato neanche di mezzo metro la lenta ma inesorabile avanzata russa. Inoltre la Federazione Russa è una potenza nucleare in grado di portare la guerra proprio dentro i confini degli Stati Uniti. Quindi in definitiva Washington e Mosca sono come due uomini che si tengono vicendevolmente per gli zebedei. Se stringe uno stringerà anche l’altro.

E quindi, come giustamente ha fatto notare Sergio Romano, l’America e la NATO sono entrate in questo conflitto senza avere un piano B. Come detto prima l’eccessiva sicurezza di sé e l’ego ipertrofico dello Zio Sam gli hanno impedito di contemplare l’ipotesi che i suoi progetti potessero fallire. Che le sue strategie efficaci e rodate nel tempo si potessero schiantare miseramente.

Sarebbe come entrare in una toilet senza prima essersi accertati che ci sia la carta igienica. E dopo aver espletato i bisogni fisiologici rendersi conto che la carta igienica non c’è. In quel caso bisognerà improvvisare. Ebbene mi sembra sia sotto gli occhi di tutti che attualmente lo Zio Sam stia improvvisando.

Alessio Paolo Morrone 

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