CHE BELLI, I VALORI “OCCIDENTALI E DEMOCRATICI”PER CUI MANDIAMO ARMI IN UCRAINA: ASPIRANTI MAGISTRATI IN CONCORSI TRUCCATI, TUTORI DELL’ORDINE PICCHIATORI….MA VA TUTTO BENE, MADAMA LA MARCHESA…!

Vi è un filo, anche poco sottile e alquanto evidente, tra un certo concorso pubblico e un certo pestaggio nelle Puglie. E questo consiste nel fatto che le famose “istituzioni” (termine generico con cui negli ultimi anni si indica praticamente il Potere) esigono rispetto anzi fiducia (cose tutto sommato normali in qualunque regime, termine quest’ultimo aborrito perché “autoritario” e denotante idee forti alla base), ma poi, in buona sostanza, disprezzano il cittadino e lo ritengono né più né meno che un mero suddito, nei casi più bonari da far fesso e in quelli più truci un signor nessuno cui impartire una bella lezione.

Assai strano, specie di questi tempi in cui si fa un gran parlare di “difesa dei valori occidentali e liberali” contro le dittature e le autocrazie. Bruno Vespa va a intervistare Zelensky, e non sa o fa finta di non sapere come si reclutano i colleghi di sua moglie (probabilmente ormai “ a riposo”, come si dice pomposamente per certe categorie pubbliche per le quali parlare di pensionamento forse appare volgare).

E ci si commuove per le vittime dei presunti eccidi russi di civili in Ucraina, però se degli “agenti di polizia locale” rischiano di ammazzare un poveraccio che per alcuni minuti (e per lavoro) sosta in divieto, ci si affanna a giustificarli, sostanzialmente (“bisogna fornire i propri documenti se richiesto”, o persino “sono interventi da chiudere subito, altrimenti arrivano curiosi che possono protestare”).

Ebbene, si sappia che è gravissimo che l’aspirante a un posto da magistrato sia stato beccato a mandare un messaggio a un componente della commissione di esame solo perché il distrattone, erroneamente, lo ha inviato ad altro commissario (ma cavolo, allora aveva i numeri di telefono di tutta la commissione?!). Che tipo di giustizia volete che un soggetto simile eserciti, se riuscirà a posare le fortunate terga su una poltrona di palazzo di giustizia? Ma per favore! E’ proprio vero che quando non si crede più a Dio, si è disposti a credere a tutto…

E si sappia che, salvo patente di guida e documenti di circolazione di veicolo a motore, nessuno è obbligato a fornire documenti di identità a chicchessia per il semplice fatto di andarsene in giro. Diverso è il diniego di fornire le proprie generalità: è chiaro che un tutore dell’ordine deve almeno sapere con chi avere a che fare; suo, poi, l’onere di verificare la fondatezza della identità dichiarata. Ma è sconvolgente la violenza cieca e sostanzialmente immotivata documentata da quel video in cui si vede il povero corriere trascinato fuori dall’abitacolo del proprio furgone. Robocop contro “omino dei pacchi”: un confronto impari, agevolato oltretutto dalla tenuta marziale, da Alberto Sordi ne “ Il vigile” versione 2.0,  di quelli che una volta “vigili urbani” avevano un casco di sughero o caucciù all’inglese e si accontentavano, rigorosamente disarmati, di qualche multa a volte acrobaticamente irrogata ( vedi Ugo Tognazzi ne “ I mostri”).

Ma va bene così, madama la marchesa…il messaggio telefonico era uno scherzo, i vigili con cime di rapa all’arrabbiata forse erano nervosi perché la vita di oggi è un casino o per un coniuge infedele….vuoi vedere che sia l’ uno che l’altro episodio saranno considerati “fatti non costituenti notizia di reato”?

A. Martino

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