I TORINESI CRISTINA SEYMANDI E MASSIMO SEGRE “VIP PER CASO” DELL’ESTATE 2023 TRA COMMEDIA ALL’ITALIANA E LA INCONSISTENZA DELLA CULTURA DOMINANTE

Pur con un certo ritardo, la storiella estiva “virale”, che un tempo avrebbe solo catturato l’attenzione dei giornali e ora deve innanzitutto spopolare in Rete con tanto di filmato, è venuta fuori.

Ci sono “due membri della Torino bene” che nell’ambito di una bella festa, si prevedeva, avrebbero dovuto annunciare il loro matrimonio. Invece lui ha clamorosamente letto una dichiarazione in cui, ritenendosi tradito da lei, ha disdetto il lieto evento a causa delle infedeltà di costei. Ha proclamato di farle un regalo restituendole “la libertà”. Davvero un colpo di scena verdoniano o sordiano, comunque da commedia all’italiana. D’altronde, quello che una volta, quando ancora quasi tutti si sposavano religiosamente, era il tremendo “abbandono all’altare”, rappresentava un fatto molto raro ma non impossibile: il ritardo della sposa o dello sposo ha sempre impensierito.

I due sono Cristina Seymandi (commercialista) e Massimo Segre (banchiere e uomo d’affari). Sentimenti a parte, che ormai lasciano il tempo che trovarono, tra i due vi sono rapporti lavorativi, e questo spiega la conclusione particolarmente velenosa del Segre: “ Ora puoi andare a Mykonos con il tuo avvocato, è tutto pagato. Quando torni, però, spero che la nostra collaborazione professionale prosegua”.    

Massimo Segre e Cristina Seymandi, anche se membri della Torino degli “scudi” da contare, e che conta in senso ampio, fuori dall’ombra della Mole, fino a pochissimi giorni fa non erano certo dei personaggi da rotocalco: improvvisamente, si trovano catapultati nel tipo di notorietà, se non mondiale, di certo nazionale a livello della coppia Totti-Blasi. I cognomi mi fanno pensare alla comunità ebraica piemontese, e mi ricordano la senatrice testimone delle persecuzioni naziste come un protagonista delle produzioni televisive degli anni Ottanta: tutto qui.

 Scherzi di Internet e dei suoi algoritmi, che a volte decretano successi e popolarità persino imbarazzanti nella loro misura drogata: probabilmente il sessantottenne finanziere voleva semplicemente vendicarsi delle corna a suo dire subite, coinvolgendo una cerchia di amicizie e conoscenti oltre i presenti alla serata. Il tutto è inopinabilmente e disastrosamente esondato, fino a impegnare articoli di opinione sui giornaloni.

L’effetto boomerang è invece trovarsi “mostro di sessismo” per caso, con la ex fidanzata quarantasettenne o piuttosto ex compagna minacciante azioni legali. Non la vedo bene per lui, lo spirito dei tempi gli rema contro. In effetti, però, ha esagerato nel predisporre la trappola. I fiori tipo bouquet da sposa, ad esempio, poteva evitarli. Possibile che da parte di una persona abituata a maneggiare un milione di euro, come il sottoscritto due o tre banconote da cento, ci sia tanta ignoranza del detto popolare “ i panni sporchi si lavano in casa”? Possibile sì, come che la santa globalista Sinead O’ Connor, martire di “sfortuna” mai abbia sentito “scherza con i fanti ma lascia stare i santi” prima di stracciare con disprezzo la foto di san Giovanni Paolo II; e d’altronde, probabilmente in inglese o gaelico l’equivalente non esiste (dovrebbe esistere però l’idem sentire popolare).

Divagazione sullo showbiz a parte, il problema è tutto qui: sarebbero queste le nostre elites tanto politicamente corrette, così distanti dagli orrendi “populisti e sovranisti”, nonché tanto moderne e cittadine del mondo oltre che sanamente “fluide” e aperte? Basta un sbalzo del calore del sangue nelle vene, ed ecco che si fanno cose da ventenni immaturi e con alle spalle “famiglie disfunzionali”. Si viene violentemente ripresi dal mondo reale e naturale, così disprezzato e sbeffeggiato.

Dopo il “revenge porn”, quello che definirei il “revenge party”. Comunque sia, meglio questo come valvola di sfogo bizzarramente e malignamente signorile, che le bestialità di “femminicidi” e di omicidio-suicidio cui siamo sciaguratamente ormai avvezzi. Anche se, per organizzare simili feste, ci vuole qualche migliaio di euro alla portata, specie oggi, decisamente non alla portata di tutti; dubito di un effetto-emulazione.

A. Martino

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