DICONO CHE QUESTO E’ IL FERRAGOSTO DELLA RIPRESA, MA L’ITALIANO COMUNE, SENZA UNA SUA MONETA, PUO’ SOLO FARE UNA TAVOLATA SULLA SPIAGGIA DI COCCIA DI MORTO.

Si preannuncia un Ferragosto (ex giorno dell’ Assunta) più da Coccia di morto (l’ultrapopolare lido laziale immortalato dalla breve serie cinematografica interpretata dai bravi Paola Cortellesi e Antonio Albanese) che da scenari vanziniani (Rimini, Costa azzurra se non addirittura i Caraibi).

Certo, il “tradito” d’Italia Massimo Segre (ancor prima di essere marito, anzi ufficialmente fidanzato), è volato alla Maldive con relativa grana giudiziario-fiscale stranamente esplosa proprio nel momento del suo involontario, come già spiegai, boom mediatico-digitale. Ma in casi come questo, in un certo senso, noblesse oblige.

Neanche la premier Giorgia Meloni scherza pur non strafacendo (non è mica la buonanima di Berlusconi) con il suo soggiorno blindatissimo con famiglia nel resort pugliese di Borgo Egnazia  (sei suites quattro stelle). Prevista una puntatina in Grecia dall’amico e collega, compagno di cordata dell’eurodestra.

Per la massa degli italiani, invece, complice il caro lettini e ombrellone su lido privato (canto del cigno prima dell’apocalisse Bolkenstein della serie “lo vuole l’Europa”?), il pranzo (altro che ristorante) sarà portato da casa in uno straordinario spiegamento di mezzi e cibarie quali borse termiche con ghiaccio sintetico, piatti e posate di plastica, bottiglie di Coca Cola da due litri che si risparmia di più, panzerotti, arancini, lasagne e così via.

I sessanta euro del conto monstre ai due turisti romani a Porto Cervo per due miseri espresso e due bottigliette di acqua più o meno minerale, coppia magari danarosa perché altrimenti non ci sarebbero andati ma certo esterrefatti, sono un caso limite ma che forse, come altri analoghi da anni, molto probabilmente solo l’introduzione dell’euro può giustificare.

D’altronde, anche in montagna non si scherza (Cortina d’Ampezzo o Courmayeur inavvicinabili per noi comuni mortali) e in Versilia dodici euro per un cono gelato, sia pure magnum, fanno la loro porca figura. Eppure, dicono che c’ è la ripresa. Riguardo il lento ma inesorabile logoramento del potere di acquisto dell’euro, invece, non avrei dubbi. Ma non avevano assicurato che, oltre a farci guadagnare di più e lavorare meno (Prodi dixit), il clone del marco tedesco sarebbe servito proprio ad evitare ciò?

A. Martino

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