ELON MUSK E MARK ZUCKERBERG STANNO TESTANDO L’OPINIONE PUBBLICA PER LANCIARE I “NEW GLADIATORS”? DALLA FANTASIE CINEMATOGRAFICHE A POSSIBILI REALTA’: LUCI E OMBRE.

MMA è acronimo inglese che sta per mixed martial arts, ovvero “arti marziali miste”.

E’ essa la disciplina a un cui incontro Elon Musk, patron di X (un tempo Twitter) e di Tesla, ha sfidato, non tanto linearmente come vedremo dal punto di vista dello sfidato, il suo principale rivale nella galassia digitale e social che è Mark Zuckerberg, altro appassionato della disciplina nonché soprattutto padrone di casa di questo social e dell’universo Meta. Il luogo (o location, come con antipatico anglicismo ora dicono), dovrebbe essere “epico”, con attinenza alla romanità e svolgersi in Italia.

Diversi mesi fa se ne parlò già indiscrezionalmente, con riferimento al Colosseo: francamente, allora credetti che fosse una bufala, anzi proprio uno scherzo dei tanti che sulla Rete riguardano i vip, anzi super vip come nel caso di questi uomini tra i più ricchi del Globo. Evidentemente, non era così, anche se ora il Colosseo è ufficialmente scartato (ma perché, il solito Vincerò di Andrea Bocelli sì e due “optimates” che se le danno di santa ragione no, tanto per rimanere in coerenza linguistica?).

Il governo italiano (poco tempo fa Giorgia Meloni ebbe un cordiale incontro con Musk), tramite il ministro Sangiuliano, si è affrettato a dichiararsi disponibile e interessato ai limiti dell’entusiasmo. Si sono parimenti affrettati a candidarsi luoghi indubbiamente congrui come Pompei, e altri come Firenze tramite il sindaco Nardella, anche se Piazza della Signoria con la romanità non c’ entra proprio nulla.

Posta in palio: uno sponsor per la candidatura all’ Expo 2030 dell’Italia (roba non da poco), e svariati milioni (di dollari o euro, tanto siamo lì) sia per i veterani americani che per nostre strutture pediatriche. E loro due, che ci guadagnerebbero? Non mi è molto chiaro a parte una colossale pubblicità per i loro marchi, poco fruttuosa però, dato che essendo più o meno diretti concorrenti, gli effetti, algebricamente, si annullerebbero nella reciprocità. Per quanto possa saperne, apparentemente, il tutto si ridurrebbe a un narcisismo di lusso (in fondo sano, e in dimensioni tali per chi possa permetterselo).

Sdegno da parte di molti intellettuali: “pagliacciata”, “arroganza di super ricchi annoiati” e via dicendo.

Credo però che l’incontro difficilmente si farà: leggiamo cosa ha scritto Mark Zuckerberg.

Ho offerto un vero appuntamento. Dana White (il proprietario dell’Ufc, la maggiore lega di Mma del mondo ndr) si è offerto di realizzare una competizione vera, per beneficenza. Elon non conferma una data, poi dice che ha bisogno di un intervento chirurgico e ora chiede invece di fare un ’round di pratica’ nel mio cortile – scrive -. Se Elon volesse valutare sul serio una data reale e un evento ufficiale, sa come contattarmi. Altrimenti, è il momento di andare avanti. Mi concentro sulla competizione con persone che prendono sul serio lo sport.

Insomma, scarsa concretezza organizzativa a parte, proprio ora Elon Musk ha qualche problema ortopedico, e non dimentichiamo le differenze tra i due fisici e di età (classe 1984 Mark, 1971 Elon).

Se alla fine e nonostante tutto, l’evento dovesse concretizzarsi, secondo me avrebbe due elementi positivi: 1) dimostrare che “spettacolo” non è semplicemente, per come si è configurato in Italia  l’intrattenimento di massa televisivo, solo musica, canzoni e canzonette, o al massimo partite di calcio e sport dei grandi eventi; 2) rivitalizzare a livello planetario l’immortale lascito della romanità e della latinità (Musk ha usato una citazione in puro latino), in un momento in cui la cancel culture vorrebbe espungerle dagli ordinamenti di istruzione e studi per folle “scorrettezza politica” (le solite storie sugli schiavi, le guerre, le donne, i diritti etc.).

Comprendo benissimo la ripulsa sanamente populista per tutto ciò che venga dai vertici assoluti della globalizzazione turbocapitalistica, però ci si potrebbe turare il naso.

La disfida gladiatoria o comunque la pubblica competizione fra ottimati (o membri della sedicente elite. si direbbe piuttosto oggi) sarebbe, per i motivi sopra accennati, nulla di nuovo tra le, a volte, bimillenarie mura del nostro Paese: vi si accingevano persino imperatori come Nerone o Commodo (che certo non goderono di buona stampa nei secoli); costoro si esponevano a figuracce o a divertite adulazioni dai senatori fino agli ultimi plebei, che sapevano benissimo quanto i successi, spesso se non sempre, dipendessero solo dai sesterzi elargiti allo “sparring partner” di turno.

Comunque sia, la sfida sangue e arena, o comunque maschia e muscolare, era nel DNA della romanità come l’arte militare o il costruire strade o il legiferare. Vi è un filone cinematografico futuristico in cui, in una umanità arrivata al limite estremo del progresso tecnologico ma indurita se non incrudelita dalla noia ed esasperata dalla omologazione, si torna a questo genere di competizioni durissime o estreme, tra l’entusiasmo di fans e pubblico televisivo. Voglio solo citare come antenato italiano, il film I guerrieri dell’anno 2072 di Lucio Fulci (anno 1984) ovviamente tributario di Blade Runner. Vi dice qualcosa la costruzione a Roma di una nuova arena detta New Colosseum, e di giochi promossi da un presidente della “federazione di stati” del mondo intero?

Speriamo che non si arrivi a tali esiti ultradistopici, ma le apparenti stravaganze di gente con così tanto potere economico e di influenza difficilmente nascono dal nulla per al nulla approdare. I più giovani specialmente, però, potrebbero riscoprire Roma Aeterna non stancamente sui banchi liceali, ma prendendo spunto da qualcosa di molto vivo e adrenalinico.

Riguardo poi, alla melomania televisiva e dei grandi eventi: chi si permette di mettere in discussione le rappresentazioni operistiche all’ Arena di Verona o un concerto di musiche di Ennio Morricone o un one man show di Massimo Ranieri, ci mancherebbe altro. Ma che qualunque evento dalla risonanza televisiva non possa non tradursi nell’ennesima riproposizione o di hit che hanno fatto da colonna sonora alle ultime tre generazioni di italiani o dei successi sanremesi di stagione, che si tratti di questo o quel varietà del sabato sera o di beneficenza nel nome di San Pio o di Telethon, è davvero stucchevole.

Musica come rumore di sottofondo arma di distrazione di massa, assolutamente funzionale a un sistema che vuole masse o in ebete euforia consumistica o intente a liturgie del consenso e dell’omologazione.

La storia patria con “eroi, santi, navigatori e poeti” sostituita dal succedaneo di circa mezzo secolo di Techetechete con le sue canzonette.

Fra la filologia “di Rita Pavone” (citazione dal verdoniano Maledetto il giorno che ti ho incontrato) e i futuribili nuovi gladiatori, ebbene sì: scelgo il male per me minore, cioè il fulciano New Colosseum. Perché dall’ humus di questo potrà nascere una riscossa del popolo, anzi dei popoli: se possibile, però, prima del 2072.

Se a qualcuno non è ancora chiaro a cosa io alluda, pregasi rileggere la storia di Spartaco (che finì in croce singolarmente anticipando Nostro Signore).

A. Martino  

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