IL CATTIVO GUSTO DEL “SERVIZIO PUBBLICO” RAI ORMAI PERSINO IMBARAZZANTE PER LE FAMIGLIE. IL DIO MERCATO IMPONE DI VENDERE A RETI UNIFICATE E IN FASCIA ORARIA PROTETTA LA SECCHEZZA VAGINALE.

Tra le cento definizioni e analisi della globalizzazione e del turbocapitalismo che ci governano in regime di Pensiero Unico “politicamente corretto ed eticamente corrotto”, in uno dei suoi ultimi libri Diego Fusaro parla di “ piano liscio di scorrimento multidirezionale di merci e persone mercificate”.

Proviamo a tradurlo in termini meno tecnici, non solo filosofici ma anche economici.
Molto semplice. Si vuole, cioè, dire, che tutto e tutti (in teoria anche il sottoscritto che scrive e chiunque lo legga, ma anche infatti e ovviamente, chi lo fa per dovere censorio, che c’ è, c’è, Dio sa quanto c’è…) è, e siamo, comprabili e vendibili.

Concetto tipicamente evoliano, d’altronde: la decadenza di una civiltà o di una fase storica inizia con quello che i comuni manuali e saggi storici indicano come il suo “splendore”; questo famoso “apice” ha una individuazione sostanzialmente economicista, scambiante la massima espansione capitalistica (oggi siamo addirittura al turbocapitalismo finanziario cioè fondato sulla finzione finanziaria e da clic) con il momento più felice di una collettività. Che invece coincide con la corruzione in tutti i sensi.

In effetti solo i filosofi, ovviamente se non costruttori di consenso a busta paga (a maggior ragione un hegeliano come Fusaro sperando che non venga riassorbito nel Sistema, o uno spauracchio “nazifascista” come il Barone) possono descrivere il marciume morale, la demolizione di qualunque istinto naturale, impulso di pudore, e il ribrezzo persino estetico che i media di Sistema sono in grado di procurarci.

Ultimo esempio sulle reti televisive, anche di maggior ascolto, la pubblicità di una magica pozione contro la secchezza vaginale, prodotta per uno dei maggiori fabbricanti di profilattici. Si incominciò con emorroidi e ragadi: mi ricordo la pubblicità del cow boy infastidito dal lungo stare in sella, poi, tanto per dirne qualcuna, il tizio che si alza spesso la notte per andare al bagno (disfunzione urinaria cioè prostata e dintorni), profilattici in genere, “disfunzione erettile” (nessun serpente o coccodrillo malato, ma la imperitura impotenza maschile o anche la eiaculazione precoce).

Dopo, ancora,  le piccole perdite urinarie, o il “colon irritabile” (che non è un contadino maleducato ma flatulenza, diarrea etc.), siamo arrivati appunto a quel seccante deficit di umidità vaginale che rende sforzata e sovente fastidiosa a entrambi i due partner “etero” (precisazione mai superflua) l’esperienza della penetrazione. Il mio linguaggio è crudo ed appena ingentilito da un’asetticità ginecologica, ma tant’ è. Ed è quello che un genitore è costretto ad usare, se ci riesce, per spiegare ai figli (anche bambini e in fascia oraria protetta) il senso di quella voce fuori campo maliziosa e ammiccante ai piaceri della carne, mentre sullo schermo delle tizie (rigorosamente espressione di società multietnica) mostrano perplessità e insoddisfazione, con un corpo maschile steso sopra.

E il famoso dio Mercato: anche la secchezza vaginale va venduta e comprata a reti unificate.

A. Martino     

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