LA RUSSIA NEMICA DELLA “LIBERTA’ RELIGIOSA”? COSE DA PAZZI…O DA AMERICANI.

La Segreteria di stato degli USA, guidata da Anthony Blinken, ha da pochi giorni incluso la Russia in una lista nera degli stati nemici della libertà religiosa.

L’attitudine “didattica” degli USA ad amministrazione democratica pare assolutamente confermata, non vi è nulla di nuovo in queste pagelle da impartire specialmente ai non membri del sistema euroatlantista. Ora si parla della libertà religiosa, ma si potrebbe trattare pure dei maltrattamenti agli animali, del livello del verde urbano o del livello di accettazione LGBT e così via.

Così afferma, tra l’altro, il ministro di Biden:” Le sfide alla libertà religiosa nel mondo di oggi sono strutturali, sistemiche e profondamente radicate. Esistono in ogni Paese. Esigono un impegno globale sostenuto da tutti coloro che non sono disposti ad accettare l’odio, l’intolleranza e la persecuzione come status quo. Richiedono l’urgente attenzione della comunità internazionale. Continueremo a esercitare pressioni su tutti i governi affinché pongano rimedio alle carenze nelle loro leggi e pratiche e per promuovere la responsabilità per chi commette gli abusi. Gli Stati Uniti proseguono nell’impegno a lavorare con i governi, le organizzazioni della società civile e i membri delle comunità religiose per promuovere la libertà religiosa in tutto il mondo e affrontare la difficile situazione di individui e comunità che subiscono abusi, persecuzioni e discriminazione a causa di ciò in cui credono o in cui non credono”.

O amici, intendiamoci bene: belle parole, da cui solo un Grande Inquisitore o i talebani potrebbero dissentire. Ma c’è qualcosa che non quadra, anzi non quadra proprio nulla.

Innanzitutto, i censori americani tengono particolarmente a confessioni religiose “non tradizionali”. E qua inizia a cascare il proverbiale asino (tra l’altro, simbolo proprio del partito democratico statunitense): religione tradizionale, famiglia tradizionale, fonti di energia tradizionali…è la solita retorica ultra modernista e globalista per destrutturare ogni popolo sia nell’anima che nelle sostanze materiali.

Infatti, non consta assolutamente che in Russia, a maggioranza ortodossa, si perseguitino cattolici o islamici, o buddhisti, o ebrei. Il problema riguarda quelle che fino a Papa Ratzinger i cattolici non ancora postcattolici chiamavano “sette”: cioè Mormoni, Scientology, Testimoni di Geova in primis, etc. I quali hanno difficoltà a causa delle leggi russe sull’ “estremismo religioso” a fare proseliti, e a inviare “missionari” ovviamente dagli States. Avete presente quei ragazzi in cravatta e camicia bianca con maniche corte e quelle ragazze dagli abiti castigatissimi, con tanto di etichetta con nome e cognome sul petto? Facce pulitissime alle quali potresti affidare il tuo portafogli anche se parlano a macchinetta della loro teologia e dei destini ultimi dell’umanità; ma tipico quanto petulante prodotto di esportazione americano da almeno un secolo.

Il problema per la Russia non è il loro Credo, ma le prescrizioni pratiche cui i loro credenti devono adeguarsi, semplicemente illecite per le leggi moscovite: ad esempio, il rifiuto del servizio militare.

Dove però l’Asino, più che cascare, dà proprio ai nervi, è l’incredibile ipocrisia che si cela dietro questo moralismo geopolitico. In tutta sincerità, gli preferisco lo spassionato ateismo di stato cinese.

Ma come fa Blinken a ergersi a tutore della libertà religiosa, quando in molti stati degli USA, se un prete cattolico o pastore protestante che predica contro l’aborto rischia di trovarsi la chiesa bruciata dai Black lives matter o dagli Antifa (siamo lì, sono casacche indossate dai soliti estremisti a seconda delle circostanze)?

Ma tanto, si sa: Joe Biden e Nancy Pelosi sono dei buoni cattolici, lo dice Papa Francesco, no? E la Comunione non si può negare perché non è un “premio”.

D’altronde, anche in Spagna o in Italia o Germania, è così: la religione non deve interferire con le scelte del potere, e con la politica; anzi, nemmeno può parlare del suo sistema di fede e credenze. Dio, se c’è, non è gradito, proprio come i cani in gran parte dei ristoranti. E le chiese, si bruciano e si vendono per farne ristoranti o discoteche; più che costruirne o restaurarne. A meno che non si tratti di templi satanisti, cari ai grandi sostenitori di Joe Biden.

Se qualcosa di questo accade, allora scatta lo slogan della “laicità”, e tutto l’arsenale del Pensiero Unico: e sono sbeffeggiamenti, ostracismi, emarginazioni, se non aggressioni fisiche e manette. A qualunque livello: mass media, insegnamento, cultura, vita sociale di ogni ambito e livello.

Rimando al mio GLI USA DI JOE BIDEN TENTERANNO DI DISTRUGGERE QUALUNQUE RESIDUO VALORE TRADIZIONALE, NATURALE E RELIGIOSO. OVVIAMENTE CON LA BENEDIZIONE DI PAPA FRANCESCO. del 18 novembre 2020, con cui, come sempre, noi de L’ Ortis possiamo dimostrare, alla luce di quanto sto scrivendo ora, coerenza e capacità di interpretare il futuro.

E per avere una testimonianza cinematografica ovviamente non omologata, ma splendidamente dissidente, sulla “libertà religiosa” negli USA di oggi, vi consiglio God’s Not Dead- Dio non è morto (regia di Harold Cronk, 2014) e God’s Not Dead 2-Dio non è morto 2 (regia di Harold Cronk, 2016).

A. Martino    

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