SE RUBARE ENERGIA ELETTRICA ED AIUTARE A FARLO E’ EROICO, ALLORA QUESTA SOCIETA’ (E QUESTA CHIESA) STANNO MESSE DAVVERO MALE.

Chi è un Elemosiniere pontificio? Il titolo dal suono alquanto medioevale indica un signore, anzi, un monsignore che diremmo collegamento del Papa verso il mondo : insomma, un addetto alle pubbliche relazioni personali. E siccome queste per un cattolico innegabilmente di elevatissimo spicco e rango sociale quale il Papa è, oltretutto tuttora fondamentalmente appartato nel microcosmo delle mura vaticane, si sublimano nell’atto della Carità, è chiaro che provvedere alle elemosine è dovere precipuo e imprescindibile nella sua concretezza materiale. Tutto il resto poi, è secondario : il rilascio di pergamene con benedizioni a persone singole in occasione di matrimoni ecc., suppliche, udienze e richieste varie.

Per inciso, anche i sovrani del passato della civiltà europea istituzionalmente cristiani, avevano i loro elemosinieri, anche se la vulgata odierna insegna che “sfruttavano il popolo” e che “vivevano in un lusso che offendeva la povertà, infatti in Francia si stufarono e gli tagliarono la testa”.

Konrad Krajewski gira per Roma con un furgone distribuendo aiuti a senza tetto ed emarginati in un incessante apostolato a favore degli “ultimi” che in una realtà megalopolitana del genere sono soprattutto immigrati spesso neppure cattolici o tantomeno cristiani, ma è giusto così : “prima gli italiani” è uno slogan o magari un programma politico da molti se è per questo, detestato secondo me irrazionalmente, ma la politica politicante o anche quella con la P maiuscola, si muovono, ed è giusto che lo facciano, su piani diversi . Possibilmente e auspicabilmente non confliggenti, aggiungo io anzi andreottianamente che dovrebbero reciprocamente influenzarsi, ma diversi. E’ “laicità” questa, oppure no? Papa Francesco tiene così tanto all’ operato di questo infaticabile prelato, da averlo creato cardinale; è un suo collaboratore di punta, altro che teologi o esperti di finanze cattoliche; anzi “padre Corrado” ex elettricista prima della ordinazione ( particolare intuibile), nasce ecclesialmente come liturgista ed è tra i pochi ammessi nella camera di san Giovanni Paolo II al momento del suo pieno abbraccio con Nostro Signore.   

E qualche sua precisa idea politica il porporato ce l’ha, tanto da aver deciso il bando del ministro e vice premier Matteo Salvini da qualunque udienza, interlocuzione, benedizione : insomma, il Capitano è sulla black list vaticana come esempio di cattiveria, “costruzione di muri”, ecc. La cosa può non far piacere dato che al giorno d’oggi assomiglia molto a una specie di scomunica (almeno mediatica), ma che ci vuoi fare : a casa propria ognuno riceve chi gli pare e chi no, ed ognuno è libero di non intessere rapporti con chi non gli aggrada. Anche questo è laico, anche se non molto cristiano ed alquanto “creatore di muri”. Il porporato è clamorosamente balzato alla ribalta mondiale, calandosi in un tombino di Via Santa Croce in Gerusalemme, e riattivando l’erogazione elettrica a un immobile occupato di teorica proprietà INPDAP se non sbaglio, i cui abusivi inquilini sarebbero responsabili di un furto di elettricità per la cifra (stento a credere) di ben trecentomila euro. Commento del main stream politicamente corretto a Pensiero Unico: bravo, bravissimo, che potenza la chiesa di Bergoglio. A dire il vero qualche timida riserva è avanzata a proposito della “legalità” (una volta si diceva onestà) ma tacitata in nome dell’ “ aiutare i poveri e gli ultimi”. I rilievi poi di un Salvini o dei pochi organi di stampa e opinione “populisti e fascisti” circa la doverosità, a questo punto, di saldare l’indebito per non farlo andare volgarmente in cavalleria, si sa che in fondo non contano : la solita cattiveria d’animo dell’ “onda nera” che si starebbe impossessando dello stato, e che la Chiesa cattolica ( o postcattolica) ormai fronteggia con fervore da teologia della liberazione.

Una premessa: a me, intellettualmente ed esteticamente (nel senso dell’azione dannunziana o mishimiana) il gesto piace non poco ; ammiro la risolutezza, e una certa spavalderia nello sfidare le leggi di uno stato che ormai assomigliano più ai lacci e lacciuoli di un Moloch senza anima e identità, che alle regole condivise e sacrosante di una “comunità” che francamente esiste solo nell’atmosfera postnatalizia dei discorsi presidenziali di san Silvestro. Ma mi fermo qui : innanzitutto, l’immunità penale riservata a ogni cardinale di santa romana Chiesa un bell’aiutino lo ha dato, un qualunque parroco già avrebbe rimediato una bella iscrizione nel poco invidiabile albo delle notizie di reato. Ma soprattutto, come la mettiamo con un certo Comandamento sul non allungare le mani sulla roba d’altri?

 E poi, credo che l’atto provochi in larga parte degli italiani dimentichi di Gabriele D’ Annunzio e totalmente ignari dell’ “ultimo samurai” Yukio Mishima nonché per nulla lettori dei “giornaloni” politicamente corretti, un tremendo risentimento contro “i preti” proprio nei giorni in cui si deve decidere, o confermare, a chi assegnare in sede fiscale l’ otto per mille. Si ha oltretutto buon gioco a rinfacciare gli sfratti implacabili dalle proprietà ecclesiastiche ( le più diffuse se non altro a Roma), e chiedere perché tutta quella gente non la si ospiti a questo punto, a titolo gratuito in qualcuna di esse.

 E si fa notare che quel microcosmo abusivo proprio malissimo non se la passa, se nel complesso esistono persino locali di ristorazione e ricreazione (in questo caso, il magico flusso energetico non serve a bambini, notoriamente estranei a birrerie e posti del genere). E’ insomma, una specie di corte dei Miracoli postmoderna, sostanzialmente zona franca e sotto la protezione ecclesiastica.   

Ma quello che ora e qui vorremmo mettere in risalto è che stiamo scivolando verso l’anarchia mascherata da falso populismo, e il controllo sociale furbo e mascherato da ribellismo di facciata: guarda caso, a ridosso delle elezioni per il parlamento europeo. Insomma, molta puzza di George Soros e di Open Society più che profumo di San Francesco, o di San Antonio che sfida il terribile signore di Padova. E il tutto, come la volgare carota sempre crudele e beffarda verso il “lato B” del proverbiale ortolano, ad ennesimo disprezzo del meschino, insensibile ceto medio che l’elettricità la paga con regolare contratto, e che per pagare le bollette si fa aiutare dalla pensione dei genitori fin quando vivranno.

ANTONIO MARTINO         

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *