PUTIN TENDE NUOVAMENTE LA MANO ALL’ITALIA, MA IL BEL PAESE SEMBRA NON VOLER RACCOGLIERE L’INVITO

Il dialogo avvenuto pochi giorni fa a Mosca tra l’italiana Irene Cecchini e Vladimir Putin durante il forum “Idee forti per tempi nuovi” ha suscitato parecchie polemiche ed interesse, sia in Italia che all’estero. Nel corso dell’incontro, il Presidente della Federazione Russa ha chiesto alla studentessa universitaria di dove fosse, e quando questa ha risposto che era di Milano, Putin ha replicato dicendo: “È un posto bellissimo, una regione industrializzata dell’Italia, una provincia dove veramente si lavora. L’Italia poi ci è stata sempre vicina. Ricordo quando sono venuto in Italia, come la gente mi ha accolto. In alcuni luoghi mi sono sentito veramente a mio agio”.

Una carezza dunque, o un invito se preferite, a tutti gli amici della Russia ancora presenti in Italia affinché facciano di più per far sì che il nostro Paese funga da mediatore in Europa per normalizzare i rapporti tra la Federazione e l’UE. D’altronde, la Russia, come aveva già detto Putin poche ore prima in un altro consesso, la “Sessione plenaria del Forum dedicato ai temi strategici”, “ha sempre più sostenitori nel mondo, soprattutto quando si tratta di valori tradizionali e anche nei Paesi cosiddetti ostili esiste una rete di sicurezza per questi valori, che si è rivelata abbastanza ampia e affidabile, avendo molti alleati là”.

L’Italia pertanto non può essere da meno in questa rete anche se l’amore nutrito dai russi per lo stivale è veramente antico e per certi versi anche troppo romantico, come quando Putin, nel dicembre del 2021, chiese al nostro Paese di avere un ruolo nel normalizzare le relazioni Russia-UE e anche a livello delle trattative che ci furono tra Russia e NATO. Un amore, quello russo, forse non sempre corrisposto adeguatamente dalla nostra classe politica, ma che, per qualche strana alchimia, è stato sempre onorato da Mosca.

A tal riguardo, come non ricordare la mano che ci è stata data dal Cremlino nel tentare di risolvere la crisi libica durante la Conferenza di Palermo del 2018, o con l’invio dei famosi 17 aerei che trasbordarono uomini e mezzi delle forze aerospaziali russe destinate a soccorrere la popolazione di Bergamo afflitta dal Covid durante i primissimi mesi del 2020?

Ed ora che il nostro peso internazionale, al di là della propaganda interna, è innegabilmente nullo, ci viene nuovamente tesa la mano da chi, negli ultimi 2 anni, si è visto bistrattato in Occidente e messo all’indice.

Se fossimo furbi, sapremmo cogliere l’occasione e toglieremmo immediatamente la Corona da mediatrice dalla testa della Turchia; invece, siamo solo dei servi sciocchi e, in quanto tali, ci affrettiamo a chiedere giustizia e trasparenza per gli altri, quanto non siamo in grado di garantirla neanche per noi stessi.

Lorenzo Valloreja

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