AL PEGGIO NON C’È MAI FINE … ORA, A GUERRA QUASI CONCLUSA, C’È CHI PRETENDE L’ABIURA

Anche se siamo uomini di mondo, smaliziati e perché no, anche cinici, noi de l’Ortis ci rendiamo conto che forse ci siamo persi qualcosa … ma per caso, a parte le chiacchiere, il nostro Paese è in guerra con la Russia?

A noi non risulta, dunque perché in Italia lo sport del momento è quello di prendere, si voglia o meno, le distanze da Putin e in generale dalla Federazione Russa?

In fondo, neanche la NATO è in guerra con Mosca.

Certo, forniamo armi e finanziamenti a Zelensky, ma questo non vuol dire nulla, tant’è che la Storia ci ricorda come, anche in un altro conflitto, una serie di Nazioni, tra le quali Francia e Gran Bretagna, diedero supporto, a partire dal 30 novembre 1939, alla Finlandia che intanto era stata attaccata dall’URSS di Stalin, e ciò non comportò mai ad una guerra tra gli Alleati e il Cremlino che invece si coalizzarono, pochi anni dopo, nella lotta al nazifascismo.

In altri termini, all’epoca, la ragione e il calcolo politico, prevalsero sull’irrazionalità, cosa che invece oggi non accade.

Dunque, anche se l’Italia è un Paese a sovranità limitata con un egemone, gli Stati Uniti, molto invadente -ed una classe politica e dirigenziale, completamente asservita ai diktat di quest’ultimo – ciò non toglie che le nostre elite dovrebbero essere in grado di comprendere i segni dei tempi e quindi, come ci ha insegnato Machiavelli, saper fare di necessità virtù.

La Guerra in Ucraina, con l’elezione di Trump, si concluderà definitivamente con la vittoria della Russia e gli accusati di oggi diventeranno giudici mentre i loro detrattori si trasformeranno in imputati.

Quindi che senso ha chiedere a Salvini di riferire in Parlamento riguardo i legami che ancora oggi esistono tra il Carroccio e il partito di Russia Unita?

Qualcuno forse ha mai chiesto negli anni 80, Anni di Piombo, all’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi quali fossero i rapporti tra lo PSI e Fatah, il Partito di Yasser Harafat, che si era macchiato del dirottamento dell’Achille Lauro e dell’uccisione dell’ebreo Leo Klinghofter?

Nessuno chiese conto di questo, così come nessuno si scandalizzò, durante tutta la Prima Repubblica, che il Partito Comunista Italiano ricevesse puntualmente finanziamenti da Mosca … perché?

Forse perché eravamo più seri, o molto più semplicemente perché le elite dell’epoca sapevano cosa fare e come fare per raggiungere lo scopo.

Oggi, ahimè, abbiamo solo politici “pettinati”.

Lorenzo Valloreja

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