ORRORE SENZA FINE E SENZA LIMITI A GAZA. BOMBA ISRAELIANA UCCIDE NOVE FRATELLI (DISARMATI E BAMBINI).

Una madre di dieci figli (islamica o cristiana o non so cosa il che non importa nulla) è già una eroina, se si pensa che oltretutto concilia ciò col fare il medico nell’inferno di Gaza (non credo oltretutto che da quelle parti molte donne esercitino la professione medica).
La trentottenne dottoressa Alaa al-Najjar la cui infelicità in questo momento è un luogo buio dinanzi al quale ci si può fermare solo in rispettoso silenzio e in preghiera resa possibile al cristiano proprio, ed esclusivamente, dall’immensa crudeltà subita dal Cristo, si è vista trasportare al suo ambulatorio (immagino una tenda piuttosto che un edificio) otto dei suoi figli più il marito anch’ egli professionista sanitario. Sette avevano ormai bisogno solo dell’obitorio (ammesso che anche tale nefasta struttura sia possibile nel buco nero dell’umanità del Ventunesimo secolo detto Gaza), uno undicenne e operato da un chirurgo britannico lotta per vivere come il marito (non so quale sia al momento la loro sorte). A questa orrenda riunione di famiglia mancavano due figli: sotto le macerie della loro casa, morti.
Non voglio aggiungere altro, anzi non posso. Capitemi.
A. Martino
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