LA NOTTE DI LAMPEDUSA PASSERA’ ALLA STORIA PER LA MASCHERA GETTATA DALLA SINISTRA MONDIALISTA “ITALIANA”.

Dalla notte dell’attacco buonista a Lampedusa, è tutto chiaro: l’Italia, per il suo peso specifico ben più importante dell’Ungheria di Orban, è violentemente attaccata dalle centrali di comando mondialiste gestite dalla super finanza apolide. Con la “procedura d’infrazione”, persino facendo giocare la nazionale femminile di calcio(favorita) sotto la canicola nel momento di maggior caldo; ma soprattutto con la rabbia per l’intralcio al traffico di esseri umani, alla sostituzione etnica e all’invasione. Ed ancora una volta nei secoli anzi millenni Roma (cioè l’Italia) è la porta d’Occidente, e certo non è la prima volta che la Sicilia sia la serratura da forzare; e non lo è nemmeno che sotto il caldo sole della stupenda Sicilia, traditori di giuramento gettino definitivamente la maschera.

 Nell’articolo Pöbel-Attacke gegen deutsche Kapitänin (L’attacco della plebaglia alla capitana tedesca) i soliti italofobi di Bild, il quotidiano tedesco che solo per la religione del politicamente corretto, non ci rinfaccia che so, il “tradimento” dell’ 8 settembre, hanno difeso a spada tratta la “capitana tedesca” ( e dire che una volta le donne a bordo, per le ciurme, portavano sfiga).

Inequivocabili le testimonianze praticamente a caldo degli uomini dei mezzi costieri della Guardia di Finanza, certo mezzi militari ma non esattamente formidabili navi da guerra: “Addosso a noi è arrivato un bestione da 600 tonnellate. Abbiamo rischiato di morire. Da parte della Sea Watch una manovra criminale, noi siamo stati schiacciati sulla banchina”, fanno sapere le fiamme gialle all’Adnkronos. E a loro va tutta la nostra affettuosa vicinanza e gratitudine.

Ma quello che fa ancora più male è la presenza su Sea Watch 3 di parlamentari della Repubblica Italiana, pagati col denaro di chi li ha votati e di chi non li ha votati, rappresentanti anche di me che mi piaccia o no, anche di chi legge se cittadino italiano. L’operato di questi signori sembra oggettivamente e serenamente rispondere più a esigenze e discipline chiaramente mondialiste e fanaticamente ideologiche, che a un mandato vincolato a esigenze nazionali. Le loro dichiarazioni sono un affronto allo statalismo togliattiano e berlingueriano, sono tra il peggio che il politicamente corretto italiano abbia mai espresso. E se fossi un magistrato ne approfondirei la loro rilevanza ai fini di una ipotizzabile istigazione a delinquere della famosa Capitana. Il che vale anche per chi ha ideato l’assurda colletta per il pagamento della multa alla Sea Watch come una specie di offerta Telethon, come per i lobotomizzati (o i radical chic danarosi) che si sono precipitati a contribuire; magari non giuridicamente (non spetta a noi definirlo), ma moralmente e italianamente l’alto tradimento c’è e come, e che cavolo!

Sentite Del Rio a Rai News 24 : “L’autorità giudiziaria farà il suo corso e stabiliranno i giudici se la capitana ha davvero commesso un reato. Come sapete in caso di stato di necessità si possono anche violare le leggi. Il capitano è responsabile dell’incolumità di tutte le persone che sono a bordo, va rispettata la sua scelta, come il percorso che farà la giustizia”.

Con lui sul ponte della Sea Watch 3 c’erano anche altri parlamentari di sinistra (Matteo Orfini, Davide Faraone, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi) che in qualche modo hanno “benedetto” quella mossa piratesca con cui la capitana ha messo in pericolo la vita dei finanzieri a guardia del porto.

Ad applaudire lei – e i parlamentari sulla nave – c’erano sul molo anche il parroco don Carmelo La Magra, l’ex sindaco dem Giusi Nicolini, il medico (ed europarlamentare Pd) Pietro Bartolo e il segretario locale del partito, Peppino Palmeri. “Ha vinto l’umanità”, ha detto quest’ultimo, “Io la penso cosi, dobbiamo essere uniti in una fratellanza universale. Basta divisioni fra di noi. Non c’è cosa peggiore quando un essere umano si sente rifiutato. È una sofferenza terribile”. Pura massoneria ottocentesca e abc del bergoglismo : un cocktail ormai stantio.

La sinistra serra ancora i ranghi attorno alla 31enne tedesca analogamente allo strepitante polverone per l’arrivo di Battisti nelle patrie galere, accusando il governo di aver troppo mediatizzato l’arresto della loro eroina di recentissima acquisizione con le manette scattate “a favore di telecamera”. E vomita il solito veleno contro il governo del proprio Paese: “A mettere a rischio la sicurezza di migranti, forze dell’ordine ed equipaggio è stata la scelta di Matteo Salvini di lasciare 16 giorni in mezzo al mare una barca che aveva bisogno di un porto sicuro”, accusa Matteo Orfini, “Un ministro sequestratore che non va a processo solo perché si fa salvare dal Parlamento”.

Pronta la risposta del titolare del Viminale: “Comandante fuorilegge arrestata. Nave pirata sequestrata. Maxi multa alla ONG straniera. Immigrati tutti distribuiti in altri Paesi europei. Missione compiuta. P.S. Vergogna per il silenzio del governo olandese. Tristezza per i parlamentari italiani a bordo di una nave che non ha rispettato le leggi italiane, attaccando addirittura una motovedetta delle nostre Forze dell’Ordine. Giustizia è fatta”.

Proprio così. Tristezza, ma anche timore che alla fine, giustizia possa non essere fatta:le manette non significano una condanna in giudicato, e i piddini la invocano troppo…..

ANTONIO MARTINO

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