CACCIA ALLE STREGHE POLITICAMENTE CORRETTA A PESCARA. LA SINISTRA, ANCHE SE ALL’OPPOSIZIONE, PRETENDE DI DECIDERE COSA FARE A PALAZZO DI CITTA’.

L’ Ortis nasce, come crediamo ormai ben si sappia, nell’ambiente sovranista “puro” di Pescara: cioè quello coerente e non acquirente a quattro soldi di un marchio che tanti ben più influenti di noi, obbedienti al carro dei partiti della cosiddetta Destra e agli interessi di capi e capetti usano come saporito ingrediente ad alta gradazione di cocktails di facile presa pseudopopulista.

Ognuno di noi (pescarese di adozione o no) ama Pescara, città di Gabriele D’Annunzio ed Ennio Flaiano né potrebbe diversamente fare dato che non si può amare la Patria se si disprezza la propria città fosse pure un “natio borgo selvaggio” che certo  Pescara non è: da buoni dannunziani però respiriamo aria più fresca se ce ne allontaniamo, e da devoti al sarcasmo flaianeo affettuosamente la fustighiamo (basti andare a leggersi il tremendo, lo ammetto, mio pezzo del 26 ottobre 2018 titolato “ Pescara: città laboratorio culturale e politico, o borgo filisteo di classe ma conformista?”.

Ora, che il mite, moderato,  politicamente correttissimo sindaco di una città del genere che ha costruito la sua carriera politica ai banchetti propriamente detti del Rotary o del Lions, non certo  a quelli militanti di piazza di Forza Nuova,  rischi di trovarsi arruolato d’ufficio tra i negatori dell’ Olocausto o giù di lì, è una follia politica bella ciao qualche gradino sotto alla decisione di Caligola di andare a pescare senatori tra gli equini. Oltretutto, il Comune di Pescara ha recentemente promosso ed organizzato delle giornate di conoscenza proprio della cultura ebraica…! 

Ma andiamo per ordine pur in sintesi: Marinella Sclocco è la cattocomunista e “bella ciao” ex assessore regionale e candidata alla guida della Regione Abruzzo ora consigliere comunale che a suo tempo polemizzò col sindaco della limitrofa Montesilvano reo a suo parere di una campagna contro la prostituzione  invitante a non mandare la vita “a puttane” (slogan in effetti un tantino esilarante ma che per la dott.ssa Slocco avrebbe il torto di bollare con epiteti offensivi le “sex workers”: insomma , Pensiero Unico e pedante correttezza politica, da neolingua, ai massimi livelli). Ebbene, la signora due giorni fa esternò che avrebbe chiesto al Comune di dare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, ricordando l’idea di  “Pescara città accogliente e inclusiva”. Purtroppo, di costei, come vedremo, si rischia di fare una Nancy Pelosi o Hillary Clinton del medio Adriatico.
Infatti il primo cittadino di centrodestra Carlo Masci, aveva subito obiettato che “non c’è nessun problema, ma manca il legame con la città di Pescara, e dovremmo mettere in fila tante persone che hanno subito le stesse vicende“. La Lega si era espressa sulla stessa linea, anche se Giorgia Meloni per motivazioni per noi oscure bacchetta il povero Sindaco.

Il caso è esploso a livello nazionale, anzi lo hanno fatto esplodere (che benedizione, in tempi di migliaia di posti di lavoro pericolanti in quel di Taranto con annessa deindustrializzazione). Ovviamente, è iniziato il balletto rituale delle condanne e dei moniti main stream e di ufficio con immediato soccorso della stampa allineata al novanta per cento. La più bizzarra mi sembra quella di Arcigay Chieti congiunta insieme a Mazì-Pescara (associazione a noi sinora ignota), che condanna l’amministrazione sulla mancata concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Ecco cosa si legge a firma del Presidente di Arcigay Chieti Adelio Iezzi e dalla Presidente di Mazì-Pescara, Chiara Di Marcantonio: “Ogni giorno ci ritroviamo inconsapevolmente ad alzare l’asticella e la soglia di tollerabilità dell’accettazione di razzismo, odio, intolleranza, mistificazione della realtà pensando illusoriamente che più oltre non si potrà più andare; invece ogni giorno c’è qualcuno o qualcuna che tenta di sdoganare l’impensabile mettendo in campo una sorta di “Par Condicio dell’orrore”, per il quale un orrore può essere giustificato o compreso perché ce n’è stato un altro che dovrebbe essere evidenziato, finendo così per diluire la reazione degli anticorpi della democrazia e indebolendo il pensiero e la struttura della società”  … e ancora: “ “Tremiamo al solo pensiero che alcune “opinioni”, sdoganate senza alcuno scrupolo, potrebbero rapidamente colpire duramente la comunità Lgbt.. Quanto in basso precipiteranno le conquiste sociali faticosamente conquistate in 50 anni di lotte? Temiamo che presto questo tiro al bersaglio ci possa vedere protagonisti in un gioco al massacro. Invochiamo massima vigilanza e attenzione e chiediamo ai cittadini e alle cittadine che ancora credono nelle regole democratiche e nei Diritti Civili di unirsi a noi nella condanna al razzismo, all’intolleranza, all’odio, alla discriminazione”. Insomma, isteria preventiva e un parlarsi addosso sconcertante a fronte di nulla di reale tangibile, solo di un frasario da centro sociale o volantino “antifa”..  

Ma il laboratorio pescarese della orwelliana Polizia del Pensiero non finisce qui : Il Messaggero del 9 novembre 2019 annuncia scandalizzato la presenza dell’ambasciatore polacco signora Anna Maria Anders in municipio nella stessa giornata per ricordare il trentesimo anniversario della caduta del famigerato Muro berlinese . Premesso che troviamo sommamente contraddittoria la politica polacca nazionalista e di tutela dei valori tradizionali sposata a un ferreo euroatlantismo, e che condanniamo il continuo obiettivo aizzare polacco della NATO contro fantomatici piani di aggressione della Russia, siamo assolutamente consapevoli delle sofferenze storiche della nazione polacca, che ci è cara se non altro in quanto patria di San Giovanni Paolo II.

Comunque sia, ha affermato l’ambasciatrice figlia di quel generale Anders che volle essere sepolto a Monte Cassino:  “L’insegnamento di oggi, di questa ricorrenza  è quello della libertà. Basta vedere quello che è accaduto in questi ultimi trent’anni, e come è cambiato il mondo. Per me è oggi importante ed interessante essere qui anche perché mio padre, il generale Anders è stato il comandante, nella Seconda Guerra Mondiale del secondo Corpo Polacco che ha liberato Montecassino e la Regione Marche, e poi la maggior parte d’Italia dal Nazismo.” Parole in cui fascismo o razzismo o antisemitismo non sono ravvisabili neanche a strumentalizzare un iota in mala fede,anzi, eppure la edizione locale del noto quotidiano romano considera a firma Paolo Vercesi una “tempesta perfetta” la asserita follia di invitare uno stato forse notoriamente fuori dall’Europa e dalle famose “tradizionali alleanze” dell’Italia dando risalto a un altro esternatore del Pensiero Unico in brodetto pescarese: il consigliere Giovanni Di Iacovo ex assessore comunale alla cultura. Costui afferma che “l’amministrazione comunale pescarese ha invece voluto dare voce a chi professa idee politiche tutt’altro che ispirate a principi di libertà, muri da abbattere, confini da spalancare”.

Insomma: siamo alle solite, la conclusione è monotona. Questa Sinistra italiana vuole distruggere quel che resta della libertà di pensiero e opinione, manipola il presente, e il passato in maniera forse superiore, vuole che i singoli e le istituzioni si pieghino al suo bignamino intellettuale che, come ignorano molti dei suoi esponenti, rappresenta solo la triste conversione, proprio in seguito alla caduta del Muro trenta anni fa, di quello che fu il partito dei lavoratori a partito della finanza mondialista e pensierounicista, il cui “mondo aperto” non è solo che turbocapitalismo che passa attraverso distruzione delle identità dei popoli e dei singoli. Tutto qui.

Ma fin quando scuola e stampa, e i gangli istituzionali, saranno nelle loro mani, ci sarà ben poco da fare.

Ma allora, per quale motivo se non una specie di sindrome di Stoccolma, dovremmo volere un Mario Draghi al Quirinale?

A.Martino

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