MA PERCHE’ MAI LA LEGA DOVREBBE VOTARE DRAGHI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

Ormai è scientificamente provato che il genere umano può essere suddiviso in due principali categorie:

  • gli “yes man”;
  • i “rompiscatole”.

I primi sono, degli inutili adulatori, sempre pronti a dare ragione ai propri superiori anche quando questi ultimi hanno palesemente torto ed una delle principali caratteristiche che denota questa tipologia di persone è la velocità con la quale, questi individui, poi abbandonano l’oggetto delle loro adulazioni qualora questi ultimi finiscono in disgrazia.

Il secondo gruppo di essere umani, invece, si caratterizza per la propria spiccata indole nel rendersi antipatico agli altri ed a se stessi: saccenti, scorbutici, convinti di avere sempre la verità tra le mani, si dilettano nel affermare e sostenere tesi diametralmente opposte ai propri interlocutori, oltre che capaci di trovare sempre il difetto in ogni cosa. A livello umano, però, in genere, sono meno traditori e cinici, dei cosiddetti “yes man”.

Se guardiamo poi a casa nostra, possiamo di certo affermare che, ultimamente, in Italia, seppur il numero di connazionali appartenente alla categoria dei “rompiscatole” si difenda bene è senz’altro quella degli “yes man” che la sta facendo da padrona.

Tuttavia, tra i due litiganti della italica scala evolutiva, vi è una terza categoria che – come direbbe Totò: <<tomo tomo, cacchio cacchio>> – sta iniziando a prender piede, cioè quella dei “laici consapevoli”.

Gli italiani che appartengono a questa “specie” si caratterizzano per il fatto di leggere la realtà ed analizzarla non in base a stereotipi ideologici, siano essi, di destra, di centro o di sinistra, ma attraverso l’empirismo delle cose e quindi, rapportando i retro pensieri di ogni dettato culturale con le varie esigenze quotidiane, ci si rende realmente conto di quali filosofie politiche siano esatte e quali no. In altri termini, il “laico consapevole” guarda, giudica e progetta il mondo, non per quello che vorrebbe che fosse, ma per quello che realmente è.

Ed i primi a voler essere riconosciuti quali “laici consapevoli” siamo proprio noi de l’Ortis.

Infatti il sovranismo che noi tanto propugniamo non è un’idea partorita così, giusto per dare sfogo ai nostri trascorsi politici o legata men che meno a questioni affettive, ideologiche o istintive, quanto ad un’attenta analisi storico/culturale delle esigenze del nostro popolo che da millenni vive, coronato dalle Alpi, nel centro del Mediterraneo.

Siamo talmente convinti della bontà di questo progetto di vita che chiunque ne mini le radici e l’esistenza, deve essere necessariamente redarguito, chiunque esso sia, anche l’uomo, attualmente, più forte ed influente d’Italia, cioè Matteo Salvini.

In particolar modo ci riferiamo all’apertura del “Capitano” nei confronti di Mario Draghi al Quirinale.

È dai tempi di Enrico IV che sappiamo che “Parigi val bene una messa” ma qui, accettando Draghi, è la stessa “Parigi” che viene messa in pericolo.

Infatti, dopo l’esternazione di Salvini rispetto alla possibilità di votare Draghi – nel 2022, quale nuovo Presidente della Repubblica – tutte le difficoltà preesistenti affinché il Paese torni immediatamente alle urne si sono sciolte come neve al sole ed anche i più sprovveduti osservatori politici hanno compreso come la questione dell’aumento dell’IVA, della legge elettorale, del taglio dei parlamentari, dello spread, ecc. ecc. era solo una colossale scusa.

Il vero timore di Mattarella, come da noi, tra l’altro, più volte evidenziato su queste pagine, era ed è, quello avere quale successore sul Colle più Alto un euroscettico che permettesse di metter in discussione l’attuale status quo internazionale.

Ora se Draghi venisse eletto Presidente della Repubblica, anche avendo a Palazzo Chigi un Governo Salvini/Meloni, il nuovo Esecutivo ben poco potrebbe contro l’attuale eurocrazia e ciò lo affermiamo non perché vogliamo essere dei meri “rompiscatole” ma perché, dalle Presidenze Ciampi-Napolitano-Mattarella e dai governi Monti, in poi, negli ultimi vent’anni, ne abbiamo avuto la prova provata!

Può mai essere che tra tutti gli italiani, vicini e lontani al cosiddetto sovranismo, non vi siano persone degne di questa alta carica più dell’ex Presidente della BCE?

Se volete, qui di seguito, ve ne posso suggerire almeno una decina:

  • PAOLO SAVONA classe 1936;
  • FRANCO CARDINI classe 1940;
  • MASSIMO FINI classe 1943;
  • CARLO NORDIO classe 1947;
  • GIULIO TREMONTI classe 1947;
  • MARIA GIOVANNA MAGLIE classe 1952;
  • VITTORIO SGARBI classe 1952;
  • NINO GALLONI classe 1953;
  • MARCELLO VENEZIANI classe 1955;
  • IRENE PIVETTI classe 1963;
  • PIETRANGELO BUTTAFUOCO classe 1963.

Fa dunque bene Giorgia Meloni ad annunciare, fin d’ora, il voto contrario di Fratelli d’Italia, ma rimane il fatto che, qualora la Laga voti Draghi, tale opzione sarebbe inutile.

La Nazione ha bisogno, e questo Salvini di sicuro lo sa, di riforme “rivoluzionarie”, di scelte coraggiose, che consentano una crescita, demografica, del PIL, e della qualità della vita, che l’attuale Europa, con tutti i suoi lacci e laccioli di derivazione franco/alemanna, non ci consentirà mai.

In conseguenza di ciò è evidente che bisogna tentare di tenere il più lontano possibile dalle stanze dei bottoni tutti gli europeisti, ivi compresi coloro i quali si rifanno al Partito Popolare Europeo e qui sorge l’ultima e più importante, domanda: Perché Silvio Berlusconi vuole convincere Salvini ad entrare nel PPE? Semplice, per cercare di imbrigliare la Lega.

Ora, se le vicende di Gianfranco Fini non hanno insegnato nulla a Salvini, facesse pure, diversamente … Matteo ripensaci!

Lorenzo Valloreja  

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