“LO STATO NON LASCIA SOLO NESSUNO”: NE SIAMO PROPRIO SICURI?

Partiamo da un dato di fatto legato all’ attuale emergenza pandemica: al 23 aprile, grazie al cofinanziamento UE al 75 %, 1010 nostri connazionali hanno fatto ritorno a casa. I cittadini tedeschi, invece, in analoghe condizioni e rimpatriati nell’ identica modalità, sono stati ben 30.490. E su 237 complessivi voli organizzati dall’ Unione europea, solo uno ha riguardato l’Italia (dati de La verità del 6 maggio 2020, nda).

E sorvoliamo sul sito di una certa ambasciata (apprendiamo dal medesimo articolo), che suggerisce voli charter rigorosamente privati da biglietti a 1800 euro a posto pagabili anticipatamente con bonifico bancario.

Questo ci interessa semplicemente per trarre una prima considerazione : attenzione a prendere troppo sul serio e alla lettera il propagandismo di un certo ministro 5 Stelle, per cui “lo Stato non lascia solo nessuno”; ciò detto in relazione all’ ultimo “recupero” di una nostra connazionale all’ estero. O magari : va bene, ci crediamo però è meglio non farci troppo affidamento. E’ più “rispettoso delle istituzioni” così?

Abbiamo comunque parlato di casi di italiani in giro per il mondo, per vacanza o motivi di lavoro; ed anche la vacanza non dovrebbe essere qualcosa di meritorio di non tutela dato che fa, o faceva, girare soldi italiani (tour operator, compagnia aerea e tasse aeroportuali ecc.).

Sono situazioni in cui dovrebbe essere molto, ma molto più economico aiutare un connazionale in difficoltà rispetto a quelle dei connazionali privati della loro libertà da gruppi delinquenziali o terroristici; perché in questi casi, si pagano riscatti molto, ma molto sostanziosi anche nell’ ordine di milioni di euro. Ci corre l’ obbligo a proposito, di prendere atto che mai il ministero degli Esteri o qualunque altra autorità preposta ha mai accettato di aver pagato un riscatto; ma anche che tutto il mondo giornalistico e politico, con l’ eccezione di qualche pasdaran governativo, in tutto il susseguirsi dei governi, ha sempre ritenuto scontato che l’ unico sensato motivo per cui certa gente non propriamente l’elite intellettuale e politica dei rispettivi paesi, accetta di lasciar andare o non uccidere uno straniero, sono delle belle valigie piene di contanti freschi di stampa e fruscianti, od oro, o pietre preziose (si ammette forse combinazione delle tre forme).

La politica americana in questione è almeno ufficialmente, il divieto esplicito di queste operazioni; è probabile che facciano sul serio, perché se un funzionario di intelligence non ha l’autorizzazione ad accesso ai fondi per quella motivazione, non può certo rimetterci milioni di dollari di tasca propria.

Ma ammettiamo pure che l’Italia sia la patria dell’andreottiano “pensar male”, e che i rilasci in questione, almeno a volte, siano dovuti al nostro prestigio internazionale, alle notorie entrature italiane presso ogni cancelleria quanto presso gruppi di opposizione armata e non, di ogni colore o religione; o persino ai contatti presso mafie straniere tenuti in stand by perché non si può mai sapere.

Insomma, delle due l’ una: o si mette mano al portafoglio a livello di alcuni anni di fatturato di una media impresa, o c’ è un lavoraccio di intelligence e di politica silenziosa da far tremare i polsi dei non addetti ai lavori.

Come però dicevamo, attenzione a non farsi troppe illusioni: non è affatto detto che tutto questo lavorìo e dispendio (di capitali, di risorse umane, di mezzi) presupponga semplicemente la titolarità di un passaporto della Repubblica italiana da parte del malcapitato.

Come nel caso di sventurati connazionali addirittura periti all’ estero in tragiche circostanze, o anche di stranieri molto di casa in Italia e incappati nei rigori di polizia e magistratura dei loro paesi, notiamo la mobilitazione tanto dei mass media che degli organi dello stato, solo qualora però il collocamento ideologico, sociale ed intellettuale dei soggetti bisognosi di aiuto sia politicamente corretto. Vale a dire, si tratti di militanti di sinistra, aderenti a ONG, volontari di cooperazione, partecipanti a progetti internazionali sponsorizzati da ONU o organizzazioni di governo mondiale (o mondialista). In casi del genere, addirittura, può anche verificarsi che si rechino ad attendere il volo di Stato col connazionale recuperato tanto il capo del governo quanto il ministro degli esteri; e nulla conterebbe magari che il nostro povero concittadino (o la nostra povera concittadina) partano atei e tornino convinti islamici, o entusiasti ammiratori del popolo “ospitante”, magari con qualche bella storia sentimentale accesasi.

Creiamo ora un caso di fantasia, puramente teorico: un militante di una formazione politica di destra radicale si trova in Siria per discutere di una cooperazione culturale con il “regime di Assad” cioè il governo siriano legittimo. Costui scompare nel nulla, e dopo qualche giorno una formazione islamista o comunque anti Assad si fa viva chiedendo due milioni di euro di riscatto. In tale caso scatterebbe sicuramente la “linea della fermezza”, e ai disperati familiari, parenti e amici, si farebbe freddamente sapere che “il caso è seguito con scrupolo, e richiesta alle autorità locali massima attenzione”. Stop. Anzi, sui socials e sulla stampa partirebbe una campagna del genere “non usate i mie soldi per fascisti e mercenari di Assad”.

Ma forse, le mie sono sole fantasie andreottiane, ripeto, alla “pensar male”. E quindi peccando, ma azzeccandoci pure (probabilmente). E per quanto mi riguarda, spero proprio di non sperimentare mai la validità o meno di quanto scritto.

A.Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *