MARK RUTTE, OVVERO QUANDO IL DESTINO DI UN UOMO È NEL SUO NOME!

Ma veramente dobbiamo temere di confrontarci con un politico che ha per nome RUTTE? Gli antichi romani saggiamente presupponevano che “nomen omen”, ovvero che il destino di un uomo è nel suo nome … quindi di che cosa stiamo parlando? Ma veramente tra gli italiani e tra i nostri lettori, c’è chi possa credere che la piccola, insignificante, Olanda possa avere e pretendere, tutto questo potere in seno all’UE?

Suvvia, l’abbiamo già scritto, più e più volte, in Europa c’è una sola Nazione che detta le regole e questa è la Germania e suo fido scudiero è la Francia.

I tedeschi sono stati capaci, persa la II Guerra Mondiale, di escogitare un “Piano B” per dominare il vecchio continente e quest’arma segreta invincibile è l’Unione Europea.

Per tenere celata questa strategia alle sue sprovvedute vittime, Berlino, spesso e volentieri, ama giocare al “poliziotto buono e poliziotto cattivo”, cioè usa Paesi terzi, in questo caso l’Olanda, per creare situazioni di scompiglio (polemiche verso la gestione finanziaria dell’Italia e degli altri Paesi mediterranei) al fine di ergersi, apparentemente, a protettrice dei più deboli salvo poi, nel segreto delle stanze, pianificare la fine di questi ultimi.

Per cui, no problem, il Recovery Fund, alla fine, verrà certamente concesso, forse al ribasso, ma a quale prezzo per l’Italia?

Beh, di sicuro l’Italia dovrà sottostare, in primis, a delle condizionalità e poi dovrà realizzare le “mitiche” riforme.

Queste ultime, per gli osservatori meno esperti, potrebbero anche avere un non so che di positivo: il nostro Paese va indubbiamente riformato, ma non è che tutti i cambiamenti siano sempre necessariamente positivi. Le riforme in questione, ad esempio, se presumessero, come infatti prevedono, delle nuove privatizzazioni, delle ulteriori cessioni di pezzi di sovranità nazionale e dismissione dei diritti fondamentali acquisiti, sarebbero una vera e propria iattura, altro che modernizzazione del Paese!

Ma d’altronde, come dicono dalle mie parti “a lavare la testa all’asino si sciupa solo l’acqua e il sapone “. Come si può, infatti, fare un ragionamento sensato con chi osserva la realtà in maniera, “confessionale”, direi quasi, “teologica”?

Si, perché questa è la visione che ha il Governo italiano dell’Europa, un puro e semplice atto di fede.

Non osserviamo e ci rapportiamo con questa organizzazione per quella che è ma per quella che la nostra mente immagina che sia o che le viene indotto di pensare attraverso la lettura di certa stampa notoriamente europeista ed atlantista.

Ecco che, allora,  la conversione di Orban, sulla via di Bruxelles, verso le posizioni italiane viene, ad esempio, interpretata da taluni ambienti come un messaggio d’amicizia e d’omaggio, del premier magiaro, al sovranista Salvini, senza capire o far finta di non aver compreso, che Budapest si è spostata a favore di Roma per la sola ragione che l’olandese RUTTE vuole che l’UE non eroghi più i fondi nei confronti di quei Paesi che non rispettino appieno i diritti civili, e siccome l’Ungheria è stata spesso oggetto di questa critica cerca, nel principale avversario di Amsterdam, cioè l’Italia, il miglior alleato possibile … tutto qui!

In buona sostanza, dell’Europa non frega niente a nessuno! Neanche a Macron e forse, ad essere sinceri, oltre all’Italia, allocca di turno, il futuro dell’UE potrebbe interessare solo alla Germania, per gli ovvi motivi fin qui petulantemente riportati.

Di certo, se l’Italia inaspettatamente uscisse, ed in conseguenza di ciò, i “Paesi frugali” si ritroverebbero a dover pagare una quota annuale maggiorata, con molta probabilità, anche loro, immediatamente dopo, uscirebbero dall’Unione perché, a quel punto, l’UE non gioverebbe più a nessuno.

Questo Conte lo sa, eppure insiste e persiste nel farsi umiliare.

A questo punto, nella sua ottica, non si capisce a cosa giovi far sbarcare tutti questi migranti nella speranza che l’emergenza Covid si riaccenda per riottenere così un prolungamento dei pieni poteri se tanto, poi, a gestire questa nuova crisi non sarà più lui? Questo ancora non ci è dato di saperlo, tuttavia, dopo la figura meschina rimediata in questi 4 giorni di trattative, la sagoma di Draghi sembra stagliarsi ancora più nitidamente all’orizzonte.

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