QUESTA E’ LA VERA ITALIA DELL’ ODIO E DELLA CORRETTEZZA POLITICA IPOCRITA: DOPO SETTANTASETTE ANNI, ANCORA DISPREZZANO NORMA COSSETTO E MIGLIAIA DI ALTRI MARTIRI DELL’ ITALIANITA’.

Prima di scrivere questo articolo, ne abbiamo discusso col direttore Lorenzo Valloreja anche a proposito di “una certa sinistra” che proprio non vuole sapere di una memoria condivisa delle tragiche pieghe del passato (segnatamente quello del crollo del fascismo e della guerra civile).

Ma a ben pensarci: quale sarebbe quell’ altra sinistra, al contrario, di ampie vedute e che si sforza di un minimo di pietà, magari anche con un velo di ipocrisia, verso gli sconfitti? Siamo noi, moderati inconsapevoli e inguaribili benpensanti per storie familiari e intellettuali ben più di quanto lo pensiamo noi stessi, a figurarci una sinistra equanime e serena che non è mai esistita se non nella penna degli eretici come un Giampaolo Pansa o un Cesare Pavese, e nelle storie dei disertori come Giuliano Ferrara o di una somma, apicale sensibilità come un Luciano Violante (peraltro un tantino interessato nella solita prospettiva quirinalizia) . Ma quando mai, da quella parte, si acconsentirebbe a dedicare una via anche a un Giorgio Almirante che nella Repubblica partecipò con tanto peso e popolarità alle dinamiche democratiche e parlamentari? Ma quando mai, si abiurerebbe a un minimo, a uno straccio di ortodossia politicamente corretta che inficerebbe, anche vagamente e anche a vederlo col binocolo, uno dei pilastri politicamente corretti che in Italia è particolarmente sentito per ovvii motivi storici, vale a dire l’ antifascismo?

Ma antifascismo, tuttora, non è non solo e non tanto la condanna e l’esecrazione della dittatura, del disinvolto ricorso alla devastante guerra moderna, della persecuzione politica, razziale e religiosa (cose che non vedo da chi oggi siano esaltate o apprezzate); ma il persistente odio verso le vittime dalla parte “sbagliata” o comunque perdente. La Associazione nazionale partigiani italiani è ormai il collegio sacerdotale di questa religione dell’ odio storico, e i politici non solo di sinistra sono i bigotti devoti di questo aspetto metastatico della democrazia italiana, che proprio in questi esasperati conservatorismi ideologici assurdamente più rigidi di mezzo secolo fa (quali il progressivo affiancamento della canzone Bella ciao all’ inno nazionale) trova dei residui fondamenti, spogliata nella sua essenza dal regime tecnico-sanitario quanto dalla colonizzazione eurocratica.

Ultima sconcertante prova viene da Pescara, la città dove la sinistra ha sempre mal digerito la “disgrazia” di aver dato i natali al Vate Gabriele D’ Annunzio, per i relativi frequenti tentativi di onorarne e promuoverne la memoria culturale e la doppia eredità (uomo d’ armi patriottiche e sommo letterato).

Il Comune abruzzese e adriatico ha deliberato l’ intitolazione di una piccola area di verde pubblico nel centro cittadino, a Norma Cossetto, una tra le più note vittime della barbarie titoina e rossa delle foibe, ricordata nel film Red land Rosso Istria del regista Maximiliano Hernando Bruno del 2018, trasmesso da RAI 2 appena qualche mese dopo, ricordo bene, in una serata in cui su RAI 1 si svolgeva il rito istituzionale di San Remo  (vedi il mio articolo LA TELEVISIONE PUBBLICA FRA L’INSULSO RITUALE SANREMESE E L’EMOZIONANTE RICORDO DELLE FOIBE) del 10 febbraio 2019.

Il martirio e supplizio di questa ragazza e studentessa universitaria di Santa Domenica di Visinada (oggi strappata all’ Italia dalla Croazia), che scontava la colpa di essere figlia di un fascista con posizioni di rilievo, sia nel PNF locale che nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, avvenne nella “prima fase” post otto settembre 1943 delle suddette barbarie, che tanto ancora vengono incredibilmente sminuite, relativizzate, contestualizzate da piccoli pupi dell’ informazione e storia di regime pensierounicista, e velinate dai soggetti anzidetti, politici o appartenenti ad una associazione nei cui ranghi ormai militano pochissimi se non nessun partigiano. E questo è forse un guaio: difficilmente infatti, non pochi combattenti veri non vorrebbero sgravarsi la coscienza e promuovere gesti di fraternità e riconciliazione nazionale. Norma Cossetto subì umiliazioni e supplizi inenarrabili compreso lo stupro finchè i suoi aguzzini non la lanciarono (ancora viva, pare) in una foiba.

Così sua sorella descrisse il ritrovamento del corpo: «Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all’addome […] Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l’abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”»

Ma quello che mi colpisce di più nel caso pescarese non è tanto la levata di scudi della ANPI in evidente copia e incolla su revisionismo ecc. quanto la fredda e sprezzante nota dei consiglieri della ista civica di sinistra Sclocco sindaco (Marinella Sclocco era il candidato sindaco sconfitto alle ultime elezioni comunali) Mirko Frattarelli e Marinella Sclocco in cui i due esponenti bellaciao, di sicuro ottimi interlocutori e suggeritori delle sardine, ritengono “inammissibile che la giunta comunale celebri una fascista come Norma Cossetto”.

Ebbene, se un difetto ha l’ iniziativa è solo quello di esaltare appena una martire che rifiutò di unirsi alla bande staliniste e antiitaliane, dato che di nomi di infoibati da ricordare ve ne sarebbero tante altre migliaia.

Per quanto riguarda noi de L’ Ortis e i nostri lettori e amici, abbiamo l’ ulteriore riprova di quale sia, veramente, l’ Italia dell’ odio e della meschinità ideologica, intellettualmente vile di quella viltà di chi serve, ben compensato, il Pensiero Unico.

A.Martino

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