LETTERA APERTA AL SIGNOR PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Avv. GIUSEPPE CONTE

Eccellenza,

il giornale che mi onoro di Dirigere non è certamente mai stato magnanimo nei confronti del suo II Esecutivo.

Infatti tali e tante sono le divergenze ideologico/tattiche che ci dividono rispetto al suo più recente operato che non basterebbero dieci fogli per elencarle, ma lo scrivente, ed i lettori che egli rappresenta, hanno ben chiaro in mente cosa sia il senso dello Stato ed il bene della Patria. Ragion per cui, essendo qui in gioco il futuro del nostro beneamato Paese, le polemiche e le divisioni devono essere necessariamente lasciate alle spalle ed in virtù di questo non potevo che rivolgermi a Lei, nostro attuale Capo del Governo.

Nello specifico vengo a chiederLe conto, se ne fosse a conoscenza, o a notiziarLa, qualora non ne fosse stato informato, che, giorni fa, il Governo di Accordo Nazionale, nella persona del proprio Presidente del Consiglio Presidenziale, Fayez al-Sarraj, ha concesso, alla Marina Militare Turca del Presidente Erdogan, una base, per 99 anni, presso la città di Misurata.

La stessa città dove noi avevamo un ospedale da campo militare e dove oggi non c’è più.

QUESTO È, SENZA OMBRA DI DUBBIO, UN ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DELL’ITALIA E COME TALE VA SANZIONATO NELLE SEDI PIÙ OPPORTUNE.

Signor Presidente, certamente Lei ricorderà nel 2011 come lo scoppio della I Guerra Civile Libica sia avvenuta, con la supervisione della Francia, più per tagliare la nostra sfera d’influenza sulla “Quarta Sponda” che per abbattere il Colonnello Gheddafi; allo stesso modo sono convinto che Ella, come me, sarà d’accordo nel aver valutato come un errore il fatto di non aver preso in considerazione il Piano dell’allora Ministro Pinotti il quale prevedeva che il nostro Paese, sotto l’egida della comunità internazionale, avrebbe dovuto inviare in Libia un contingente stimabile tra le 10mila e le 50mila unità, a seconda delle esigenze, per occupare tutta la costa per una profondità di circa 50 km; Lei è stato il protagonista assoluto della Conferenza per la Libia che si tenne nel 2018, presso la città di Palermo e sono sicuro che rammenterà molto bene chi, come la Russia di Putin, fece di tutto per aiutarci e chi, come la Turchia di Erdogan, abbandonò clamorosamente il vertice nel tentativo di discreditare il nostro operato.

Ora, gli amici di ieri continuano ad essere tali, così come i nemici ed è francamente avvilente constatare che un Paese come il nostro non ancora l’abbia compreso, trovandosi, così com’è, a sanzionare a più riprese una Nazione amica come la Federazione Russa, mentre, in altre occasioni molto più pregnanti per il destino della Patria, non abbiamo mosso neanche un dito contro chi, seppur ufficialmente nostro amico, trama nell’ombra contro l’Italia e tutto il mondo occidentale.

QUESTO NEMICO HA UN NOME E COGNOME ED È LA TURCHIA DI ERDOGAN!

La Turchia infatti, è cosa ormai risaputa presso tutte le Cancellerie occidentali:

  • È finanziata dal Qatar;
  • Ha favorito i movimenti jadisti in Siria come in Libia;
  • Persegue una politica economico/militare espansionistica: ha infatti piazzato proprie basi militari nelle città di Mogadiscio, Port Sudan (inserendosi e controllando la “Via marittima della SETA”);
  • Non riconosce il Genocidio Armeno;
  • Si oppone alla nascita di uno Stato dei Kurdi;
  • Non condanna gli atti terroristici occorsi negli ultimi mesi a Cannes e Vienna;
  • Ricatta la Grecia e l’Unione Europea con la tratta dei migranti;

e cosa ancor più grave, OGGI, CONTROLANDO IL PORTO DI MISURATA E LE 18 MOTOVEDETTE DONATE DAL NOSTRO PAESE ALLA GUARDIA COSTIERA LIBICA, POTRA’ FARE ALTRETTANTO NEI CONFRONTI DELL’ITALIA, IN PRIMIS E DELL’UE POI.

Ma, detto questo, rimangono ancora un paio di questioni da analizzare.

Stante il fatto che la Turchia, così come l’Italia, fa parte della NATO:

  1. Come è stato possibile che Erdogan abbia potuto ottenere una base militare per 99 anni, a meno di 220 miglia marine dalle coste di uno dei suoi principali alleati senza che Ankara si consultasse prima con gli Stati Uniti e poi con tutti gli altri alleati?
  2. Com’è possibile che Ankara ci prenda letteralmente a pesci in faccia se, poi, all’interno dell’Alleanza Atlantica, il nostro Paese è il 5 contribuente – paga infatti circa 20 miliardi di Euro l’anno, cioè, 5,5 milioni di Euro al giorno, il doppio di quanto versa la Turchia?

Seguendo la normale procedura Lei sarebbe dovuto essere avvisato, prima della conclusione di qualsiasi accordo, sia dalla Turchia che dal Governo di Accordo Nazionale Libico, oltre che dai nostri servizi segreti.

Pertanto, se così fosse, Lei era già al corrente di tutto, ma questo l’avrebbe obbligata, stante la gravità della situazione Geopolitica profilatasi, a presentarsi in Parlamento e a relazionare alle Camere.

Se invece, Lei fosse stata tenuta all’oscuro di tutto, le correrebbe ugualmente l’obbligo di informarsi e relazionare alle Camere per studiare una linea politicamente unitaria da tenere in ambito internazionale.

Tuttavia, sia nella prima che nella seconda ipotesi, per rimettere le cose a posto e lavare l’onta subita dal nostro Paese, mi permetto di suggerirLe, con il massimo rispetto, quanto segue:

  • Presenti una lettera di protesta formale all’Ambasciatore Turco chiedendo che il Governo di Ankara rinunci alla base;
  • Chieda di convocare urgentemente il Consiglio Atlantico ponendo il seguente aut aut:
    • O la Turchia rinuncia immediatamente alla base di Misurata o deve uscire dalla NATO.
    • Se malauguratamente la richiesta italiana non dovesse trovare accoglimento da parte degli altri alleati l’Italia si troverà costretta ad uscire dall’Alleanza Atlantica e pertanto tutte le basi straniere presenti sul territorio italiano dovranno essere sgomberate dagli stessi e riconsegnate, entro 3 mesi a partire dal presente diniego, nel pieno possesso dello Stato Italiano.

Certo che la mia segnalazione sarà spunto almeno di proficua riflessione presso i suoi uffici, cordialmente La saluto manifestandole il senso del mio più profondo rispetto.

Pescara lì 22/11/2020 il Direttore Responsabile

Lorenzo Valloreja

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