POVERA ITALIA. TUTTO IL RESTO SONO CHACCHIERE FURBE.

Riepilogando: sono passati dalle cene di solidarietà con i ristoratori cinesi dai locali deserti perché, confusamente, il volgo razzista (o meglio spaventato) temeva il contagio con il loro cibo, alla chiusura tra marzo e maggio di tutti i ristoranti, anzi negozi anzi attività commerciali, ricreative, spettacolari, culturali.

Ci hanno fatto credere che se avessimo fatto i bravi (mascherina, distanziamento, protocolli sanitari rigidissimi per tipo di attività) ne saremmo usciti fuori; che loro, la parte loro l’avrebbero fatta egregiamente (siamo un modello per il mondo, o no?). Ci hanno dato qualche soldo per far lavorare un pochino l’industria turistica (bonus vacanze), per comprare biciclette e monopattini, per calmare qualche accenno di protesta. Infatti in estate hanno concesso di riprendere fiato a chi vive di partita IVA (e ai loro dipendenti) con protocolli rigidissimi (sanifica, diminuisci la frequenza del pubblico di ogni tipo, distanzia, riempiti di camionate di disinfettanti ecc.) e poi….richiudi!

Ci hanno sorvegliati specie a Pasqua, con droni e cani poliziotto; e a Natale lo rifaranno. Rifletteremo un’altra volta sul devastante aspetto spirituale della dittatura sanitaria, e sul suo infierire sui più sacri momenti della tradizione cristiana ormai al crepuscolo.

Andare da Roma a Civitavecchia tra un mese? Boh, “dipende da Conte”. 

Diritti civili (quelli veri e vitali come la libertà di impresa tanto per dirne uno) sospesi, Costituzione roba da pignoli del diritto o da topi di biblioteca, l’unica vera fonte del diritto è il DPCM (atto amministrativo inferiore alla legge ordinaria). Ovvero ciò che un fantomatico Comitato tecnico-scientifico decide (di cui non si sa sede, composizione, delibere, eventuali voti a maggioranza, verbali) e che viene reso noto prima al popolo mediante TV e Rete e poi cortesemente illustrato a un impotente Parlamento.

Regioni gialle, arancioni, rosse. E tra queste una regione “fessa” con un presidente meloniano (ottima cosa in tempi gialloverdi ma non giallorossi e figurati in dittatura sanitaria) come l’Abruzzo che si fa zona rossa spontaneamente, sperando con ingenuità di essere premiata come i volontari a interrogazione scolastica; ma che si ritrova unica rossa a ridosso dell’Immacolata, fondamentale banco di prova del commercio.

Alberghi, ristoranti e pizzerie: un anno fa dicevo che dove chiudeva una libreria apriva un ristorante. Sarei stato smentito dai fatti: librerie e cartolerie sono stati tra i primi graziati dell’apocalisse commerciale assieme ad abbigliamento per bambino, tutto ciò che si beve o mangia purché non in loco, informatica ed elettricità, ecc. Eccezioni a volte comprensibili, altre volte meno come librerie o abbigliamento infantile rispetto a quello per adulti, o enoteche da cento euro a bottiglia. Arcana imperii…o verdetto del comitato tecnico-scientifico.

Ah, dimenticavo l’ ancora di salvezza per gli alberghi: la notte di San Silvestro chiusi in una camera di albergo col cenone in camera e stravaccati sul letto. Fantastica trovata erotica: o forse FOLLIA PURA, fantasia neroniana con la quale torturare i poveri albergatori.

Anche se negli ultimi anni, nel negozio di abbigliamento medio transitavano dieci clienti a giornata con punte forse di venti nel fine settimana, dovrebbe essere chiaro che è il settore dell’abbigliamento, per il Comitato, tra i principali responsabili della diffusione virale. In tutta franchezza, per il popolo bue, io non riesco proprio a capirlo: o forse il bue sono io.  

La settimana bianca? Nemmeno a parlarne, anche se in Svizzera gli impianti sciistici già lavorano, e in Austria sono molto chiari con la Dea Europa: indennizzi (non ristori) consistenti per tutto il settore, o si riapre.

Insomma: incompetenza, eunuchismo politico, irrazionalità e dialettica della paura; il virus c’ è…fatevi un giro negli ospedali…chi non si vaccinerà non avrà diritto a nulla….

Il sonno della Ragione genera mostri: e ci rende molto più a buon mercato.  

A. Martino

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