NONOSTANTE LA CATASTROFE DI CAPITOL HILL, A QUESTA VELENOSA SIGNORA E AI SUOI SODALI ANCHE DI CASA NOSTRA, E’ SEMPRE PREFERIBILE DONALD TRUMP….E SOPRATTUTTO VLADIMIR PUTIN.

Lo scorso 5 febbraio 2020, il presidente USA Donald Trump tenne un orgoglioso e alquanto vanaglorioso (come nel suo stile) discorso al Congresso. Non aveva stretto la mano alla speaker Nancy Pelosi: cosa certo non da uomo di mondo e per nulla diplomatica, però teniamo presente che da questa donna, sin dalla campagna elettorale del 2016, è sgorgato un vero e proprio fiume di veleno contro Donald Trump, e che si è battuta per la messa in stato di accusa del tycoon a causa del Russiagate facendone una questione (o una fissazione) più personale che politica; più ideologica che istituzionale.

Donald Trump doveva e deve pagare, l’aver “rubato” la presidenza a un’ altra donna dem designata dal deep state, è un pro life, è nazionalista, non omomane, sovranista e populista: è il Male assoluto, quindi, e non può che essere in combutta con un’altra incarnazione di Male assoluto cioè Vladimir Putin. Questa gente secerne in sé un rancore e un veleno quasi patologici, frenati a mala pena dalle leggi pur sempre esistenti, che però a volte come in questo caso, vengono fuori persino con isterismo.  

La gestualità, le parole, le tematiche pensierouniciste della capitale dell’impero euroatlantista vengono poi diligentemente riprese con fedeltà e zelo dai burattini europei: che se prima divisi tra il piegarsi patetico all’ eccentricità ideologica e programmatica del nuovo Cesare (Conte, i britannici, un po’ Macron) e lo sprezzo incredulo dei grandi eurocrati (Merkel, Juncker e poi la baronessa VDL, ecc.), ora possono tirare un sospiro di sollievo. E’ passata, si è rovinato con le mani sue….Adesso, finalmente sovranisti e populisti dovranno stare zitti: anche chi prima mugugnava e magari in cuor suo esulta dinanzi alla folle Epifania di Capitol Hill senza il coraggio di dirlo o scriverlo, capirà che non vi è alternativa; moriranno tutti globalisti, politicamente corretti ed eticamente corrotti, senza identità, e senza interessi che non siano quelli che qualcuno sopra di te ha deciso che ti vengano concessi, per te e i tuoi cari……..lorsignori e lorsignore e i loro giornalisti velinati pensano e dicono questo, in buona sostanza.

Anzi, ci sono ulteriori limitazioni impensabili quel 5 febbraio 2020: vuoi uscire di casa? Andare a cinema o teatro? Lavorare nella tua azienda? Informati prima se questo, oggi o domani, sia possibile…

Il 5 febbraio 2020 il gradimento di Trump nei sondaggi era elevatissimo: in quel momento, ma anche in condizioni di normalità storica a novembre, sarebbe stato sicuramente rieletto. A scongiurare la “continuazione dell’ incubo” ci ha pensato non tanto Black lives matter, che serve più a che altro a rendere l’ anziano presidente dagli occhi iniettati di sangue come Dracula, una marionetta della sinistra sorvegliato speciale dalla Boldrini d’ America (Kamala Harris) ma la “provvidenziale” pandemia col suo Grande Reset (vedi il mio SAPETE COSA E’ IL “GRANDE RESET”? AVRA’ VIA LIBERA CON LA SCONFITTA DI DONALD TRUMP, E CE LO SPIEGA NELLA SUA LETTERA APERTA MONS.CARLO MARIA VIGANO’ RIFUGIATO NEGLI USA. del 3 novembre 2020).

E’ qui impossibile, e sarà difficile anche per lo storico, elencare tutti gli errori, le irrazionalità, le ambiguità, le contraddizioni di Donald Trump: solo i suoi inopportuni tweets meriterebbero una corposa tesi universitaria in scienze politiche. Il suo stile è stato sempre non presidenziale, ma elettorale. Il sei gennaio 2021 ha, oggettivamente e indiscutibilmente, aizzato la folla. Quei cinque morti sono una conseguenza della sua piromania: non nascondiamo la verità, e alla verità appartiene anche la discutibilità della elezione di Joe Biden. Aldilà delle “letterine a babbo Natale” di cui ha parlato il nostro direttore, è possibile che delle decine di ricorsi elettorali presentati dal team del grande avvocato Giuliani non uno (dico non uno) sia stato ritenuto plausibile?

L’ho detto a caldo e lo ripeto: Donald Trump ci ha creato, come sovranisti e populisti, un problema enorme. Ed è consolante che la nostra vera bussola non si sia mai trovata nell’ impero euroatlantista, ma fuori da esso e dalle parti della Moscova: sempre, coerentemente e senza alti e bassi. Ci avevamo visto giusto. Credo che l’imbarazzo di qualcuno ben più politicamente e giornalisticamente referenziato sia enormemente superiore. Auguro a costoro di non cedere alla tentazione poltronista e governista di un ignominioso rientro nei ranghi dell’ euroatlantismo e del politicamente corretto con tanto di cenere sul capo.  

Ma da qui a pensare che recederemo dalle nostre idee e torneremo anche noi nei ranghi da innocua, sciapita nicchietta euroscettica e più o meno destrorsa della Rete, assoggettandoci mentalmente prima ancora che politicamente alla universale ammucchiata globalista dei cervelli all’ ammasso orwelliano, se lo scordino. E dato che Mr Richard Barnett ha messo la sua zampona sulla scrivania di Nancy Pelosi, pure se ritengo che sarebbe stato meglio per noi e soprattutto lui che rimanesse in Arkansas, potete idealmente vedere su quella scrivania pure la gamba mia.

A. Martino

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