ECCO PERCHE’ NOI STIAMO CON PUTIN!

Le bugie, si sa, hanno le gambe corte e quindi, fortunatamente, la verità prima o poi viene sempre fuori.

Così, capita che, mentre i soliti media, nostrani e non, dipingevano una Russia in affanno a causa dell’emergenza Corona-Virus, Mosca, come avrebbe certamente detto il grande Totò se fosse ancora in vita, “tomo tomo, cacchio cacchio” poche ore fa, per mano del proprio Sindaco, Serghei Sobyanin, è tornata praticamente alla normalità.

Il Primo Cittadino, infatti, ha disposto la rimozione delle ultime restrizioni imposte alla Capitale: Tutti i locali, come bar, ristoranti, night club e discoteche, potranno tornare a servire i clienti dalle 23:00 alle 06:00 del mattino, mentre gli unici luoghi pubblici ad avere ancora delle restrizioni in vigore sono i cinema, i teatri ed i musei. Questi ultimi, appunto, dovranno lavorare con un massimo del 50% della propria capienza.

Questo risultato eclatante è sicuramente da ascriversi al fatto che la Federazione Russa è stata il primo Stato al mondo a registrare un proprio vaccino Anti Covid, lo Sputnik V, che è stato, tra l’altro, inoculato tra la popolazione fin dal mese di ottobre del 2020.

Mentre ciò accadeva, nel blocco occidentale e in particolar modo in Italia, è stata portata avanti una campagna di disinformazione e terrorismo mediatico, nei confronti del rimedio scoperto dall’Istituto Gamaleya per far sì che i Paesi della NATO si fornissero solo ed esclusivamente, di vaccini prodotti da aziende statunitensi, inglesi, tedesche e francesi.

Così, il nostro Paese, già fortemente assoggettato dall’Unione Europea, è stato costretto da Washington ad osservare passivamente non solo i progressi Russi ma anche quelli di Londra, in quanto, Downing Street, avendo le mani libere rispetto a Bruxelles si è potuta permettere il lusso di non impantanarsi nelle pastoie burocratiche dell’Unione.

Comunque sia, alla fine della fiera, tutto questo teatrino è servito solo ad obbligare l’Italia nell’acquisto di 202 milioni di dosi ripartite nel seguente modo:

  • AstraZeneca (Regno Unito): 40,38 mln di dosi;
  • Johnson & Johnson (Stati Uniti): 26,92 mln di dosi;
  • Sanofi (Francia) 40,38 ml di dosi;
  • Pfizer BionTech (Stati Uniti – Germania) 26,92 di dosi;
  • CureVac (Germania) 30,285 di dosi;
  • Moderna (Stati Uniti) 10,768 di dosi;

Dosi che poi, come stiamo vedendo in questi giorni, neanche giungeranno in Italia.

Insomma, Roma, deve solo subire, questa è l’amara verità!

Chi conta come la Germania, infatti, appena ha subodorato il problema circa un mese fa, alla faccia della supremazia americana e della fedeltà alla NATO, immediatamente ha stretto un patto con la Russia per la produzione dello Sputnik V, mentre noi, miseri eredi dei romani, stante così le cose, possiamo solo sperare che l’UE, abbandonata la diffidenza verso il Cremlino, voglia consentire la commercializzazione in tutto il territorio dell’Unione di questo vaccino.

Certo, in questa situazione così surreale, è certamente di conforto la notizia che anche il nostro Paese, proprio in questi giorni, si è dotato di un proprio rimedio, ma, onestamente, dobbiamo anche registrare il fatto che tale vaccino è giunto oltremodo fuori tempo massimo, cioè, nel momento in cui, il mercato, ahimè, è già stato completamente lottizzato dai colossi di cui sopra.

Perciò l’unica alternativa per far si che tutto ciò non si verifichi mai più è quella di riconquistare la nostra sovranità e libertà e tale traguardo non può essere raggiunto se non attraverso l’uscita dell’Italia, dall’Unione Europea, dall’Euro e dalla NATO.

Lorenzo Valloreja  

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