MA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ ANCORA IL GARANTE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA?

La Costituzione Italiana, all’Articolo 87, recita testualmente che: “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale …”; successivamente, l’Articolo 91, afferma che: “Il Presidente …, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza alla Costituzione …”.

Ora, grazie a questi due articoli fondamentali, si è sempre ritenuto, nella prassi, che l’inquilino del Quirinale fosse il garante della Costituzione Italiana.

Tuttavia, come tutte le cose, anche le leggi, per quanto siano fondamentali – così come la storia ed ogni altro evento mondano – non sono elementi fissi, cristallizzati ed immutabili, ma cambiano, evolvono nel tempo, adeguandosi a quelle che sono le esigenze della società.

Se ciò è cosa buona e giusta altra cosa è individuare quali siano le forze che spingono affinché avvengano determinati cambiamenti e comprendere se questi ultimi siano voluti per il benessere della maggioranza delle persone o, più egoisticamente, per il soddisfacimento dei bisogni di pochi.

In questo, su scala globale, il III millennio, nelle sue prime battute, si è indubbiamente distinto per:

  • un notevole riavvolgimento sia dei diritti conquistati che delle libertà garantite;
  • uno schiacciamento verso il basso dei cosiddetti ceti medi.

E, ad operare, affinché ciò avvenisse, sono stati i cosiddetti poteri forti, rappresentati dalle varie:

  • Banche d’Affari come, la JP Morgan Chase, la Goldman Sachs, la Lehman Brothers, la Rothschild, ecc.;
  • Think Tank quali la Commissione Trilateral così come il Gruppo Bilderberg piuttosto che il Group30
  • Deep State presenti presso ogni Nazione.

In Italia l’assalto alla diligenza da parte di questi manigoldi iniziò subito dopo la caduta del Muro di Berlino con:

  1. Il dipanarsi del Colpo di Stato in bianco avvenuto a seguito della nascita dell’inchiesta giudiziaria denominata Tangentopoli;
  2. La minicrociera sul Britannia, organizzata da sua Maestà, Elisabetta II, al largo dell’isola del Giglio, per pianificare il saccheggio delle aziende di Stato italiane che di lì a poco sarebbero dovute essere privatizzate;
  3. Il Mercoledì Nero con il quale, l’allora Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, per riparare i danni causati da una grave speculazione monetaria operata, sulla Lira, da Soros, penso bene di prelevare, notte tempo, il 6 per mille dai conti correnti di tutti gli italiani, ingenerando così, nei giorni e nei mesi a seguire, ingenti fughe di capitali;
  4. Il mandato, a Presidente del Consiglio prima, tra il 1993 al 1994 e a Presidente della Repubblica poi, tra il 1999 al 2006, di Carlo Azeglio Ciampi, il quale – già Governatore della Banca d’Italia, grande europeista convinto, nonché fautore, insieme a Romano Prodi, della maggioranza delle privatizzazioni con le quali sono state svendute la quasi totalità delle industrie nazionali – è stato il più grande sostenitore dell’Euro e quindi responsabile anche dello schiacciamento del ceto medio.

Sempre in quegli anni, i nemici della Patria e del popolo italiano, unitamente ai loro collaborazionisti, tentarono di riformare la costituzione a loro esclusivo uso e consumo.

Fortunatamente per noi, però, la Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema, nel 1998, affondò miseramente, così, la bozza del Titolo II – che, all’Articolo 68, letteralmente recitava: “il Presidente della Repubblica … assicura il rispetto dei trattati e dei vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia ad organizzazioni internazionali e sovranazionali” – è andata a farsi benedire, lasciandoci così, non si sa come ed ancora per quanto, un minimo di margine di manovra in ambito internazionale.

Oggi che un uragano come quello di Tangentopoli non c’è più l’Italia sta ugualmente vivendo un’altra tempesta perfetta; essa è rappresentata dalla crisi economico/sanitaria innescata dalla pandemia e per la seconda volta nella storia del nostro Paese la Patria sembra voler, o meglio è stata costretta, ad affidarsi ad un banchiere, Mario Draghi.

Già Governatore della Banca d’Italia, ex Presidente della Banca Centrale Europea, Super Mario è l’uomo che ha salvato l’Euro ma, siamo convinti, per la sua partecipazione alla minicrociera sul Britannia, e per le parole non lusinghiere dell’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che non sia venuto per salvare l’Italia e gli italiani quanto per tutelare gli interessi di pochi, cioè quelli dell’Unione Europea e della propria classe dirigente.

Un tempo la politica dominava sull’economia ma, come nell’involuzione teorizzata da Esiodo, dove si passa dall’Età dell’Oro a quella dell’Argento e da questa a quella del bronzo proseguendo per l’Età degli Eroi fino a giungere all’Età del Ferro, oggi è l’economia e per giunta neanche reale, a dominare i Governi e gli Stati.

Così, se un determinato partito populista dovesse mai vincere le elezioni non è detto che quest’ultimo possa andare al Governo se i mercati, prima, non dimostrano il loro gradimento: lo spread si è fatto Corona e il Dow Jones è il nuovo Globo Crucigero.

Quindi anche se ufficialmente le funzioni del Presidente della Repubblica non sono cambiate, di fatto e nella sostanza sono mutate: Il Presidente è il garante dei mercati e dell’Unione Europa, non della Costituzione e della Patria.

Ecco perché, come siamo stati capaci, in tempi non sospetti, di anticipare l’incarico a Premier per Mario Draghi, oggi vogliamo spingerci oltre e fare un’altra previsione: Mario Draghi nel 2022 sarà eletto Presidente della Repubblica.

Sarà il primo Presidente a lasciare l’incarico da Primo Ministro per spostarsi direttamente da Palazzo Chigi al Quirinale.

Infatti Salvini ha chiesto a Draghi la nascita di un Governo a tempo che porti il Paese alle elezioni, certo Matteo sarà accontentato.

Dopo il semestre bianco, una volta eletto Super Mario al Quirinale, l’Italia andrà al voto e la Lega, unitamente a Fratelli d’Italia, prenderà il potere ma sarà una Vittoria di Pirro perché con Draghi Presidente ogni istanza dell’Esecutivo Sovranista sarà frenato e boicottato, quindi sono le elezioni la chiave di volta per cambiare questo Paese?

Certo che no!

La chiave di volta, come ogni volta abbiamo già sottolineato fino alla nausea, è l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, dall’Euro e dalla NATO.

E come potrà mai avvenire questa rivoluzione pacifica e democratica?

Semplice con la Petizione Nazionale che il nostro giornale ha intenzione di organizzare.

Lo abbiamo promesso e lo faremo.

Viva l’Italia ed abbasso i traditori della Patria!

Lorenzo Valloreja  

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