BEN VENGA IL GOVERNO DI MARIO DRAGHI, SE SERVE A CHIARIRE LE POSIZIONI E A FAR CADERE LA MASCHERA A CHI DI SOVRANISMO HA SOLO CHIACCHIERATO A FINI DI LUCRO.

Alla fine, i “responsabili” o “europeisti” che dire si voglia, si sono trovati. E se ne sono trovati non dieci o venti o trenta, ma CENTINAIA.

No, non sono impazzito, o gioco a fare della fantapolitica applicata al recentissimo passato.

La conversione europeista della Lega, altrimenti, cosa sarebbe?

L’ ulteriore virata salottiera, eurocratica ed elitaria dei 5 Stelle, cosa altrimenti sarebbe?

Tanto quasi isterico entusiasmo nel salutare in Draghi il salvatore della Patria con toni ancora più messianici e santificanti rispetto al Monti del 2011, cosa altrimenti sarebbe?

Mi si dirà: ma i “responsabili” che dicevansi anche “europeisti”, i quali dicevansi anche “costruttori” servivano a Conte, questa è tutta un’altra cosa.

Sì, ma allora, perdonatemi, non abbiamo capito nulla. L’ operazione Draghi, anticipata o meno da noi o da qualcun altro, fa parte di una ben precisa road map che doveva coincidere con la fase di risacca della pandemia (dittatura sanitaria compresa), la gestione dei fondi europei, la prossima attivazione del MES e la totale (almeno nelle intenzioni) normalizzazione euroatlantista ed eurocratica del panorama politico italiano.

La Lega e il suo leader hanno perso il treno con la Storia nell’ estate 2019: maggioranza Ursula con il voto determinante dei 5 Stelle in parlamento europeo, umiliante catilinaria di Giuseppi in Senato contro Salvini a cui rimprovera, tra il paternalistico e il derisorio, persino ”incoscienza religiosa” per mostrare in pubblico il Santo Rosario (adesso sì che si adeguerà al “valore della laicità”). Per realizzare il sogno dell’indipendenza nazionale nella favorevolissima congiuntura astrale trumpiana  ci sarebbe voluto un Farage, un ex “comunista padano” è riuscito solo a fare battutine sulla Merkel o su Juncker, sulle “letterine”, a giocare con magliette di Putin, e mascherine da supporter trumpiano fino a qualche mese fa.

Ma d’ altronde, forse a questo Salvini non ha mai pensato: bisognava tenere voti in frigorifero, e al momento della data di scadenza disgelarli, e cuocerli nel forno dell’ Eurocrazia e dell’ establishment. E ora, nel Carnevale 2021, qualcuno non si mette la maschera bensì se la toglie: la maschera del sovranismo o euroscetticismo che dire si voglia. Un probabile collasso di voti? Non c’ è problema, andranno in gran parte a Fratelli d’Italia che momentaneamente ha il ruolo dell’opposizione responsabile (e dajie…), in attesa che per la fine della legislatura, con calma e senza fretta aderisca pienamente anch’ essa al “miglior mondo possibile” blustellato. Certo, al momento penserà Giorgia Meloni “che palle…”, ma qualcuno l’ opposizione deve pur farla, no? Un Parlamento pericolosamente simile a quello della Bulgaria o della Cecoslovacchia “socialiste” ai tempi del Patto di Varsavia è troppo anche per il Colle più alto, o quanto meno i tempi non sono maturi…

Ma quale leader, ma quale Capitano; basta con i sogni di grandezza, torniamo con i piedi per terra. L’ ultima parola, anche nella Lega, spetta agli “interessi da tutelare” che uno Zaia o un Giorgetti conoscono meglio di Salvini e degli altri colonnelli. I quali colonnelli però, non sono e non saranno mai così umiliati come i tromboni euroscettici da cattedra universitaria e stipendio di parlamentare grazie ai loro “ragionamenti a livello accademico”: quindi, nelle nostre università si spacciano corbellerie, si monta malcontento e si aizza intellettualmente, ci si costruisce prebende grazie a sloganucci come “no Euro”?

Nel frattempo, auguri e figli maschi a Matteo Salvini: ma sarà dura assistere allo smantellamento di Quota Cento e all’ invasione migratoria. Cosa si deve fare per campare, quando l’unico mestiere è la politica. E quando questa, ormai in modo ufficiale e certificato, è ancella della Finanza mondialista e di disegni che con la sovranità popolare sancita dalla Costituzione della Repubblica italiana, hanno a che fare quanto il sale grosso con un bignè alla crema.

Per quanto mi riguarda e ci riguarda, non cambia nulla: anzi, il panorama è più nitido e sgombro da nani, ballerine, prostitute e prosseneti. Chi vuole venire nel nostro quadrato venga, sarà il benvenuto come e più di prima. Come cantò Franco Califano, ” ..e venga con me chi non ce la fa più….”

A. Martino

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