LA FERMA RISPOSTA DA STATISTA DI VLADIMIR PUTIN AGLI INSULTI E MINACCE DELLA CASA BIANCA. “BUONA SALUTE, MISTER BIDEN!”.

La risposta del Presidente Putin agli insulti del capobastone del Sistema euroatlantista Joe Biden non si è fatta aspettare, e lo ha fatto (magari è un caso), con un certo simbolismo, proprio dalla Crimea.”Mi ricordo che quando eravamo piccoli, quando litigavamo, dicevamo: Chi lo dice sa di esserlo. E non è un caso, non è solo un modo di dire per bambini, uno scherzo, vi è un significato psicologico molto profondo in questo“, ha detto il leader del Cremlino durante un incontro in Crimea, secondo quanto riferisce la testata online Meduza, aggiungendo: “Vediamo sempre in un’altra persona le nostre qualità e pensiamo che essa sia come noi e basandoci su questo diamo la nostra valutazione in generale“. Putin ha anche sottolineato che “la Russia coopererà con gli Stati Uniti, ma alle sue condizioni“. E chiarisce questo concetto.

So che gli Stati Uniti, la leadership statunitense, è generalmente incline ad avere certe relazioni con noi, ma sulle questioni che interessano gli stessi Stati Uniti e alle loro condizioni. Pensano che siamo uguali a loro ma siamo diversi. Abbiamo un codice genetico, culturale e morale diverso. Ma sappiamo come difendere i nostri interessi. E lavoreremo con loro, ma nei campi che ci interessano e alle condizioni che riteniamo vantaggiose per noi stessi. E loro dovranno tenerne conto“, ha anche detto Putin.

La chiusura del suo discorso, poi, forse farà correre un inconfessato brivido nella schiena a qualche scaramantico: “Dunque, che gli risponderei? Gli augurerei salute“.

Inevitabilmente durissimi i commenti degli altri esponenti della dirigenza russa. Ricordiamo solo quello, riportato da Tass, del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.

Molto male….non ci sono state dichiarazioni simili a queste nella storia delle relazioni fra la Russia e gli Usa. Queste dichiarazioni da parte del presidente degli Stati Uniti sono molto negative. È chiaro che non vuole rimettere in sesto i rapporti con il nostro Paese e procederemo da questo”.

Colpisce l’imbarazzato silenzio dell’eurocrazia e dei satrapi euroatlantisti compreso Boris Johnson, russofobi quanto si vuole, ma pur sempre in un alveo di rispetto minimo delle forme diplomatiche. Non prendono ovviamente le difese di Putin come dignità di statisti vorrebbe, ma nemmeno riescono ad applaudire a Biden come essi stessi vorrebbero: qui non siamo dinanzi al dittatore di uno stato canaglia, ma al capo di stato democraticamente eletto della seconda potenza nucleare del mondo.

Insomma, non sanno che pesci prendere: sono solo dei maggiordomi o delle governanti dall’ inglese fluente, temono di sbagliare comunque si muovano. Sono combattuti tra la fedeltà al padrone e il timore del cosiddetto killer ai loro confini. I polacchi o quelli degli staterelli baltici gridano contro Mosca, provocano, profanano persino le tombe dei caduti dell’ Armata Rossa, aizzano con la loro retorica russofobica la NATO, ma oltre non vanno poiché, se ci fosse l’ irreparabile assoluto, essi sarebbero polverizzati per la loro posizione geografica, in non più di mezz’ora o tre quarti.

Se gli americani fossero più propensi a conoscere la Storia degli altri popoli, o la Storia in generale, saprebbero che l’Orso russo, come tutti gli orsi, è un animale sostanzialmente pacifico: se ne sta nella tana o nelle sue prossimità apparentemente pigro e persino sonnacchioso, si procura cibo, caccia (e da maestro) proprio se il cibo vegetale scarseggia, riesce persino a pescare salmoni. Ma se vede la tana insidiata, i suoi piccoli minacciati, o se qualcuno crede di fargli paura urlando o schioccando la frusta, diventa uno degli animali più temibili che Dio mai abbia voluto. Questo, Barack Hussein Obama sicuramente a Joe Biden non lo ha mai detto.

A. Martino

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