ALTRO CHE ZEPPOLE! IL 19 MARZO SIA LA MADRE (OPS!) IL PADRE, DI TUTTE LE BATTAGLIE PER LA DIFESA DELLA TRADIZIONE

Come tutti gli anni, anche in questi tempi di Covid, nei vari Paesi di tradizione cattolica, il 19 marzo ricorre la Festa del Papà e in questo momento storico tale evento ha una valenza forse ancora più importante.

Mai, infatti, come al giorno d’oggi, la figura Paterna è stata messa in crisi e tale decadenza è dovuta non solo alle forzature messe in atto da una società filoguidata dai poteri forti – si veda nello specifico la destrutturazione della famiglia così come la si è conosciuta per migliaia di anni: un uomo ed una donna, per l’appunto, un padre ed una madre; per il passaggio alla formula genitore 1 e genitore 2 fino al preannunciato ulteriore transito verso una non ben definita o poligamia o poliandria – quanto dagli stessi padri che per i più disparati motivi hanno abbandonato da loro stessi il ruolo paterno così come lo si è conosciuto per intere generazioni.

Quindi, buona parte della colpa del declino della figura paterna è addebitarsi anche a noi stessi.

La nostra società, infatti, è una società fortemente edonistica e superficiale che mal accetta la vecchiaia, la fragilità della vita ed i compiti che la natura ci ha affibbiato.

Molti uomini moderni, purtroppo, rimangono prigionieri del loro ruolo di eterni Peter Pan: il fisico palestrato, la bella vita, hobby, donne e alcol. Sono, insomma, in prospettiva, rivolti solo su loro stessi, trascurando il fatto che non è il frutto a portare l’albero, semmai è l’albero che porta il frutto.

In conseguenza di ciò, fare il padre non è assolutamente l’essere l’amico e il compagno di giochi, dei propri figli, non è solo andare a vedere il figlio che gioca a calcio o il saggio di danza della propria figlia, no davvero! Ma è senz’altro, in primis, l’essere d’esempio e poi il preparare una strada ai propri discendenti.

Per fare tutto questo non basta la volontà dei singoli ma occorre anche il disegno di uno Stato Etico, la volontà politica di un gruppo dirigente che abbia ben chiaro in mente cosa significhi innescare una rivoluzione culturale che, funga, questa si, da nuovo Rinascimento per l’Italia, ma soprattutto, da riscatto per l’umanità intera nel solco della tradizione e della natura.

Lorenzo Valloreja

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