AINA E “CASA MIA” DICONO NO ALLA REVISIONE DELLA CEDOLARE SECCA

La crisi economica e sociale che stiamo attraversando non è da imputare solo al Covid ma anche e soprattutto, a delle situazioni conclamate che ci trasciniamo da troppi anni.

Gli italiani sanno molto bene che, alcune manovre, se gestite in maniera adeguata, possono dare realmente una spinta verso la ripresa economica, così come hanno contezza del fatto che, un errore o una analisi finanziaria applicata male, può causare, inevitabilmente, la fine di ogni timido segnale di ripresa.

Secondo il Sindacato inquilini ANIA e l’Associazione dei Proprietari “CASA MIA”, tra le azioni giuste che la politica ha saputo attrezzare negli ultimi vent’anni, non possiamo non iscrivere la legge 431/1998 del Governo D’Alema, prima, e la famosa “Cedolare Secca” del Quarto Governo Berlusconi, poi.

Infatti il Governo D’Alema ebbe l’intuizione di riformare il mondo delle locazioni abitative per dare chiarezza ad un settore lasciato per troppo tempo a sé stesso. Si avviò, così, un importantissimo percorso di emersione dei contratti di locazione “in nero”

In conseguenza di ciò il IV Esecutivo Berlusconi, avendo percepito l’azione dirompente della legge 431/98 sul principio di riscossione fiscale nel mondo della Casa, approvò il Decreto legislativo del 14 marzo 2011 n. 23 che introduceva una ulteriore azione fiscale per aumentare l’emersione dei contratti di locazione abitativa “in nero”.

Grazie a quest’ultima azione nacque la “Cedolare Secca” la quale viene applicata a tutti quei contratti che rispettano le regole previste nella legge n. 431/98.

 << Oggi, invece, apprendiamo >> dicono Andrea Monteleone, Segretario Nazionale ANIA e Cetty Moscatt, Presidente dell’associazione “CASA MIA” <<che il Governo Draghi intende rivedere questa impostazione fiscale nel mondo della casa perché “produce una minore entrata fiscale di 2,3 miliardi annui” e perché queste agevolazioni sono a vantaggio dei proprietari immobiliari che semplicemente per questo vengono etichettati come una categoria di “persone ricche” che non hanno bisogno di questi risparmi fiscali. A questo tentativo di distruzione di un sistema fiscale ed impositivo che ha il grandissimo merito di aver rivoluzionato il mondo della locazione diciamo no!  Anche perché, riguardo le minori entrate addotte esse potrebbero essere tranquillamente sopperite dai circa 3,8 miliardi di euro ottenuti grazie all’emersione dei contratti di locazione “in nero” e dei contratti registrati per importi inferiori rispetto a quanto realmente pagato dagli inquilini. Altro importante aspetto che deve essere evidenziato è che grazie a queste due norme e alle agevolazioni fiscali in esse contenute, il mercato immobiliare della locazione è calmierato con canoni di locazione più vicini ad una società in crisi ed a quelle fasce di inquilini che hanno difficoltà ad accedere al mercato libero. Annullare queste agevolazioni fiscali significa ritornare verso un mercato della locazione senza regole che metterà i proprietari contro gli inquilini innescando una guerra dei poveri senza alcun vantaggio fiscale per lo Stato. I proprietari ritorneranno a locare “in nero” poiché tornerà ad essere più conveniente affrontare il rischio rispetto alla futura elevata imposizione fiscale. Si tornerà, quindi, nuovamente a registrare contratti di locazione con canoni molto più bassi rispetto a quanto realmente gli inquilini pagheranno. Altro importantissimo aspetto riguarda anche l’utilizzo obbligatorio del modello di contratto previsto direttamente dallo Stato per poter accedere alle agevolazioni fiscali. Questo modello di contratto ha fatto diminuire di circa il 37% i contenziosi scaturiti per errate interpretazioni delle norme contrattuali con grande beneficio anche per il fisco. Prima della Cedolare Secca, infatti, questa “litigiosità” arrecava minori entrate fiscali per ulteriori milioni di euro di danno. Infine è importante evidenziare che queste agevolazioni fiscali sono rivolte alle persone fisiche proprietarie di immobili ed alle persone fisiche inquiline, ne sono escluse le società immobiliari, le imprese, e le unità immobiliari non abitative >>.

Lorenzo Valloreja

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