VOGLIONO “SPEZZARE LE RENI ALLA TURCHIA” NON PERCHE’ SI STA PRENDENDO IL MEDITERRANEO E LA LIBIA, MA PER L’OFFESA ALLA FIDUCIARIA DELLA MERKEL AI VERTICI EUROPEI.

Scusate, ma con Super Mario non doveva essere garantita la serietà e impeccabilità dell’azione di governo, l’autorevolezza internazionale, la sobrietà nell’ esternazione?

“Draghi parla poco, ma lavora concretamente…”; “altri cavalcano i problemi, invece di risolverli…”; basta con l’ “odio”.

Scusate, ma non era Donald Trump il detentore del più ampio diritto d’ autore della gaffe, del commento inopportuno o violento, della sparata via conferenza stampa o twitter?

Scusate, ma nella storia della Repubblica (ma direi anche del Regno) un capo del governo ha mai attaccato così direttamente e violentemente un collega e capo di stato straniero? Che io sappia, non lo fece neanche il Duce nei suoi discorsi dal mitico balcone, a meno che non si fosse in guerra.

Insomma, il Sommo Pontefice dell’euro cosa buona e giusta e irreversibile, ha provocato una gravissima crisi diplomatica con la Repubblica di Turchia definendo il suo Presidente un “dittatore”. Potenza dell’offesa alla Baronessa von der Leyen, altra somma sacerdotessa della Dea Europa; non c’ entra nulla, per favore capitelo, la geopolitica debordante e neo ottomana della Turchia erdoganiana; cosa volete che sia la nostra progressiva espulsione e irrilevanza dal teatro libico dove i turchi stanno lentamente tornando padroni come lo erano fino al 1911?

No, siamo in crisi diplomatica con la Turchia per una insoddisfacente assegnazione di supporto di glutei (una sedia, insomma) alla suddetta baronessa e per il suo aristocratico e stizzito “ehm” dinanzi a un Michel e a un Erdogan che parevano essere per proferire un sordiano “Ahò: e che vò questa?”.

Perché laddove non poté il ritorno della mezzaluna con stella in campo rosso in quel di Tripoli e Bengasi; laddove non poté l’insidia turca alle importantissimi concessioni petrolifere dell’ENI, o il suo chiaro progetto neo ottomano sull’ ex mare nostrum ; laddove la riconsacrazione a moschea di Santa Sofia ha suscitato massima indifferenza in un establishment laicista se non ateista; lì poté lo sgarbo di Recep Tayyp Erdogan al massimo rappresentante dell’ eurocrazia.

Ciò non significa affatto che Draghi e compagni abbiano intonato Fratelli d’ Italia; questa levata di testa pericolosa come tutte le cose fatte di puro istinto e non con ragionamento in stile putiniano finirà nel migliore dei casi, in una umiliante richiesta di scuse “per il disagio provocato nel mondo islamico e nello spirito della tradizionale amicizia italo-turca bla bla bla….”. Significa semplicemente che ormai la loro sensibilità e visceralità è “europea”: cioè non italiana, non patriottica e (Dio gliene scampi) non nazionalista.

Il loro “europeismo” è ormai una religione di cui sono zelantissimi sacerdoti. In fondo, ad essa devono carriere, prestigio, autorevolezza, patrimoni accumulati con stipendi favolosi (lecitamente quanto si vuole, per carità). Mi vengono in mente le sacerdotesse di Vesta che per mille anni tennero accesa la Sacra Fiamma nel Foro romano: nell’ intimo davvero devote o no al tradizionale culto romano, ad esso dovevano ricchissimi emolumenti, e privilegi femminili eccezionali (capacità di testimoniare, di graziare i condannati, di non essere soggette ad alcun marito o padre ecc.). E speriamo che il culto della dea Europa duri molto meno che mille anni……   

Erdogan si è comportato in modo probabilmente villano, e a freddo (o forse nella sua rozzezza formale non si è reso conto della gravità dell’atto), ma l’offesa è stata fatta a una signora che non è italiana e non rappresentava l’Italia. Tutto qui. Vale la pena, per interessi “europei”, esporre nostri connazionali a rischio di ritorsioni da parte di qualche fanatico? Questione di punti di vista sul mondo, e sul destino degli italiani.

Ecco perché su L’ Ortis leggete, e continuerete a leggere, analisi e opinioni che probabilmente nessun altro vi propone.

E poi, “dittatore”….Scusate, ma viviamo in dittatura sanitaria o no? Voglio solo timidamente far presente che, in questo esatto momento in cui scrivo, oltre le ore 22, si rischia dure sanzioni se “sorpresi” fuori casa.  

A. Martino

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