I SINDACI DEI BUONI SENTIMENTI E DELLA EDUCAZIONE POPOLARE.

Evviva la legalità , il senso delle istituzioni, e tutte le correttezze politiche che volete. Ma quando a incitare al disprezzo delle normative e al linciaggio morale delle autorità costituite è quella Armata Brancaleone della cattiva fede, dell’ipocrisia, del Pensiero unico, detta “Sinistra italiana”, come la mettiamo? Sapete qual è la categoria di pubblico ufficiale della Repubblica Italiana più a rischio, statisticamente e da fatti storici, di illecito penale, civile, e amministrativo? Il sindaco. Ma non parlo soltanto di atti corruttivi che pure , purtroppo, hanno allarmato l’opinione pubblica da ormai un quarto di secolo a iniziare dalla mitica Tangentopoli (questi sono ormai sulla soglia della Storia, quindi checché ne dica il personale docente, per le nuove generazioni già avvolti in una nebulosa quanto l’origine delle Piramidi), ma piuttosto di veri e propri “illeciti civili, penali e amministrativi” per dirla col ministro dell’ Interno Matteo Salvini.

 Essi, se compiuti per altre motivazioni da sindaci di diverso schieramento provocherebbero il solito “sdegno, allarme fascismo, omofobia ecc.”, immediate verbalizzazioni della polizia con sopralluoghi e interrogatori (basti pensare a un primo cittadino che rifiutasse di celebrare nozze gay delegando ad altri, o non commemorasse al 25 aprile i massacri settari del 1945 e dintorni sempre beninteso delegando mai impedendo, ci mancherebbe altro….), la magistratura “aprirebbe un fascicolo”, Saviano griderebbe che non ce la fa più a vivere in Italia…..Insomma, la vecchia storia dei due pesi e due misure nell’edizione riveduta e aggiornata dei “buoni sentimenti” contro gli abusivi occupatori delle istituzioni, grazie a questo dannato suffragio universale sempre più pericoloso e gravido di incognite. E contemporaneamente si guarda con sempre maggiore disprezzo ai medici non abortisti obiettori di coscienza, si minaccia di emarginarli dalle strutture pubbliche.

Ma torniamo alle bizze da dittatura del Pensiero Unico dei Primi Cittadini del cosiddetto Bel Paese, e tralasciamo vezzi politicamente corretti sostanzialmente innocui anche se piuttosto ridicoli quali cancellare l’intestazione di vie a personaggi che qualche maestrina dal dito alzato segnala dopo trenta o cinquanta anni quali troppo compromessi col regime fascista o magari rei di qualche maltrattamento familiare. Tutto iniziò quando la legge sulle unioni civili poi cavallo di Troia per i matrimoni gay era ancora in alto mare, e la Chiesa, allora  ancora più cattolica che postcattolica come oggi, non aveva ancora decretato il tana libera tutti in materia etica. Iniziarono con gli albi comunali delle unioni di fatto prima tra uomo e donna poi anche omosessuali, ottenuto tutto ciò si inventarono la registrazione dei figli “di due padri” o di “due madri” per correre in soccorso dell’utero in affitto che il legislatore bigotto o pauroso ( di chi, non si sa ) non si sbriga a codificare.

Ma prima di passare alla sfida immigrazionista antisalviniana graditissima a Soros, i più non hanno fatto caso a quella specie di autocertificazione in materia dei soliti anti questo e anti quello con relativo impegno a non affrontare determinati argomenti urtanti la “sensibilità civile e democratica”, che diverse municipalità esigono dai fruitori di spazi comunali per convegni, conferenze e incontri vari: un vero e proprio bavaglio alla manifestazione del pensiero e dell’opinione, sfruttando il potere di concessione di un suolo o locale pubblico o aperto al pubblico.

Non ci è dato sapere come finirà, e che piega prenderà, questo violento attacco di sindaci del buonismo militante sempre più paradossalmente “cattivo” contro gli italiani che dicono di fare gli interessi degli italiani, colpevoli di fare persino leggi, non razziste o naziste ma di sicuro complicanti e intralcianti il business dell’accoglienza; ma che tutto questo si sia scatenato esattamente il primo giorno lavorativo utile dopo un certo discorso a reti unificate, mi suscita una impressione molto amara.

A.Martino  

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