SU COME LA TRAGEDIA UCRAINA SI SPIEGHI, ANCHE E SENZA CHE EGLI LO IMMAGINI, CON LA MODERNISSIMA PATERNITA’ DEL PACIFICO TIZIANO FERRO. ALEXANDR DUGIN CE LO CONFERMA.

Le dinamiche psicologiche di massa sottese all’ isteria antirussa (certo, innegabilmente alimentata dalla pura e semplice paura per il passo militare intrapreso il 24 febbraio) sono state ottimamente analizzate dal collega Alessio P. Morrone, Ma vorrei attirare l‘attenzione sul vero e proprio scontro di civiltà in atto, che è alimentato da svariati fattori culturali, economici, antropologici.

Uno di questi è la questione del cosiddetto gender (che io tendo a definire piuttosto “omosessualismo”). L’ideologia cioè per cui, in estrema e forse semplicistica ma non infondata sintesi, la parte in definitiva migliore, più evoluta, e auspicabilmente in crescita delle società occidentali sia quella non “eterosessuale” in tutte le sue declinazioni possibili e immaginabili (omosessualità “classica”, transessualismo, travestitismo ecc.). E a queste si devono riconoscere tutte le possibili forzature della Legge Naturale, per non farle sentire “diverse”. Soprattutto il “matrimonio” e (perché no?) avere figli.

In questo senso, la tragedia che si sta consumando sulle immense pianure e steppe ucraine ha nel lieto duplice evento in curiosa contemporaneità annunciato da Tiziano Ferro col suo compagno di vita, una delle risposte: il cozzare tra concezioni del mondo ormai agli antipodi, come per le inesorabili regole sulla reazione chimica, non poteva, non può e non potrà (pensiamo ai paesi islamici) non suscitare controspinte, magari persino inconsapevolmente suicide. Ma ripeto: Tiziano Ferro non ne ha alcuna colpa diretta, non posso immaginare persona più innocua di lui sempre solarissimo e sorridentissimo di un sorriso da un orecchio all’altro, iper ottimista, entusiasta della vita, sulla cresta dell’onda non solo per la sua bellissima musica pop ma anche, diciamolo, proprio per il suo “orientamento” così moderno e di tendenza. Sta di fatto però che la “telefonata” annunciante a distanza di pochi giorni l’arrivo prima di un figlio e poi dell’altro, come un disguido postale in luogo della trepidazione di un padre in sala parto con almeno un anno scarso di distanza, è sconcertante, solleva inevitabili interrogativi: ma di grazia, la genitrice chi sarà mai, i due bimbi che avranno “due padri” e nessuna madre sono stati adottati, o concepiti e partoriti su commissione?   

Forse il futuro è di coppie del genere, e forse riuscirò a vedere, prima di morire, la penalizzazione del concepimento naturale come “atto omofobo” e non “tracciabile”, sta di fatto però che il contrasto col Naturalismo è innegabilmente colossale.

Alexandr Dugin, massimo filosofo russo contemporaneo ormai noto ai lettori de L’Ortis , ne ha parlato in una sua recentissima intervista a Il Foglio del 2 marzo 2022.

A. Martino

“…..Oggi l’Europa occidentale sta nella trappola della modernità e della postmodernità, il progetto della modernizzazione liberale va verso la liberazione dell’individuo da tutti i vincoli con la società, con la tradizione spirituale, con la famiglia, con l’umanesimo stesso. Questo liberalismo libera l’individuo da ogni vincolo. Lo libera anche dal suo gender e un giorno anche dalla sua natura umana. Il senso della politica oggi è questo progetto di liberazione. I dirigenti europei non possono arrestare questo processo ma possono solamente continuare: più immigrati, più femminismo, più società aperta, più gender, questa è la linea che non si discute per le élite europee. E non possono cambiare il corso ma più passa il tempo e più la gente si trova in disaccordo. La risposta è la reazione che cresce in Europa e che le élite vogliono fermare, demonizzandola. La realtà non corrisponde più al loro progetto. Le élite europee sono ideologicamente orientate verso il liberalismo ideologico”.  Ed è ancora più esplicito quando afferma senza giri di parole. “ …La forma di degradazione spirituale dell’Europa è cominciata con il modernismo, la perdita dell’identità cristiana, ma è arrivato al culmine negli anni Novanta, quando tutte le istituzioni vennero plasmate dal liberismo di destra in economia e dal liberalismo di sinistra nella cultura. L’approvazione dei matrimoni gay mi ha fatto capire verso dove stava andando l’Europa. Si arriverà presto al momento finale, dopo ci sarà il caos, la guerra civile, la distruzione. Forse è troppo tardi per ribaltare la situazione.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *