CENTO ANNI FA NACQUE PIER PAOLO PASOLINI. UN MAESTRO, NON SOLO UN GRANDE INTELLETTUALE E ARTISTA

Il 5 marzo 1922 nacque a Bologna Pier Paolo Pasolini, che sarebbe morto massacrato in circostanze mai del tutto chiarite in un sobborgo di Ostia nella notte tra il Primo e il Due novembre (con misteriosa significatività tra Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, per intenderci). Metto in risalto questa nota religiosa perché Pasolini fu intellettuale e uomo profondamente religioso.

Oggi lo affermo, a differenza di anni fa, in cui, con una certa destrorsa superficialità e una punta di bigottismo, poteva sembrarmi al massimo uno spirito tormentato e irregolare, alla ricerca di Qualcosa. Invece quel Qualcosa anzi Qualcuno lo aveva trovato, ma la sua dolente sessualità, avulsa da qualunque orgoglio e militanza predicatoria e vittimistica e ancora più da qualunque richiesta di “diritti”, lo facevano stare ai margini di una Chiesa sia, all’epoca, molto più giudicante, sia troppo compromessa col Potere e troppo anch’essa imborghesitasi.

Il suo Vangelo secondo Matteo, per qualcuno, è addirittura il miglior film su Gesù Cristo: nessuna interpretazione ereticale, nessuna provocazione blasfema. Ma attori rigorosamente non professionisti, e ambientazione nella povertà quasi surreale dei Sassi di Matera, all’epoca non ancora attrazione turistica per comitive “tutto compreso”. Sostanzialmente, le parole del Vangelo e basta.

Non fu capito, appunto, a destra perché “pederasta” e perché regista di quel Salò ovvero le 120 giornate di Sodoma, in cui l’antifascismo è pretesto per un provocatorio delirio visivo di violenza e perversione (ma allora il cinema, come ho detto più volte, era molto più immaginifico e provocatorio).

E ancora non è realmente capito a sinistra per essersi clamorosamente dissociato dal Sessantottismo, visto come una specie di gioco chic per figli di papà in attesa di occupare nella società i posti loro assegnati. D’altronde, anche Paul Sartre aveva gridato a Parigi “Morirete tutti notai !”. E soprattutto non lo è oggi, per aver profetizzato come il PCI si sarebbe dissolto nel Nichilismo che nei suoi anni, con una rapidità sconcertante, stava sbriciolando qualunque valore tradizionale e religioso, e triturando la cultura popolare e contadina. Da Enrico Berlinguer a Enrico Letta.

Penso di fare un minimo, ma obbligato omaggio a Pier Paolo Pasolini, proponendovi alcuni suoi aforismi e versi, sinceramente da imparare a memoria.

Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato.

L’altro è sempre infinitamente meno importante dell’io ma sono gli altri che fanno la storia.

Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone.

Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole.

Ho sempre pensato, come qualsiasi persona normale, che dietro a chi scrive ci debba essere necessità di scrivere, libertà, autenticità, rischio.

Bisogna avere la forza della critica totale, del rifiuto, della denuncia disperata e inutile.

Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto.

A. Martino

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