IL VENETO EDY ONGARO, MORTO COMBATTENDO IN DONBASS, E’ IL PRIMO CADUTO ITALIANO ANTIMONDIALISTA

Edy Ongaro era fuggito dall’ Italia, e dalla sua Portogruaro, a causa di problemi penali per una rissa di sette anni fa e decidendo di arruolarsi tra le fila dei separatisti filorussi del Donbass. Non aveva alcun phisique du role dell’avventuriero del genere legione straniera, era mingherlino e di una età (quarantasei anni) in cui in Italia, se si ha iniziato a lavorare sui venti anni, si inizia a fare il conto alla rovescia per qualche esodo o finestra pensionistica incentivata. Avrebbe potuto riscuotere il suo bravo reddito di cittadinanza, e aspirare a qualche lavoretto socialmente utile, ma così non è stato. Fatale fu, credo di capire, il rapporto dell’Arma in cui figurava che avrebbe aggredito sia una dipendente di un locale che un carabiniere.

 Alcuni giorni la mitologica Forbice ( di juengeriana memoria) ha tagliato il suo filo in una trincea di un angolo sperduto di quelle contrade orientali dell’ Ucraina; sorte in fondo beffarda, proprio ora che le compagini filorusse avrebbero dovuto ricevere rinforzi determinanti.

Ezra Pound diceva che se non si è disposti a correre qualche rischio per le proprie idee, ciò significa che o non valgono nulla esse, o non vale nulla chi dice di professarle. D a questo punto di vista, al “compagno Mozambo” (suo nome di battaglia) va ogni possibile rispetto e onore. Altro che “qualche rischio”: per le sue idee di internazionalismo comunista-comunista ha dato la vita, sembra facendo da scudo ai commilitoni rispetto alla bomba a mano che lo ha ucciso sul colpo.

Egli si trovava lì per combattere contro i “fascisti”. Ma per lui “fascista”, mi sembra di capire, non era tanto il seguace delle idee nazionaliste europee degli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale, bensì piuttosto il servo del Capitale e dell’ordine mondialista. Una del tutto ingenerosa visione ideologica su cui si sarebbe potuto discutere con lui, immagino, giorni interi, ma da indiscutibile “rossobruno”, vivente testimonianza anche da morto, che la Resistenza invocata dal tecnocrate Enrico Letta è solo un logo su cui la sinistra italiana continua a vantare dei diritti commerciali e d’autore. E di come e quanto, la contrapposizione sia ormai tra mondialisti e pensierounicisti da una parte, e identitari nazionali e ideologici dall’altra.

Ma la sua scelta è difficile da capire per l’italiano medio: un “pazzo”, un “avventuriero” e così via se non peggio, dicono i più. Lo stesso padre (a differenza dello zio) ha dichiarato nel suo dolore, che ancora non riesce a capire il senso della sua scelta. Anche perché Edy si collocò dalla “parte sbagliata”; anzi, per il manuale del politicamente corretto, la guerra in Ucraina non è iniziata nel 2014, ma solo il fatale 24 febbraio 2022. Così scriveva:

“…Verrà un tempo nel quale sapremo ascoltarci mutualmente, edificheremo una Società equa e senza distinzioni, dove tutto è di Tutti, basata sul Lavoro e sorretta dalle mani callose dei Proletari, che comparte e programma, che non lascerà nessuno per strada, che non sfrutta le masse per il profitto di qualche inutile avido egoista…”.

A. Martino      

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