MA QUALI ARMI ALL’UCRAINA, DI MAIO HA SEMPLICEMENTE TUTELATO LA SUA CARRIERA

E’ difficile non credere che il Movimento 5 Stelle sia oggettivamente finito, come giustamente afferma Matteo Renzi; ed è difficile che tale affermazione sia liquidabile con una forzosa risata, come ha fatto teatralmente il Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico.

Guarda un po’ cosa diceva il deluchiano “bibbitaro” nell’ormai politicamente remoto 2017 alla trasmissione L’aria che tira : «Da noi c’è una regola: due mandati e poi te ne torni al tuo lavoro». Chiarì ulteriormente il concetto  ad agosto, nel corso di un comizio a Gela: «Nel Movimento 5 stelle chi pensa di fare un terzo mandato è fuori».

Alla fine, però, le sirene del Potere sono state troppo forti quanto certe esagerate abbronzature: il vicepremierato e il dicastero del Lavoro nella breve esperienza semisovranista del cosiddetto governo gialloverde sono stati seguiti nientemeno che dalla poltrona degli Esteri prima nel Conte bis e poi anche nel governo Draghi. Una sostanziale promozione, quest’ultima, per il giovanissimo esponente ex grillino e ora fondatore di Insieme per il futuro, dato che almeno per la teoria classica della politica, il capo della diplomazia dovrebbe essere il numero due del governo (cosa per la verità difficile da immaginare per il suo afono predecessore Moavero “uomo di garanzia”).

Il ragazzo ha imparato bene quale feticcio adorare (euroatlantismo visto più come mistica e assioma trascendente che come dato di fatto nascente da alleanze modificabili o estinguibili come ogni costruzione umana), e con chi stare (con la finanza mondialista e il New world order). E’ sveglio, volenteroso, disciplinato, veste bene.

In spiaggia quando si consuma la disastrosa ritirata americana di Kabul? Errore di distrazione, non è da questi particolari “che si giudica un giocatore”, direbbe De Gregori.

Soprattutto, si infuria solo a sentir parlare di armi all’Ucraina vagamente in discussione. Che alla fine, però, sono state solo un pretesto per disfarsi degli ingombranti distinguo e puntualizzazioni dell’avvocato Conte.

“Non si interrompe un’emozione” si diceva tanti anni fa credendo di indurre le televisioni a non violentare di pubblicità i films. Parimenti è giusto non interrompere una oggettivamente sfavillante carriera, che secondo qualche suo (anzi sua) ex sodale potrebbe persino portare ai vertici della NATO. Come dargli torto?

Hai fatto bene, don Gigino. E ti ringraziamo per averci confermato che immane presa per i fondelli è stato il sogno 5 Stelle costruito a tavolino tra Casaleggio associati e ambasciata USA.

A. Martino

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