UN PICCOLO GIUDA PER UN GRANDE UOMO E SANTO. LA GRANDE OFFENSIVA ANTICRISTIANA USA PIETRO ORLANDI E IL DOLORE IMMENSO DI UNA FAMIGLIA

Una doverosa premessa. L’Ortis non è un giornale “confessionale” (come credo che siano ancora definibili Famiglia Cristiana o l’Osservatore romano), ma nemmeno “laico” (lo è chi non è prete o religioso, Odifreddi non è laico e nemmeno anticlericale ma semplicemente ateo). L’Ortis è un giornale assolutamente sovranista quindi intimamente italiano, quindi, in questa fase storica intimamente dissidente e inevitabilmente cristiano. Ciò non toglie che chi non “crede” (o meglio chi non ha fede in Gesù Cristo, dato che si può “credere” pure in Babbo Natale o nella jella), abbia qui piena cittadinanza di lettore e sostenitore, purché animato da onestà intellettuale e rispetto per le altrui convinzioni e sensibilità; e soprattutto, dalla Ragione.

Quindi, anche se non si ha la Fede, anche se si dovesse ritenere che “i preti sono la rovina dell’Italia” come sicuramente penserà (non del tutto a torto, almeno oggi nel 2023 del postcattolicesimo) uno dei nostri lettori che a Pasqua ci ha scritto che la Resurrezione conclude una “storiella”, per favore, non si osi toccare la figura, il ricordo, e la devozione per San Giovanni Paolo II, che nonostante qualche contraddizione, ecumenismo di troppo, e abdicazione al modernismo, ci appare ad appena diciotto anni dalla scomparsa terrena, un gigante della Fede, dello Spirito, e dell’ essere Uomo in un mondo di sagome umanoidi. Chi prova a infangarlo mi lascia attonito. E chi addirittura lo addita a novello papa Alessandro VI al secolo Rodrigo Borgia, stupratore di adolescenti poi fatte opportunamente sparire durante notti brave romane al tramonto del Novecento, non può non meritare questa citazione di Matteo 26,24 “….. guai a quell’uomo per cui il Figlio dell’uomo è tradito! Meglio sarebbe per quell’uomo, se non fosse mai nato”.

Non mi importa nulla, a questo punto, del dolore che pur comprendo, per l’atrocemente misteriosa sorte della sorella. Verso cui non sono mai stato indifferente o minimizzante (si veda il mio articolo alquanto cupo SCHELETRI E DELITTI: OVVERO, LE SINISTRE OMBRE DI ROMA del 2/12/2018, citazione archivistica necessaria per comprendere che tutto ciò non è certo scritto da un ottuso clericale). Vi sono linee rosse che l’industria del fango (anzi del letame misto a sangue e altro) non può e non deve passare.    

Che tristezza constatare il silenzio (non di Dio, ma molto anzi fin troppo umano) di una Sede apostolica (chissà se ancora si può usare questo termine) che non ha finora azzardato una parola, dico una, per difendere l’ultimo papa vissuto ad essere stato elevato agli altari.

Oggi, il piccolo Giuda (per decenza a dir poco, dovrebbe aver rinunciato alla cittadinanza vaticana) non ha certo le pulsioni suicidarie del suo ben più illustre predecessore, ma a distanza di qualche giorno dalle sue gravissime affermazioni, prova a ridimensionare, smentire in parte, prendersela con chi “strumentalizza”. Però perché a suo tempo non si rifiutò almeno di incontrare (più di una volta, mi pare) il presunto orco vestito di bianco? Come giudica l’appello di costui in favore della povera Emanuela all’ Angelus domenicale? Ovviamente, un depistaggio o fabbricazione di un alibi?

Dato che “sovranista” fa rima con “complottista” cioè testa pensante, bisognerebbe piuttosto chiedersi e comprendere, chi esattamente sia dietro questo ultimo, violento attacco, alla Chiesa (ovviamente “prefrancescana”). E sì, perché il Fratello d’Italia ha iniziato un giro anti Vaticano e dintorni , predicando nelle scuole (giovedì ha indottrinato gli studenti del Liceo classico D’annunzio a Pescara riempiendo un palazzetto dello sport). E’ chiaro che nessun direttore scolastico (un tempo “preside”) sarebbe mai disposto a dare tanto spazio e visibilità a chicchessia (non siamo Alice nel paese delle meraviglie), fosse pure il depositario di questa o quella scienza o arte, a meno che costui non abbia le spalle coperte da potenti patronati e pupari.

E sicuramente, il mandante se non sostenitore economico, in questo caso è una delle diverse lobbies anticristiane e sataniste d’ Occidente, cui fanno capo i dem americani, o un Odifreddi forse stordito dalle sue tante equazioni e polinomi e teoremi che propone Dante o Manzoni circoscritti all’ora di religione, o il governo ucraino di “drogati” (secondo Putin), piuttosto che l’intera cupola eurocratica.

Ma anche se il vertice e le gerarchie (post)cattoliche generalmente tacciono per pavidità o deliberato disegno bergogliano (probabilmente più realista del re), vi sono ovviamente cattolici che non ci stanno. Mi sembra quindi doveroso dare spazio, integralmente, alla dichiarazione ufficiale del cardinale Stanislaw Dziwisz (il non dimenticato don Stanislao, segretario particolare per tanti anni di San Giovanni Paolo).

Negli ultimi giorni alcune avventatissime affermazioni – ma sarebbe più esatto subito dire ignobili insinuazioni – proferite dal signor Pietro Orlandi sul conto del Pontefice San Giovanni Paolo II, in connessione all’amara e penosa vicenda della sorella Emanuela, hanno trovato eco sui social e in taluni media anzitutto italiani. È appena il caso di dire che suddette insinuazioni che si vorrebbero all’origine scaturite da inafferrabili ambienti della malavita romana, a cui viene ora assegnata parvenza di pseudo-presentabilità, sono in realtà farneticanti, false dall’inizio alla fine, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali.Un crimine gigantesco infatti è ciò che è stato fatto a Emanuela e alla sua famiglia, ma criminale è lucrare su di esso con farneticazioni incontrollabili, volte a screditare preventivamente persone e ambienti fino a prova contraria degni della stima universale.
Va da sé che il dolore incomprimibile di una famiglia che da quarant’anni non ha notizie su una propria figlia meriti tutto il rispetto, tutta la premura, tutta la vicinanza. Così come non ci si può, in coscienza, non augurare che la verità su questa angosciante vicenda finalmente emerga dal gorgo dei depistaggi, delle mitomanie e degli sciacallaggi. Come segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II posso testimoniare, senza il timore di smentite, che fin dal primo momento il Santo Padre si è fatto carico della vicenda, ha agito e fatto agire perché essa avesse un felice esito, mai ha incoraggiato azioni di qualsisia occultamento, sempre ha manifestato affetto, prossimità, aiuto nei modi più diversi alla famiglia di Emanuela. A questi atteggiamenti io continuo ad attenermi, auspicando correttezza da parte di tutti gli attori e sperando che l’Italia, culla universale del diritto, saprà con il suo sistema giuridico vigilare sul diritto alla buona fama di Chi oggi non c’è più, ma che dall’alto veglia e intercede
”.

Stanislao Card. Dziwisz

A. Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *