PICCOLO VIAGGIO TRA LE CONTRADDIZIONI E INCOERENZE DEL SISTEMA: 2)LA RIDICOLA QUANTO IPOCRITA “PAURA PER BERLUSCONI” DI STAMPA E POLITICI CHE LO HANNO SEMPRE ODIATO.

Silvio Berlusconi non è ancora dimesso dalla clinica San Raffaele. Tutti noi della redazione de L’Ortis gli auguriamo il meglio, e di esserlo quanto prima.

Abbiamo bisogno che animi con i suoi sprazzi di sincerità e di dire senza troppo riflettere “quello che non si può dire”, una volta riguardo la magistratura e ora piuttosto riguardo la politica internazionale (e lì si è preso in pratica, anche del vecchio ubriacone, da un arrogante Zelensky a causa della storia dello scambio di alcolici con Putin). E’ quanto di meno politicamente corretto (seppure in dosi pediatriche) i Palazzi del Potere italiani oggi offrano.

E qui siamo un po’ al punto. Ma devo fare la frequente doverosa premessa, senza cui un pensiero controcorrente, oggi, è difficilmente compreso e facilmente equivocato. Di Silvio Berlusconi non condivido un buon 60-70 % di quanto dice e fa. E’ pur sempre un uomo di establishment euroatlantista, che se l’è presa con la cosiddetta “culona” cioè la kanzlerin Angela Merkel come con l’allora inquilino del Quirinale Giorgio Napolitano per aver ordito il “colpo di stato” del 2012 ai suoi danni infiammando e aizzando il popolo di centrodestra, per poi tornare nelle fila del Partito popolare europeo come se nulla fosse, probabilmente a causa dell’espansione europea di Mediaset e con baci e abbracci a Frau Merkel.

Silvio Berlusconi ha sempre avuto il brutto vizio di “sistemare” preferibilmente in parlamento, grazie al voto dei gonzi e a leggi elettorali ineffabili, tanto avvocati (professionisti di cui ha avuto bisogno più di quanto ora ne abbia dei medici) quanto favorite (ultima delle quali la “come una moglie” Marta Fascina piazzata in un povero collegio siciliano (“in Sicilia andavo in vacanza con i miei genitori”).

Ma sulle pagine de L’Ortis né io né nessun altro ha mai insultato, sbeffeggiato, irretito con cinismo Silvio Berlusconi. Come i piddini che durante l’ultimo suo governo volevano addirittura metterlo in stato di accusa per le sue mitiche “cene galanti” che gli hanno reso dieci anni circa di iter giudiziario. Un giorno lo dipingevano come un riccone maniaco sessuale e pedofilo  vergogna dell’Italia e un altro pure; non seppero mai risolvere il suo conflitto di interessi ma lo sommergevano di insinuazioni e teoremi affaristici. Gli hanno dato del mafioso (la storia del famoso stalliere di Arcore), del patetico e imbarazzante istrione non senza una qualche fondatezza (le frequenti barzellette, lo straparlare da boss aziendale che vuole fantozziani applausi e risate, i cucù dietro le colonne ai vertici della UE o ai G7).

Quando un pazzo gli spaccò praticamente faccia e bocca, un magistrato assolse questi, o quasi; e un altro diede per buona la versione di un tizio che lo aveva vilipeso quale primo ministro in carica affermante avergli urlato non “buffone” ma “puffone”.

Ultima delle operazioni mediatico-politiche ai danni di un vecchio malato, la vergognosa campagna di stampa volta a fargli credere che si stava facendo un pensierino per eleggerlo presidente della repubblica; per poi constatare l’inutilità dell’accanimento terapeutico per il governo Draghi e bruciarlo a fuoco lento di scrutinio bollandolo come “impresentabile” o “troppo divisivo”. E non posso dimenticare l’infamante costituzione in parte civile della Presidenza del CDM (sotto Draghi) per presunti danni morali all’istituzione (vedi mio articolo SUPER MARIO CHIEDE A BERLUSCONI DIECI MILIONI PER INDEGNITA’ ISTITUZIONALE….E’ AGLI ATTI GIUDIZIARI. MA ALLORA, FORZA ITALIA CHE CI STA A FARE ANCORA NEL GOVERNO DI MARIO DRAGHI? dello scorso 28 maggio).

Ed ora, abbiamo letto sui giornaloni di “paura per Berlusconi” o che “il mondo politico si stringe attorno a Berlusconi, con partecipazione bipartisan, per la ultima sfida di un grande protagonista della vita italiana tra i due secoli”. Ipocrisia allo stato puro, quasi patologica. E’ piuttosto questa, in sincerità, che mi fa “paura” più di un film di Lucio Fulci o di Dario Argento. E non dico altro.

D’altronde, è ciò che questa società vuole anzi pretende. Un tempo, negli stadi si rideva al coro in curva intonante “de-vi-mo-rii-re”, oggi interviene la Digos con tanto di denuncia e individuazione delle “criminali minacce” a questo o quel calciatore. Strano, che non si sia ancora imposto l’applauso al goal della squadra avversaria.

A. Martino

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