ALLARME DI KIEV CONTRO ALBANO TERRORISTA, E I NOSTRI IPOCRITI, SERVILI,MEDIA EUROATLANTISTI FANNO DA MEGAFONO.

Se si esalta l’operato di Petro Poroshenko, e dopo un anno si vuole fare turismo in Russia, nessuno negherà il relativo visto consolare necessario all’utilizzo del proprio passaporto; di questo, stiamone ben sicuri.

Ma se pubblicamente si afferma o magari si scrive e si pubblica in qualche forma che Vladimir Putin è il miglior statista in circolazione, o che occorre secondo il proprio modesto parere, rimuovere le sanzioni alla Russia, o che di ritorno da un viaggio in Russia se ne porterà sempre un positivo ricordo magari solo perché vodka e caviale sono sembrati eccellenti, allora si potranno avere strane sorprese.

Infatti, si potrà scoprire di essere finito sulla black list dei sospetti di terrorismo da parte di Kiev, come è capitato a Michele Placido e, si è scoperto nei giorni scorsi, ad Albano. Ora, che il nostro grande attore qualche volta abbia fatto il cattivo per finzione scenica, anzi impugnato armi “dalla parte sbagliata” per gli ucraini come nel film tardo sovietico “Afghan breakdown” in cui interpretava un ufficiale moscovita, lo si può pure capire anche se pur sempre ridicolo (infatti sembra che sia reo, esattamente, di lusinghiere valutazioni sull’atteggiamento di Putin verso il terrorismo islamico…renditi conto….!). E lo si può capire, beninteso, nell’ ottica sostanzialmente paranoica, petulante e provocatoria della dirigenza di un paese che, invece di essere il secondo paese slavo, aspira probabilmente ad aggiungersi come ennesima stella della bandiera americana.

Ma che si bersagli Albano, per qualche brindisi con Putin e per le solite dichiarazioni russofobicamente scorrette, è davvero surreale, lascia senza parole. A quando il bando di Matteo Salvini, allora?

Ma vi è qualcosa di sottilmente ipocrita e come al solito ruffiano, nell’ambiguo stupore dei nostri media embedded: da un lato sembrano appunto stupirsi che una personalità chiaramente di pace e sanamente innocua, come Albano Carrisi, che tra pur diradate esibizioni canore nel mondo tra l’altro dà lustro all’Italia, alla sua produzione musicale leggera e alla sua lingua (cosa non semplice oggi), sia considerato un terrorista al soldo del Cremlino. Ma dall’altro non hanno osato stigmatizzare la paranoia degli ucraini scodinzolanti nei cortili dell’eurocrazia e della Nato, ed ansiosi di essere ammessi in entrambe. Anzi, Striscia la notizia si è premurata di recapitare un beffardo Tapiro ad Albano Carrisi, uno dei più celebri figli di Puglia e del Mezzogiorno d’Italia stesso.

Insomma, la “velina” sembra chiara: far capire che a simpatizzare troppo con il popolo russo e la sua dirigenza, ci si può rimettere qualcosa, e che l’Ucraina “vittima dell’espansionismo russo” ha titolo e legittimazione morale per stilare liste di proscrizione.

Antonio Martino    

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