BINOCOLI AL CONTRARIO

A pochi giorni dall’inizio delle schermaglie tra Israele e Iran ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Sia da parte dei media mainstream che dai social media più o meno indipendenti. E tutto questo profluvio di parole, scritti, video e foto non ha fatto altro che aggiungere confusione ad una situazione già di per sé confusa e complessa. E soprattutto ha agevolato notevolmente la peculiarità tipica del popolo italico: la tifoseria.
Infatti gli italiani non si limitano a tifare con foga e veemenza le squadre di calcio, di basket o di qualsiasi altro sport ma riducono a tifo da stadio qualsiasi argomento extrasportivo. Come per esempio la politica interna o, come nel nostro caso, la politica internazionale.
Lo vedemmo già all’indomani del 24 Febbraio 2022. Ovvero l’inizio delle ostilità belliche tra Russia e Ucraina.
L’Italia era ancora alle prese con le violente contrapposizioni tra Pro Vax e No Vax che dall’oggi al domani si trovò lacerata dalla contrapposizione tra italiani pro Putin Vs. italiani pro Zelensky. Ognuno con le proprie granitiche certezze più o meno argomentate.
Dopo tre anni anche il Medio Oriente si è incendiato e, riposto Zelensky nello sgabuzzino, il popolo tricolore si è immediatamente infervorato tra pro israeliani contrapposti ai pro Iran. Sempre e immancabilmente guidati più dalla pancia che dalla testa.
Ora una premessa. Il sottoscritto, in quanto cristiano cattolico, è perfettamente equidistante tra ebrei e musulmani in quanto queste religioni non riconoscono Nostro Signore Gesù Cristo come il Figlio di Dio. Inoltre in ogni fatto della vita cerco di approcciarmi in maniera tomistica, ovvero come si approccerebbe S.Tommaso d’Aquino. Sarebbe a dire colui che, prima di iniziare una lezione all’università, mostrava a propri studenti una mela e contestualmente diceva loro: “Questa è una mela. Chi non è d’accordo può accomodarsi fuori dell’aula!“.
Quindi in definitiva chi scrive cerca di scrollarsi di dosso qualsiasi sovrastruttura di natura politica, ideologica o culturale affinché poter affrontare la realtà circostante nel modo più neutro possibile.
E quindi torniamo al conflitto nel quale l’Iran si trova contrapposto al binomio inscindibile USA-Israele.
Di recente mi è capitato sotto gli occhi un commento dell’ex senatore Simone Pillon, a corredo di un articolo de “La Repubblica”, nel quale un tenore iraniano afferma di confidare in una guerra per poter cambiare il regime vigente attualmente in Iran.
Orbene il nostro parlamentare (in quota Lega e sedicente cattolico) condivide in pieno le aspettative del tenore sopramenzionato. E scrive testualmente:”A tutti i novelli sostenitori del regime iraniano ricordo le ragazze sequestrate e uccise perchè non portavano il velo, i ragazzi lgbt impiccati e le altre amenità degli ayatollah.
Chi volesse insistere ad appoggiare questi signori, potrebbe fare un giro a Teheran, con impegno a tornare con mezzi propri. No cecilie sale per favore.
Poi mi dite…”.
Quando ho finito di leggere il pensiero di Simone Pillon mi è venuta in mente una persona che utilizza i binocoli al contrario.
Infatti i binocoli sono strutturati con due lenti piccole e due lenti più grandi. E gli occhi devono guardare attraverso le lenti piccole.
Se una persona è a 200 metri da noi potremo si e no distinguerne i colori dei vestiti e l’ovale del viso. Invece guardando la stessa persona con un paio di buoni binocoli riusciremo a carpirne ogni dettaglio, sia del viso che dell’abbigliamento. Questo se si utilizzano i binocoli correttamente.
Se invece osserviamo la stessa persona utilizzando i binocoli al contrario, cioè guardando attraverso le lenti più grandi, la vedremo ancora più lontana e pressoché indistinguibile.
Ciò che voglio dire è che il parlamentare italiano, assieme a tanti suoi connazionali, tende ad ingigantire i dettagli e a minimizzare, se non eliminare totalmente, la questione fondamentale.
Mi spiego. Partiamo dal presupposto che gran parte di ciò che noi sappiamo sull’Iran provenga da fonti occidentali. Cioè da canali di informazione non precisamente neutrali e disinteressati…
E comunque, ad essere onesti con noi stessi, il venire a sapere che in Iran vige la pena di morte per impiccagione, le donne non possono girare in reggiseno e perizoma e i diritti LGBTQ non vengono tutelati ci cambia la qualità della vita?
Quando scoppiò il conflitto in Ucraina il sottoscritto provò a verificare la distanza che separa la città in cui vivo, Cagliari, con la capitale dell’Ucraina Kiev. Ben 2700 km. E la distanza tra Cagliari e Teheran è addirittura di 5000 km.
Ciò che voglio dire è che basterebbe solo contemplare le distanze che mi separano da queste due città per chiedermi:”Cosa ho da spartire con l’Ucraina e l’Iran?”.
E non è per questione di egoismo o di superbia ma ritengo che la Sardegna, l’Italia e l’Europa intera abbiano già dei giganteschi problemi urgenti da risolvere. E quindi mi pare senza senso farsi carico pure dei problemi di altri paesi extraoccidentali. Ma questo è un vizio che l’Occidente si trascina da secoli e che col tempo si è decisamente sclerotizzato. Ovvero la percezione, errata, che il Mondo Occidentale sia il miglior Mondo possibile in cui vivere. Una sorta di Eldorado nel quale scorrono fiumi di latte e miele e tutti i sogni diventano realtà. E quindi l’uomo medio occidentale è portato a pensare che tutti i popoli della Terra debbano godere di quei frutti prodotti da quella sorta di Eden chiamato Occidente, come detto prima.
E fin qui tutto bene. Ma il pensiero perverso prende vita nel preciso momento in cui l’Occidente si sente autorizzato ad andare in casa altrui ad imporre la propria cultura, le proprie leggi, i propri costumi e il proprio sistema elettorale. Con le buone o con le cattive. E questa dinamica, magari inconsciamente e in buona fede, viene avallata da gran parte di quelle persone che vivono nell’alveo angloamericano. Simone Pillon compreso.
Ma poi ammettiamo che dalla caduta dello Scià Reza Pahlavi, avvenuta nel 1979, l’Iran sia finito in mano di un gruppo di fanatici religiosi pazzi sanguinari. E che compiano continue nefandezze ai danni di donne e sodomiti di varia natura. Quindi per logica mi dovrei schierare acriticamente con lo Stato di Israele?
Poiché è da quasi un secolo che ci viene imposto il concetto per cui lo Stato di Israele sia nato per convogliare tutti gli ebrei sparsi nel Mondo e vittime di crudeli persecuzioni reiterate nei secoli. E in virtù di Vittime con la “V” maiuscola sarebbero autorizzati a fare il bello e il cattivo tempo in giro per il globo terracqueo con il tacito consenso dell’Occidente al completo.
Tra l’altro Israele, per paradosso, è nato e cresciuto basandosi sull’ideologia sionista. E per chi non lo sapesse il sionismo è clamorosamente speculare al nazismo!
Infatti i sionisti anelano ad una lebensraum, ovvero uno spazio vitale che sarebbe stato preparato per loro da Dio in persona. Andate a verificare il concetto di lebensraum per i nazisti…
Inoltre il sionismo professa una superiorità razziale degli ebrei nei confronti degli arabi. Anche qui delle pericolose coincidenze con il nazismo…
Quindi al netto di tutto ciò viene da chiedersi se davvero Israele sia davvero moralmente, umanamente e culturalmente superiore all’Iran.
Ma non finisce qui.
Il leader israeliano Bibi Netanyhau è tenuto saldo al potere proprio dalle frange più estremiste del sionismo ed egli stesso è un criminale di guerra a tutti gli effetti poiché, a partire dal 7 Ottobre 2023, sta conducendo un genocidio sistematico nella Striscia di Gaza uccidendo indiscriminatamente uomini, donne e bambini. Tutti disarmati.
Però, seguendo il ragionamento dell’ex senatore Pillon, noi occidentali dovremmo comunque schierarci con Israele contro l’Iran poiché Israele è l’unico Stato del Medio Oriente dove le donne possono portare la minigonna e i sodomiti possono sfilare al Gay Pride.
Mi sembra un po pochino come motivazione.
Infine dovremmo tutti farci un bel bagno di umiltà e di onestà intellettuale e chiederci:“Ma davvero il Mondo Occidentale è il migliore dei mondi possibili?”.
Formulata la domanda diamoci la risposta.
Alessio Paolo Morrone
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