LA FOLLIA GREEN (SOSTENUTA ANCHE DAI GOVERNI COSIDDETTI SOVRANISTI) STA DISTRUGGENDO NON SOLO LA PRODUTTIVITA’, MA ANCHE LA NATURA E L’AMBIENTE CHE DICE DI TUTELARE

E’ alla base del mondo contemporaneo una ideologizzazione antinaturale, in svariati campi, che porta a risultati sostanzialmente opposti a quelli che si vorrebbe perseguire.

Contano la costruzione ideologica e gli strumenti per inverarla, non l’esito. Magari, la propaganda, anche postera in caso di successo, ci metterà rimedio.

Si vide già con il Terrore rivoluzionario francese: “libertà eguaglianza fratellanza”, però in Francia (anzi in Europa) mai, sinora, si erano viste tante condanne a morte e le strade di Parigi erano letteralmente imbrattate di sangue; risultato alquanto imbarazzante, per la “pietra miliare della democrazia odierna”.

Allo stesso modo, all’ ecologia degli anni Sessanta e Settanta del Novecento con radici ancora più profonde, sono subentrate parole d’ordine quali “sostenibilità”, “green”, “transizione ecologica” . Molto interessante e schietto, da pugliese colpito al cuore della sua identità, l’ intervento su Panorama di Marcello Veneziani denunciante il folle scempio dei secolari, monumentali olivi bitontini per far spazio a una orrenda schiera di pannelli fotovoltaici. Perfetta costruzione ideologica globalista: si distrugge il “verde” per una struttura green. Purtroppo gli stupidi e i banditi più o meno interessati e più o meno prezzolati abboccano o si mettono a disposizione, a qualunque livello.

Ecco uno stralcio dell’articolo di Veneziani: “ ….Come dire ecologia contro natura: anzi una specie di ideologia dell’ambiente che riveste come una buccia verde una spietata logica del profitto, contro le piante, gli alberi, la vita reale della natura. Di cosa stiamo parlando? Parliamo della capitale dell’olivo, Bitonto. Duemila olivi sono stati strappati a viva forza dal loro suolo, piante sanissime e olivi secolari, per far sorgere in un agro, il Pozzo delle Grue, un grande impianto fotovoltaico. Quindici ettari sono stati comprati da una multinazionale francese e sono state sradicate migliaia di piante per creare energie alternative. La stessa cosa è accaduta in Salento per far nascere un grande parco eolico tra Vernole e Castrì…Quando gli enti locali si sono opposti, sulla spinta dei comitati di olivicultori e cittadini della conca barese, il governo ha dato il via libera perché impiantare pale eoliche o pannelli solari è ritenuta comunque “opera di pubblica utilità”.    

Analoga è la logica che spinge diverse amministrazioni comunali a devastare centri storici anche plurisecolari per sfigurarli con geometriche fontane, pavimentazioni millantanti frescura nelle estati sempre più torride, intonacare pareti di pietra pregiata e lavorata con colate di materiale chimico che pialla spiana e uniforma (emblematico…); e appunto, sradicare alberi anche secolari, sani, e ombrosi, per sostituirli con alberelli e piantine che impiegheranno almeno mezzo secolo per acquisire le dimensioni degli alberi condannati a morte.

Infatti a Milano, il comitato scientifico nominato proprio dal Comune, ha rilevato scoprendo in fondo una strapagata quanto proverbiale acqua calda, che le nuove piazze appena rifatte o stravolte, da San Babila a Cordusio, sono state trasformate in “ spianate roventi”, “isole di calore”. Clamoroso fallimento della “rigenerazione urbana” promossa da uno dei sindaci più politicamente corretti e conformi d’ Italia, ovvero Beppe Sala.

A. Martino      

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