MARCO RIZZO SPIETATO CON IL GOVERNO “GIALLO-RAVANELLO” E LA FINTA SINISTRA DA SALOTTO

Avreste mai pensato di leggere su L’ Ortis, rilanciata dal sottoscritto che si dichiara d’accordo sul novanta per cento delle sue argomentazioni, una intervista (oggi pubblicata sul Il Giornale) a Marco Rizzo, ex parlamentare e leader del Partito Comunista (curiosamente somigliante in modo quasi spiccicato) a Maurizio Crozza?

Allora non conoscete ancora bene, noi de L’Ortis: se cento anni fa mi fossi incontrato dalle parti di Mosca o in qualche sperduta landa siberiana con l’onorevole Rizzo, le cose sarebbero finite nel peggiore dei modi per me o per lui . Ma è acqua passata: ora mi interessa, e ci interessa, porsi con libertà, criticità, e buona fede intellettuale e politica dinanzi alla menzogna a reti unificate del globalismo e della dittatura finanziaria.

Una intervista da incorniciare, che non possiamo che riprodurre integralmente.

Lo hanno definito il governo più a sinistra della storia…

“Per come la vedo io non si può neppure parlare di governo giallorosso. Dove sarebbe il rosso? L’unico rosso che c’è è quello della vergogna. È un’operazione sponsorizzata dai poteri della globalizzazione capitalista: Trump, Moscovici, Junker e via dicendo. Persino il presidente della Bce Christine Lagarde ha dato il suo endorsement a Roberto Gualtieri, ben prima che venisse nominato ministro dell’Economia.”

A proposito del neoministro circola un video in cui suona Bella Ciao con la chitarra acustica…

“Francamente ho visto quel video e mi fa pensare a tutto fuorché alla montagna. Ho conosciuto e amato dei comandanti partigiani, ne cito uno su tutti, Gianni Dolino, mio maestro di vita, e non c’è nulla di più plasticamente distante dalla passione e dalla lotta di quegli uomini che quella esibizione.”

E lei quale canzone sceglierebbe per descrivere questa stagione?

“Ti Lasci Andare di Charles Aznavour.”

Non proprio un canto di lotta…

“È un canto d’amore per una donna irrequieta, vissuta, avvelenata. Una donna alla ricerca di riscatto, che assomiglia tanto alla nostra povera Italia…”

Tornando al governo, di che colore è?

“È giallo-ravanello, perché è rosso di fuori e bianco nel cervello. Non dimentichiamoci che al suo interno è ben rappresentato dal Partito Democratico. Dagli stessi che hanno abrogato l’articolo 18, approvato il Job Act e la legge Fornero, gente come Zingaretti, che ha votato per sciogliere il Partito Comunista Italiano. È a tutti gli effetti un governo voluto dalle banche e dai poteri forti. Salvini, invece di andare a messa e sgranare rosari, avrebbe fatto meglio a leggere Lenin.”

Perché?

“I meccanismi del potere sono mutevoli e la lezione leninista insegna che le democrazie borghesi ti fanno vincere solo quando lo scelgono loro, non lo aveva capito neppure Allende e gli hanno fatto contro un golpe.”

Anche quello a cui abbiamo assistito nelle scorse settimane è un “golpe”?

“Dal punto di vista costituzionale non c’è nulla di illegittimo, ma di certo ci dà la misura di quanto queste forze di classe abbiano una capacità enorme di influenza, anche nelle crisi parlamentari.”

Sarebbe stato meglio andare al voto…

“Il potere vero non si manifesta nel governo del Paese, oggi governi e parlamenti contano pochissimo, anzi, sempre meno. Le stesse forze che hanno determinato questo inciucio avrebbero comunque trovato il modo di condizionare l’esito delle votazioni e le stesse politiche di Salvini se avesse governato.”

C’è sempre il caso che Renzi, dopo la scissione, stacchi la spina…

“Non ne sarei così sicuro. Renzi è una sintesi di astuzia, e di uomini che hanno ascoltato le sirene e sono rimasti fregati ne è piena la storia, basti pensare a Gianfranco Fini…”

E dei gialli cosa pensa?

“Che sono privi di morale politica. Continuano a dire che non sono né di destra né di sinistra, hanno ragione: sono Franza o Spagna purché se magna. D’altronde, attingendo alla saggezza popolare, il pesce puzza dalla testa.”

Ce l’ha con Di Maio?

“Beh, è uno che non ha mai lavorato e ha fatto il ministro del Lavoro, non conosce una parola d’inglese e va a fare il ministro degli Esteri, spero che la sua terza esperienza non sia quella di andare in sala operatoria e uccidere qualcuno…”

Leu l’ha delusa?

“Sono rivoluzionari delle parole, appoggerebbero qualsiasi governo perché, se si andasse al voto, scomparirebbero.”

A chi si sente più vicino tra Salvini, Di Maio e Zingaretti?

“Politicamente a nessuno. Dal punto di vista caratteriale a Salvini, il solo a non pensare che la povera gente puzzi. Io però ho studiato Lenin.”

A.Martino   

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