LA COERENZA PRIMA DI TUTTO! PAGA SEMPRE

Ora che l’opinione pubblica degli italiani è giustamente assorbita dall’emergenza Coronavirus, come al solito, noi del l’Ortis vogliamo essere controcorrente e quindi proporvi una riflessione a freddo sullo stato dell’arte del Salvinismo e del Sovranismo in generale.

Tale analisi è dovuta alla prima battuta d’arresto della Lega dopo mesi e mesi di travolgenti vittorie: la rielezione di Bonaccini a Governatore dell’Emilia Romagna da parte del PD.

Questo evento può essere considerato dai Sovranisti un campanello d’allarme?

Stando alle parole dello stesso Salvini parrebbe proprio di no, mentre di tutt’altro avviso sembrerebbero essere gli esponenti del Centro-Sinistra i quali già vaticinano la mitica remuntada.

Come al solito, però, la verità è sempre nel mezzo.

Infatti se per Zingaretti & Co. parlare di vittoria è praticamente da sciroccati – in quanto, bene che vada, anche se il Centro-Destra dovesse perdere tutte le prossime Elezioni Regionali il rapporto di forza resterebbe sempre pesantemente a favore di questi ultimi con ben 13 Regioni governate dal Carroccio e i suoi alleati a 6, ma qui non stiamo di certo giocando al “celo celo manca” … il valore delle elezioni, difatti, dovrebbe sempre essere ben più importante di una misera acquisizione di poltrone – è fuor di dubbio che la Lega, in quel di Emilia Romagna, abbia pagato e se non cambia, continuerà a pagare per alcune scelte programmatiche errate e per alcune bucce di banane pestate nel settore della comunicazione.

I più critici nei nostri confronti sicuramente ci accuseranno di essere degli “uccellaci del malaugurio” e certamente ci redarguiranno facendoci notare che solo chi non fa nulla può non sbagliare, ma noi, di simili considerazioni da yesman, ce ne infischiamo perché l’Ortis ama dire sempre, per quanto possa essere sgradevole, crudele e dura, la verità.

Ed ecco perché non ho nessun timore nell’affermare che la scelta del Carroccio del non voler più uscire dall’Unione Europea, così come dall’Euro, è un tremendo errore.

Al di là di ciò che vanno sbandierando nella maggioranza dei giornali italiani e trasmissioni di approfondimento politico nazionale, l’uomo comune è ormai cosciente riguardo la truffa della cosiddetta rivoluzione liberale ed è oltremodo stufo e contrariato rispetto tutti quegli “attori” che propagandano la moderazione in politica.

Prova ne è che, proprio su queste basi, la Lega ed il 5Stelle, in passato, hanno costruito le proprie fortune elettorali ed è altrettanto indiscutibile che il tracollo dei pentastellati è proprio dovuto al tradimento dei propri ideali iniziali: tanto più Grillo e Casaleggio si sono allontanati dal Referendum  sull’Euro tanto più il Movimento ha perso voti. Dall’altro lato, nel campo del Centro-Sinistra, ha conferma di questa mia disamina, è da registrare un’incredibile ascesa (per lo meno nei sondaggi) del movimento di Carlo Calenda, Azione, che ha raggiunto un lusinghiero 3,3%. Ora in quest’ultimo caso viene da chiedersi come abbia fatto questo ex Ministro del PD, che di certo non brilla per seguito popolare, a raggiungere questa soglia, semplice, grazie alla seguente affermazione: << Per decenni ho rilanciato le banalità del liberalismo ideologico … ripetevo che non era importante salvare i posti di lavoro, ma il lavoro … per 30 anni ho scritto e sostenuto le cazzate del liberismo … ma mi sbagliavo! … Ora vi chiedete perché gli altri preferiscono i sovranisti a noi? Voterei anch’io sovranista! >>. Un mea culpa che ha saputo toccare gli umori della parte più profonda degli italiani.

Di conseguenza sbaglia Salvini se intende seguire una pista moderata, una strada per la quale nessun italiano in precedenza l’ha mai votato e che in questo momento storico, ha condotto persino Forza Italia ad un misero 2,5%.

La Meloni, questo, sembra averlo capito ed infatti, in silenzio, senza strillare più di tanto, sembra guadagnare terreno in maniera lenta ma costante.

Già, senza urlare, senza andare a citofonare a casa di altri, il troppo, è proprio vero, talune volte stroppia.

Comunque i sovranisti italiani, ora che hanno la certezza che non si tornerà al voto politico prima del 2023, hanno tutto il tempo per porsi una domanda molto importante: ma abbiamo intenzione di vincere le elezioni per fare cosa?

Vogliamo uscire dall’Europa?

Vogliamo uscire dall’Euro?

Vogliamo togliere le sanzioni alla Russia?

Perché se non vogliamo fare queste tre cose tanto vale neanche presentarsi dinnanzi ai nostri elettori.

Lorenzo Valloreja

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