VIVA I GILETS ARANCIONI. AI QUALI, MODESTAMENTE, DIAMO QUALCHE CONSIGLIO.

L’ Ortis è con i gilets arancioni. Lo affermiamo con tempestività doverosa e senza alcun opportunismo dato che qualche contatto già era stato stabilito con il nostro Direttore, Lorenzo Valloreja. Sono idee tra le nostre idee, e d’altronde era scontato che la protesta nascesse, come diciamo e scriviamo da quando tutta questa mezza (sottolineo mezza, perché non è che il virus proprio non esista) follia del “distanziamento” è stata posta alla base del nuovo regime tecnico-sanitario.

Se sulle piazze di Milano, Roma, Napoli (solo per citare quelle di maggiore assembramento) si sono uditi gli slogans che dovrebbero valere da piattaforma iniziale e programmatica della protesta, come potremmo prenderne le distanze? Abbiamo udito miele per le nostre orecchie: riappropriazione delle libertà costituzionali, rabbia per il collocamento internazionale dell’ Italia sempre più pendente dalle labbra di Germania e Cina e sempre più “incaprettato” dagli interessi di costoro; riappropriazione della moneta ; l’invocazione di un governo inconfutabilmente scaturente da elezioni; basta alle intoccabilità e alle sostanziali impunità di chi sembra, più che mandatario del popolo italiano, suo gestore e garante dinanzi agli interessi del mondialismo. Prendiamo atto di una leadership coraggiosa e sanamente spavalda, come solo quella di un militare di alto livello quale Antonio Pappalardo potrebbe essere. E prendiamo atto dell’apporto di CasaPound.

Benissimo, gilets arancioni! Siamo con voi; Dio vi benedica. Boicottarere le mascherine (una volta, ben più gioiose si usavano solo quelle di Carnevale), osar violare il famoso “distanziamento” e divieto di assembramento (paranoico vade retro il primo buono per minare ogni economia e negozio umano, pallino di ogni dittatura il secondo) vi ha esposti persino alle minacce del sindaco Sala, e voi, ragazzi di “Marcia su Roma” e CasaPound, che, per protestare sotto Palazzo Chigi, vi siete beccati pure lo spray urticante al peperoncino delle forze dell’ordine, pasdaran, questi ultimi, di ogni correttezza politica, non dovete arrendevi mai! non fatevi intimorire: tutti questi simboli della paranoia tecnico-sanitaria, se continuate così, faranno la fine delle effigi dei dittatori dopo la loro caduta; finiranno cioè, nella discarica della Storia buoni allo stupore e alla derisione dei posteri.

I mass media più “bulgari” tentano di minimizzare, ma già molto spazio è dato da chi come Mentana a La 7, tutto è tranne un sovranista, ma ha sullo stomaco Giuseppi e il grillismo. Tenetevi pronti alle solite accuse di fascismo, populismo, “odio” ecc; le Sardine inseriranno anche il generale Pappalardo nel loro album delle figurine dei “cattivi”. Ecco, anche per questo mi piacete: siete un bellissimo antidoto a quelle bande di figli di papà, secchioni criptoprodiani, create per intimorire gli elettori dell’Emilia-Romagna alle ultime elezioni regionali, messe in naftalina fino alle prossime elezioni per la solita storia della “spontanea resistenza della società civile a neofascismo, populismo, sovranismo, ecc. ecc.”.

Però, vi prego, accettate qualche consiglio che viene dalla vostra parte. Innanzitutto, evitate, almeno ora, lo scontro frontale con i supremi Palazzi romani, specie quello sul più alto colle: vi procurereste solo grane, e l’allarme del Sistema che vi scaglierà contro ogni sua arma giudiziaria e poliziesca. Non possiamo certo affermare che, ora, siete in grado di reggere qualunque urto del genere. Io mi concentrerei piuttosto sulla federazione sovranista e indipendentista mediante il progetto di Stati generali del sovranismo lanciato da Lorenzo Valloreja, e sulla susseguente petizione.

E poi, e soprattutto: attenzione a limitare il vostro condivisibilissimo sogno, all’ uscita dalla trappola Euro. Andiamo fino in fondo per restituire alla Patria indipendenza e futuro: fuori anche da Unione Europea e NATO, senza isterismi da “ex”, rinegoziando partnerships e rapporti commerciali e militari con particolare attenzione alla Russia. Anche perché, attenzione alle illusioni provenienti dagli USA: qualora Donald Trump non fosse rieletto (cosa che ritengo abbastanza probabile), nello spazio di pochi mesi necessari per l’insediamento di chi fu il vice di Obama, il colosso nordamericano tornerà alla sua rigida ortodossia euroatlantista, il che comporta rilancio della Cina “fabbrica del mondo” e ripresa dell’idillio tra Washington e l’ eurocrazia mondialista.

A.Martino

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