PER IL FUTURO DELLA SCUOLA ITALIANA, PREGASI CHIEDERE ALLA FONDAZIONE GIOVANNI AGNELLI E AL SUO PRESIDENTE

Uno dei punti forti dell’ ordine mondialista è che spesso, i suoi uomini-chiave, nonostante il loro potere sostanzialmente assoluto sulle nostre vite e sulle società, sono non dico sconosciuti ma assolutamente defilati e ignoti alle grandi masse che tuttora si informano fondamentalmente solo con la televisione, e montagne di ciarpame main stream della Rete.

Così qualcuno, con sforzo di memoria storica, associa i Rotschild nientemeno che solo alle guerre napoleoniche, o i Rockfeller esclusivamente a un signore morto vecchissimo, proverbiale riccone sembra ispiratore del caro vecchio zio Paperone. E gli eredi di costoro? Boh…incredibile! O magari, tutti hanno sentito o letto di un certo George Soros ma nessuno sa dove viva, se abbia figli, quali siano le sue passioni o hobbies…sappiamo più o meno tutto di Silvio Berlusconi o Donald Trump, figure eretiche e irregolari, sopra le righe di quel mondo, ma dello stesso John Elkann, in fondo, non sappiamo molto se non del suo distintissimo matrimonio all’ altezza del “casato”.

Qualcuno dirà: ehi populista, quella è gente seria che non fa spettacolo e non fa parlare di sé. Probabile, però quando questi sono seri, c’è da sudare freddo e si intravede uno strano signore con corna e coda…..(esagero, o forse no dato che il più sommo livello della massoneria pare contempli proprio l’ adorazione del suddetto).

E così, anche io fino a ieri ignoravo chi fosse Andrea Gavosto.  Questo il suo curriculum presente nel sito dell’ Università statale di Udine: “Dopo gli studi all’Università di Torino e la specializzazione alla London School of Economics, ha lavorato come ricercatore presso il National Bureau of Economic Research (NBER). È stato chief economist di FIAT e di Telecom Italia e ha lavorato per il Servizio studi della Banca d’Italia. Dal 2008 è direttore della Fondazione Giovanni Agnelli che, sotto la sua guida, ha avviato un programma di ricerca sul tema dell’istruzione, nel cui ambito pubblica (con l’editore Laterza) annualmente i Rapporti sulla scuola in Italia, che affrontano i nodi critici del sistema scolastico e forniscono suggerimenti sulle azioni da intraprendere. Dal 2010 è membro del Comitato tecnico scientifico internazionale del MIUR per l’elaborazione delle linee strategiche relative alla costruzione di un sistema nazionale di valutazione delle scuole. E’ membro della Commissione cultura di Confindustria e consigliere di amministrazione del Censis, di Prometeia associazione per le previsioni econometriche e della Scuola di Alta Formazione al Management di Torino. Ha svolto ricerche nel campo degli studi macroeconomici e dell’economia del lavoro, collaborando con importanti università e istituti di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. E’ autore, oltre che di numerosi articoli di stampa, di pubblicazioni scientifiche sui temi dell’istruzione, dell’economia del lavoro, dell’economia industriale e della regolamentazione nelle comunicazioni”.

Insomma, uno che “piace alla gente che piace”, roba da super sardina, ma non mi permetto di affermare che la scuola italiana la comanda lui (affermazione forse querelabile anche se l’ azione non sarebbe in fondo criminale). Diciamo che questo è il classico profilo di una “eccellenza della società civile” da cui gli ultimi governi traggono ministri i cui nomi appunto lasciano i più perplessi, ma ovviamente non escono da un sorteggio anagrafico, ed anzi spesso sono proprio i più graditi al Colle, che ormai da quaranta anni ha sempre più voce in capitolo (costituzionalmente discutibile) sulla formazione della lista ministeriale.

Infatti, questa è la genesi precisa dell’ incredibile ascesa istituzionale e fortuna politica del prof.avv.Giuseppe Conte, fino al 2018 ignoto solo alle masse ma non al deep state nelle cui liste di “abili al governo” lo aveva inserito da tempo come ottimo ponte tra un certo (post)cattolicesimo e un certo bazzicare le stanze alte del grillismo quanto quelle di una “sinistra” molto fluida e duttile. A palazzo Chigi senza transitare nemmeno dal consiglio comunale di Zagarolo o di Belpasso o di Volturara Appula (il suo paese di origine): oggettivamente parlando, è incredibile in termini di politica classica.

Però…. ma quale ministro, ma quale sottosegretario, ma quale task force e comitato di esperti: si prenda atto che certi signori hanno un potere di “sussurrare ai politici” davvero forte. E attraverso lui gli Agnelli; e attraverso gli Agnelli i ben più potenti Rotschild con le fondazioni di entrambi che si incastrano come matrioske. Ed il tutto significa, in Italia, anche Confindustria.

E’ infatti interessante la ricostruzione storica delle dichiarazioni del dott.Gavosto, che sembrerebbero ispirare con nettezza quelle della “ministra” Azzolina, fatta oggi da Potere al popolo! .

Il 2 Maggio la Azzolina dichiara in una intervista che per la sospirata riapertura settembrina immagina un rientro con metà classe in presenza e metà a distanza, alternate; il che scatena polemiche nel mondo dell’ istruzione.
Il 3 Maggio, Gavosto interviene su La Stampa cartacea – l’articolo è stato scritto quindi verosimilmente, nel pomeriggio del due – e spiega che la proposta della Azzolina “riguarderà certamente gli studenti delle secondarie”.
Interessante: “certamente”………..
Il 3 pomeriggio, infatti, la Ministra “chiarisce”: “era solo una proposta per gli studenti più grandi”.

Il 4, su Sky News 24, la ministra approfondisce dicendo che per i piccoli “dovremo immaginare altri spazi oltre quelli tradizionali”. Anche questo, era stato detto da Gavosto il 3: “si potranno trovare soluzioni intelligenti e creative per usare altri spazi”.

Del resto il buon cervellone fin dal 14 Aprile aveva le idee chiare, quando scriveva in un articolo sul Sole 24 ore: “la didattica a distanza resterà presumibilmente una risorsa necessaria per altri mesi, con magari una parte della classe a turno in aula e l’altra a casa collegata online”. La Stampa, il Sole 24 ore, Fondazione Giovanni Agnelli…tutto in famiglia.

Nello stesso articolo si parlava di blocco della mobilità per garantire la continuità didattica e di aumento delle ore di lavoro in presenza dei docenti: i lavoratori della scuola sono avvisati, mi pare. Anche se per molti italiani la macelleria sociale può pure starci, basta che non sia di marca “sovranista e populista”: contenti loro…
Beh, è chiaro che il futuro della scuola italiana si ufficializza a Viale Trastevere, ma si pianifica altrove (e non nel senso degli altri Palazzi romani). E sicuramente più sulle rive del Po che su quelle del Tevere.

A.Martino

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