RADIO LISSA 28PT: NON DOBBIAMO AVER PAURA, FIN QUANDO VI SARÀ CONSAPEVOLEZZA, IL SOVRANISMO SOPRAVVIVERÀ

Mentre in Francia le proteste contro l’operato di Macron e quindi contro l’establishment, non smettono di montare – e alcuni giorni fa, i manifestanti hanno addirittura dato alle fiamme una succursale della Banca Centrale di Francia, in Piazza della Bastiglia – qui in Italia, il sistema si sente talmente sicuro di sé tanto da potersi permettere il lusso di mettere in atto la trasfigurazione dell’intera classe politica italiana, la quale è chiamata a recitare, ormai palesemente, solo un gioco delle parti.

Nello specifico, ciò lo si è visto, plasticamente, pochi giorni fa, in Parlamento, dove l’opposizione di centro-destra ha votato all’unanimità, insieme alla maggioranza giallo/rossa, l’ultimo “scostamento di bilancio”.

Ufficialmente la concordia tra le parti è sbocciata per lo spirito di responsabilità che sempre dovrebbe esserci in situazioni di crisi economico/sanitarie come quelle attuali, nella realtà, però, ciò è avvenuto semplicemente perché, in primis, anche questa volta, la necessità di sopravvivenza del Gruppo Mediaset è prioritaria, per il Cavaliere, più di quanto non lo sia quella dell’integrità nazionale e secondariamente perché il sovranismo, in salsa Salvini/Meloni, ha paura, dopo, ormai, una più che probabile elezione di Biden alla Casa Bianca, di rimanere orfano al di là dell’Atlantico e quindi nudo di fronte agli attacchi del globalismo che certamente ci saranno nel tentativo di cancellare ogni possibile opposizione all’attuale pensiero unico vigente.

Questo voto, insomma, è stato l’ammaina bandiera di un mondo, il consegnarsi armi e bagagli al nemico, sperando che quest’ultimo abbia pietà dei propri avversari e li consideri quantomeno “cobelligeranti” … abitudine e antico male allo stesso tempo, di noi italiani.

D’altronde, tutto è relativo nel BelPaese, questo, ormai, lo si sa, è fuori discussione, perciò, avranno pensato i leader del centro-destra, perché affannarsi più di tanto?

In fondo, se a fare dei patti con i vari clan libici, per trattenere i migranti tra le sabbie arroventate della quarta sponda, è l’ex Ministro Marco Minniti piuttosto che un cattivo sovranista, va tutto bene, è un’operazione sacrosanta, così come se, a parlare apertamente di coprifuoco è il Governo Giallo/Rosso, non vi è nulla di strano, anzi, data l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo non potrebbe essere altrimenti, è una cosa pressoché scontata, del resto, parola di Zingaretti, se a gestire la presente emergenza fossero stati i sovranisti avremmo avuto le fosse comuni sulle spiagge italiane e chissà quanti altri tafferugli, scioperi e petizioni promosse dall’intellighenzia.

Invece, oggi, siccome ci sono gli uomini giusti a sedere nei posti chiave, tutto tace.

Di questo, la sinistra atlantista e globalista, è pienamente conscia, ma, ne è cosciente anche il centro-destra italiano che, per l’appunto, tenendo a mente l’antico adagio del “se non puoi batterli fatteli almeno amici”, ha deciso di passare sommessamente nel campo moderato ed europeista.

Hanno voglia, quindi, i leader del centro-destra, a dire in conferenza stampa che finalmente il Governo si è avvicinato alle posizioni dell’opposizione … ma chi ci crede? Chi credono di infinocchiare così?

In principio fu Berlusconi a convertirsi lungo la strada per Damasco, folgorato, inizialmente, dalle mazzate ricevute nel 2011 dai cosiddetti partner europei e poi per la “carota” mostratagli da questi ultimi: Mediaset, ad Amsterdam, grazie alla sentenza favorevole del tribunale olandese, è diventata MFE, Media For Europe, primo colosso dell’informazione continentale e così, con buona pace della coerenza, dalla sera alla mattina, i tanti yes-man, che da sempre circondano e titillano l’ego del Presidente, hanno preso a tessere le lodi del M5S e del proprio leader maximo, “Giggino Di Maio”, quando fino a poco tempo fa lo dipingevano come: “bel musino, inconsistente, steward, bibitaro, studente fallimentare” ecc. ecc.

Poi fu la volta dei due sovranisti per eccellenza, Salvini e Meloni.

Il primo, abbagliato dal sole agostano, decise, non si sa bene ancora oggi perché, di abbandonare il Governo con il Movimento 5 Stelle sperando forse che, di li a poco gli ex alleati si sarebbero sfibrati e in conseguenza di ciò, un Mattarella teoricamente grato al Capitano – per averlo salvato dallo Stato d’Accusa mossogli dai pentastellati, nelle ore immediatamente successive alle elezioni del 2018 – avrebbe riportato il Paese alle urne. Ma, dai oggi, dai domani, di elezione amministrativa in elezione amministrativa, Salvini ha compreso che ciò non accadrà mai più e per salvare il salvabile, anche a livello locale, con una Forza Italia apertamente fedifraga e pronta a scappare con Renzi, si è deciso, su consiglio di Giorgetti, di fare il salto della quaglia.

Il secondo leader, la Meloni, da sempre contraria a Conte e ugualmente, orientata in maniera decisa verso Washington, avendo i conservatori inglesi abbandonato il Parlamento Europeo e profilatasi la sconfitta di Trump all’orizzonte, si è sentita schiacciata in un angolo, in un ruolo che, forse, Fratelli d’Italia non vuole interpretare e così, prima che la porta si chiudesse definitivamente, si è deciso di seguire ancora una volta il Cav.

Ora, sinceramente, per tutto quanto sopradetto – essendo lo scrivente ed i propri lettori pienamente sovranisti, indipendentisti, irredentisti e filorussi – ci viene da interrogarci su cosa mai ce ne faremo di una simile classe dirigente.

Noi non siamo ultrà della politica!

Noi non ci eccitiamo ed esaltiamo nel vedere i mercenari del calcio vincere, figurarsi quelli delle istituzioni.

L’Ortis ed i propri lettori pretendono e vogliono che via sia in Italia un partito, un movimento, un raggruppamento, pienamente sovranista, che voglia senza se e senza ma USCIRE DALL’UNIONE EUROPEA, USCIRE DALL’EURO, USCIRE DALLA NATO per ALLEARSI ALLA RUSSIA DI PUTIN ed in virtù di questo riassetto totale ricostruire la propria sovranità nazionale e nel Mediterraneo.

Ma per fare questo occorre in primis, da parte nostra, come Paese, coerenza e costanza e poi è fondamentale avere interlocutori forti, affidabili e disinteressati e la Russia di Putin, rinnovata nella nuova costituzione, è senz’altro l’unico nostro partner possibile ed immaginabile.

Se ciò fin’ora non è stato compreso dalla nostra classe dirigente toccherà a noi popolo, dal basso, imporre questa scelta.

Questa è l’unica alternativa, diversamente vi sarà solo il Diluvio Universale.

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