IL NAZISMO A COLORI

Penso che se dovessimo fare un sondaggio a livello mondiale su chi sia stato l’uomo più malvagio della Storia umana probabilmente Adolf Hitler vincerebbe a mani basse. La ragione dovrebbe essere ovvia. Perché è dalla fine della seconda guerra mondiale che tutto il mondo, occidentale e non, ha utilizzato massicciamente ogni sorta di mezzo di comunicazione per dipingere il capo del Terzo Reich come la quintessenza del Male assoluto. Forse appena un gradino sotto Lucifero.

Fin dalla nostra infanzia, sui libri di scuola, ci hanno inculcato l’idea che la Germania nazista durante il secondo conflitto mondiale portò l’inferno sulla Terra ma poi, come tutte le favole a lieto fine, arrivarono gli americani per riportare la pace nel mondo. E vissero tutti felici e contenti…

Chiunque sia un utente di “History Channel” potrà confermare che su 10 documentari prodotti almeno 6 riguarderanno la seconda guerra mondiale, la shoah, i nazisti cattivi, i sovietici altrettanto cattivi e, ça vas sans dire, gli americani buoni.

E per essere sicuri che gli effetti nefasti del nazismo non vengano dimenticati facilmente è stata istituita anche la cosiddetta “Giornata della Memoria”, ovvero una giornata nella quale si contemplano le persecuzioni che subirono gli ebrei durante il Terzo Reich, nella speranza che certi avvenimenti non si verifichino più.

Però c’è un “però”. Par di capire, in questi ultimi tempi, che tutto l’immenso profluvio di immagini e di parole utilizzate per mantenere viva la memoria storica non siano servite a granché.

Basti pensare all’introduzione del Green Pass in Italia. Solo qualche isolato membro della comunità ebraica notò e fece notare l’inquietante similitudine tra il passaporto verde e la stella gialla per poter vivere in società. Ma dalla stragrande maggioranza degli ebrei italiani si è levato solo un silenzio assordante.

Stesso discorso riguardo il conflitto tra russi e ucraini. Se durante il periodo “pandemico” chiunque poteva dire la sua poiché il virus era invisibile, nel caso della guerra in atto è saltato fuori, inequivocabilmente, che la cosiddetta “resistenza” ucraina è guidata e portata avanti da soldati palesemente e dichiaratamente nazisti. Si è innescato quindi un imprevedibile corto circuito poiché gli stessi stati che nel secolo scorso facevano parte del Patto Atlantico (con gli USA in testa), con lo scopo di debellare il nazismo in Germania, sono gli stessi che nel XXI° secolo sostengono il nazismo in Ucraina in funzione anti russa. Ma per assurdo non tutti riescono a individuare queste profonde contraddizioni. Anzi tantissimi intellettuali, tra i quali molti ebrei, si sono volutamente rifiutati di riconoscere la realtà dei fatti,cimentandosi in ardue arrampicate sugli specchi con esiti a dir poco esilaranti, per non dire grotteschi. Prima di tutto essi hanno negato spudoratamente che in mezzo alle truppe ucraine ci potessero essere dei nostalgici hitleriani. Poi quando le gesta del battaglione “Azov” sono diventate troppo ingombranti per ignorarle sono arrivati ad affermare che la svastica è un antico simbolo slavo e che in Ucraina ha un significato diverso rispetto a quello del Terzo Reich. Infine i sopramenzionati intellettuali si sono addirittura spinti ad equiparare i nazisti ucraini attuali con i partigiani del secolo scorso! Una vera e propria contraddizione in termini, talmente assurda da aver fatto infuriare i vertici dell’A.N.P.I. E infatti durante le manifestazioni del 25 Aprile ci sono stati momenti di tensione tra coloro che sfilavano ricordando la sconfitta del nazismo e altri che sfoggiavano le bandiere dell’Ucraina e della N.A.T.O., ovvero due entità che il nazismo lo sostengono.

Ma la cosa più buffa, se così si può dire, è che tutti coloro che non vedono svastiche in Ucraina e che fanno come le famose tre scimmiette sono gli stessi che in Italia vedevano fascisti e nazisti ad ogni pie’sospinto. E anzi pretendevano di rendere fuorilegge Forza Nuova e Casapound solo per il fatto di esistere.

C’è da rimanere basiti per l’ipocrisia sconfinata di questi personaggi. Stigmatizzano i saluti romani ostentati durante i funerali di Assunta Almirante ma non si accorgono dei saluti romani eseguiti dalla popolazione e dalle truppe ucraine. Par di capire quindi che si tratti semplicemente di una questione geografica. Nel senso che i nazisti diventano progressivamente sempre meno pericolosi man mano che si allontanano dall’Italia, finché non arrivano a trasfigurarsi in innocui boy scouts una volta arrivati nell’Europa dell’Est.

Alla fine la narrazione mainstream portata avanti fin qui ci vorrebbe spingere a credere che il nazismo cattivo sarebbe stato solo quello di ottanta anni fa. E che tutti noi abbiamo imparato a conoscere visionando vecchi e polverosi filmati in bianco e nero. Oggi invece non dovremmo temere più nulla. Poiché il nazismo ce lo fanno vedere a colori. 

Alessio Paolo Morrone

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