QUANTI INSULTI E NERVOSISMO DAI CORRETTISSIMI E “NEOUMANISTI” SIGNORI DEL GOVERNO GIALLOROSSO !

Si può morire a ventiquattro anni (per uno sfondo di deliberata trasgressione o no), perché un balordo tenta di scippare la propria fidanzata? Purtroppo sì, perché il Male c’è e ci sarà; non perché bisogna assumere più poliziotti o perché la pena non è abbastanza certa.

Siamo vicini all’ immenso dolore dei familiari di quel povero ragazzo romano ucciso nel quartiere Appio Claudio, vorremmo che una cosa del genere non avesse mai più a ripetersi ; ma neanche se la vittima fosse una vecchietta, o un tabaccaio, o un tutore dell’ ordine.

Ciò premesso, qualcosa però, nella narrazione ufficiale e di Sistema di una società e mondo perfetti, indirizzati a leopardiane “magnifiche sorti e progressive”, stona e scricchiola paurosamente.

Non ha comunque senso che la politica non perda occasione, anche qui, per dilaniarsi, polemizzare, tentare di infliggere ferite letali mediante le siringhe infette non dell’ AIDS ma della retorica galvanizzante i propri tifosi, e se tutto va bene, portatrice di un po’ di acqua al proprio mulino.

Per il momento, a essere scesi in campo sono stati il leader leghista Matteo Salvini (ex ministro dell’ Interno e ex vice premier) e il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Quest’ ultimo appare proprio infuriato verso il proprio “ex vice” col quale sembrerebbe, da quella memorabile catilinaria in Senato del 20 agosto, avere proprio in corso una partita personale, a tratti stizzita e davvero nervosa.

Certo, Matteo Salvini è un classico maestro della “dichiarazione” e da campagna elettorale permanente : e in questo momento, anche il guano degli storni che da decenni oscurano il sole su Roma non si capisce bene perché, sarebbe una ulteriore riprova dell’ inettitudine del sindaco capitolino con relativa giunta, basterebbe suggerirglielo ; figuriamoci se un politico tutto “law and order” che da ministro indossava spesso, in pratica, la divisa della polizia, si lasci scappare una simile occasione. Ma è il mestiere suo stando all’ opposizione, “è la politica, bellezza” parafrasando il grande Humphrey Bogart; e il mestiere (dal punto di vista della dialettica) di chi governa dovrebbe essere argomentare pacatamente, o freddamente, adducendo dati e diversi aspetti del problema.

Insomma, il Capitano ha (o avrebbe) detto : “sono anche incredulo e sdegnato perché è inconcepibile quello che è accaduto”,per poi attaccare il governo giallorosso: “Da ex ministro dell’Interno fa ancora più male vedere tutta l’insicurezza della Capitale governata dai 5stelle e i tagli disastrosi che Renzi, Conte e Zingaretti fanno al fondo per le forze dell’ordine”. Apriti cielo !

“Rischio di arrabbiarmi su questo. Se qualcuno si permette di fare speculazione in campagna elettorale su un episodio del genere, io lo trovo miserabile“, Questa l’immediata replica di “Giuseppi”.

Che per la verità, è poi subito planato su toni un tantino più distesi :”Se c’è da parlare di sicurezza in modo serio lo facciamo, ieri sera ho ricevuto i sindacati di polizia e dei vigili del fuoco – ha proseguito Conte -abbiamo trovato in una manovra difficile, in un quadro complesso di finanza pubblica, risorse aggiuntive per il riordino delle carriere. E abbiamo trovato anche le risorse per pagare gli straordinari del 2018. Interrogatevi un po’ su chi poteva farlo prima e non l’ha fatto. E tutto questo senza toccare le risorse per i rinnovi contrattuali” . E così, in effetti, dovrebbe parlare, se non uno statista, quanto meno un buon politico. Che poi, nelle more di questa confusa manovra finanziaria, le forze dell’ ordine abbiano protestato sul serio costringendo lor signori a metterci una pezza, non è una invenzione di Salvini: ma questo è un altro discorso.

Però un avvocato della levatura di Giuseppe Conte sa bene che usare certi toni ed epiteti in una udienza verso la controparte direttamente, o anche verso il collega difensore di questa, sarebbe duramente, e immediatamente, sanzionato dal magistrato.

E allora, perché tanto rancore, tutte queste parole in libertà?

Ma anche il fratello del commissario più amato dagli italiani dopo il Cattani della Piovra (cioè del pari grado Montalbano) non brilla in moderazione e pacatezza, definendo addirittura Salvini (sempre lui, chi altro?) “l’ ubriacone del Papeete”.

Sarà colpa della “letterina” di Bruxelles o delle temute elezioni regionali in Umbria evidentemente innervosenti, ma del “nuovo umanesimo” lanciato dagli eurocrati e prontamente raccolto dai loro vassalli giallorossi, o della sbandierata sobrietà e armonia in dialettica e prassi, non riusciamo a vedere traccia.

A.Martino

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