SGARBI INTERVISTATO DAL NOSTRO DIRETTORE HA DICHIARATO: “CON IL 5 A 1, PER IL CENTRO-DESTRA ALLE PROSSIME ELEZIONI, SI TORNERA’ SICURAMENTE AL VOTO. PARAGONE? È MOLTO PIÙ SUPERBO DI QUANTO LA REALTÀ GLI CONSENTA”

Il professor Vittorio Sgarbi non ha certamente bisogno di presentazioni, il grande pubblico lo conosce abbondantemente e per noi è un onore intervistarlo, in quanto non è solo un autentico uomo di cultura ma è anche, per certi versi, un eclettico sovranista non catalogabile tra le schiere dei cosiddetti dogmatici. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per voi – in quel di Venezia, dove era ospite alla “77esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema” – e gli abbiamo chiesto:

Valloreja: Come sta il Cavaliere? Sappiamo della sua, ormai storica, amicizia con Silvio Berlusconi. L’ha sentito in queste ore? Ha delle novità al riguardo?

Sgarbi: “Si l’ho sentito e sono convinto che ce la farà. Se dovesse guarire, come credo, sarà un’ulteriore conferma che la malattia non ha nessuna particolare gravità ed è guaribile! D’altronde il caso Berlusconi rappresenta una vera e propria similitudine dell’Italia attuale: un Governo, quello Conte, particolarmente reclusivo, che ha adottato leggi speciali e che nonostante tante misure non è riuscito a tenere il numero dei decessi sotto la soglia di quello svedese, Paese, quest’ultimo, che, nonostante non abbia mai imposto il lockdown, ha un tasso di mortalità molto al di sotto di quello italiano.  Berlusconi, allo stesso modo, imponeva a tutti di fare il tampone, così come permetteva di andare da lui solo se negativi, e nonostante tutte queste accortezze e misure di garanzia, ha preso ugualmente il CoronaVirus. Ciò mi fa capire che chi, si preoccupa troppo, si protegge, si chiude, si maschera, insomma, si blinda come Berlusconi, alla fine, lo prende, ma ciò ha poca importanza se, poi, riesce a guarire. Nel caso di specie la guarigione di Berlusconi testimonierebbe che questa malattia non ha un’incidenza particolarmente forte su una struttura fragile di una persona anziana”

Valloreja:Oltre questa intervista lei si è dimostrato fin dall’inizio dell’emergenza Corona Virus molto scettico nei confronti delle limitazioni imposte dalle autorità quali ad esempio l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale o la chiusura degli spazi sia pubblici che privati, a tal riguardo ritiene che queste misure siano state prese per un eccesso di zelo o per delle finalità politiche sottese al prolungamento di questo Governo?

Sgarbi: “Certamente oggi possono marciarci, ma all’inizio è fuori di dubbio che si siano fatti prendere dal panico ed hanno scelto la soluzione meno rischiosa, quella che Moravia diceva rispetto al mal di testa: “perché uno per togliersi il mal di testa si può tagliare anche la testa!” Certo, così perdi il mal di testa, ma, forse, perdi pure qualcos’altro.  Qui si è fatto così, per una malattia che è poco più di un’influenza si è fatto saltare tutto. Quindi inizialmente erano sicuramente in buona fede ma sprovveduti come tutti i cretini. D’altra parte le malattie pericolose sono tante: dell’HIV nessuno parla più, ma sappiamo, ad esempio, che di Epatite C sono afflitti quasi 1 milione di italiani, chissà quanti altri nel mondo, eppure non si capisce perché, solo per questo Covid, il principio della riservatezza sia venuto a crollare. Se io ho un tumore, l’HIV, l’Epatite C, ho diritto alla mia privacy. Questa invece è una malattia pubblica, cioè uno che ce l’ha deve necessariamente dichiarare di averla, ed è l’unico caso al mondo. È diventata, in altre parole, la prima malattia di Stato e chiunque abbia soltanto l’aria di essere asintomatico viene isolato e costretto a confessarlo”.

Valloreja:  In questi giorni, dopo Berlusconi e Salvini, anche Di Maio si è sbilanciato su fronte Draghi tessendo le lodi dell’Ex Presidente della BCE, la sua visione rispetto a SuperMario qual è? Più vicina a quella del compianto Francesco Cossiga o a quella di Berlusconi?

Sgarbi: “Pur non avendo elementi di giudizio tecnico è senz’altro più vicina a quella di Cossiga. Fondamentalmente io sono contro chiunque, compreso Conte, sia andato al Governo senza essere stato votato. Se Draghi, come Monti, decidesse di candidarsi, con tutti i rischi del caso, sarebbe un’altra cosa, ma non mi sembra sia questo il caso. Negli ultimi anni abbiamo avuto quattro Presidenti del Consiglio non votati dal popolo e, francamente, averne un quinto con una specie di mandato da taumaturgo sarebbe la conclusione ulteriore di una sospensione democratica. Altra cosa è, in un Governo Politico, avere una quota, non alta, di tecnici. Il Presidente del Consiglio deve essere politico, dopo di che hai 10 o 12 ministri politici e poi per alcune materie come: la sanità, beni culturali e forse anche l’economia, in cui c’è una scienza che presiede a queste discipline, ciò è possibile. La supremazia deve essere sempre di un Governo Politico perché non c’è un Governo che possa rispondere a una logica democratica se non quello che esce dal voto. Ma Draghi, sono certo, non farà né il Presidente del Consiglio né il Ministro dell’Economia un pò per ambizione, forse per vanità, concepibile e accettabile, ma qualora   dovesse accettare l’incarico di Ministro dell’Economia potrei valutare positivamente la sua scelta al di là di ciò che pensava Cossiga. Altra questione è, poi, l’elezione del Capo dello Stato nel qual caso la candidatura di Draghi sarebbe  plausibile perché il Presidente della Repubblica esce sempre da una mediazione che non presuppone un voto popolare, voto che va ai partiti, ma è una figura che esce dal commissariamento del popolo che è il parlamento. Per cui che siano 600 parlamentari a votarlo o 1000, quel Presidente può anche non essere una vera e propria espressione del popolo così come non lo è stato, ad esempio, Mattarella, il quale, ricordiamolo, è stato cooptato direttamente dalla Corte Costituzionale, stessa cosa dicasi per Ciampi e per molti altri Presidenti”.

Valloreja: Secondo lei, sinceramente, sarà mai possibile tornare alle urne prima della fine naturale di questa legislatura?

Sgarbi: “Si! si potrà tornare alle urne anticipatamente, ma solo al verificarsi di due situazioni favorevoli: che il 4 a 2 per il centro – destra diventi 5 a 1 (chiaramente vincendo anche in Toscana, cosa non impossibile), e che il No vinca sul SI. In quel caso, avere in Parlamento 1000 deputati che è una cosa che sembrerebbe disturbare solo i 5stelle sarebbe una soluzione anche per loro perché oggi che sono 330, passando dal 32% – 33% a meno del 10%, saranno quattro gatti. Se invece vincerà il no potranno avere una maggior rappresentanza. Questo dovrebbe indurre anche una quota dei 5stelle a votare NO perché vi sarebbe un vantaggio numerico anche per loro. Al contrario, a nuove elezioni, si ritroverebbero solo con una novantina di parlamentari tra Deputati e Senatori che è sempre tanto per delle teste di cazzo come loro ma che senz’altro li condannerebbero all’eterna opposizione. Di fatti se vi fosse solo un 4 a 2 per il centrodestra con la conservazione, da parte del centro sinistra, della Regione Toscana e con una eventuale  vittoria anche del Si al referendum il Governo sarebbe motivato a continuare perché questi due risultati, la vittoria in Toscana per il PD ed il referendum per il 5stelle, sarebbero consolatori per entrambi le compagini governative. Mentre il 5 a 1 significa: hai perso la roccaforte del PD, hai perso il referendum, traine le dovute conseguenze. In queste condizioni la richiesta di elezioni anticipate sarebbero molto più plausibili e utili anche per loro, cioè se si pensa che, più passa il tempo e più il 5stelle si dissanguano, è evidente che l’andare al voto con in palio 1000 posti da deputato convenga anche a loro”.  

Valloreja: Sul fronte elettorale è molto impegnato l’ex pentastellato Paragone che ha dato vita da poco al cosiddetto Partito dell’ItalExit. Ora, secondo lei, l’Italia per uscire dall’Unione Europea e dall’Euro ha necessariamente bisogno di un nuovo soggetto politico ben riconoscibile ed identificabile o vi possono essere delle strategie differenti e più incisive per ottenere il medesimo scopo?

Sgarbi: “Allora, per l’Italia, la possibilità di uscire dall’Euro è pari a zero. In quanto poi alle offerte politiche che in una percentuale molto piccola possono ottenere il consenso la mia è molto più seducente di quella di Paragone, la  presenteremo forse alla fine di settembre, tanto c’è tempo, e si chiamerà Rinascimento – ItalExit. Unitamente a questa formazione  presenteremo l’idea di un referendum collegata però alla grande tradizione culturale italiana che nel progetto di Paragone non c’è. Paragone è molto più superbo di quanto la realtà gli possa consentire. Ma detto questo non mi sembra che né la mia ipotesi, né quella di Paragone con un allusione all’uscita dall’Europa abbia nulla di realistico se non nel titillare una parte di elettorato che potrebbe stare con noi.  Ho lavorato a questo progetto attraverso un referendum di cui abbiamo raccolto le firme in tutti i comuni per consentire agli italiani di pronunciarsi in maniera definitiva come hanno fatto gli inglesi anche se, nel nostro caso, servirà più per capire quanti italiani realmente non sono convinti di questa Europa fatta a tavolino e personalmente ritengo che essi superino abbondantemente il 30%”.

Valloreja: Come lei saprà, di movimenti sovranisti, che possiamo tranquillamente definire “extraparlamentari”, cioè attualmente non presenti tra gli scranni del Parlamento italiano, ve ne sono veramente un’infinità, alcuni di questi, come, Liberiamo l’Italia, o i Gilet Arancioni del Generale Pappalardo, daranno vita, ad esempio, a 2 manifestazioni separate contro l’attuale maggioranza e per il ritorno alla sovranità nazionale. La prima, quella del Generale Pappalardo, a Rimini, sabato 12 settembre 2020, la seconda, quella di Liberiamo l’Italia che, il 10 ottobre, terrà a Roma la “Marcia della Liberazione”. Ecco lei parteciperà a questi eventi? Che cosa pensa di queste manifestazioni? Possono essere utili al raggiungimento dello scopo, cioè al conseguimento della piena Sovranità Nazionale?

Sgarbi: “No, non partecipo perché, ad esempio, una settimana fa, ho ritirato la mia adesione ad una manifestazione del “Popolo delle Mamme” perché ho scoperto poi essere un paravento di Forza Nuova e dei Gilet Arancioni del Generale Pappalardo. Pur non avendo nulla contro Forza Nuova che è stata demonizzata oltre misura, mi è sembrato inopportuno condividere quello spazio perché non siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Allo stesso modo, pur essendo stato invitato tantissime volte da Pappalardo non mi sento di condividerne la stessa visione politica, tantomeno con Paragone. Quindi ci sarà un giorno una manifestazione di Rinascimento nella quale io porrò una serie di temi che sono soprattutto l’identità italiana della storia, dell’arte, della tradizione, della musica, che è il mio tema costante. Il resto sono evidentemente corollari, ma non credo di far nulla con Pappalardo che mi ha cercato mille volte e con il quale, come ho detto, condivido ben poco. L’unica persona che, indipendentemente dall’ItalExit e da altro, può comprendere una parte di quelli che erano moderati, e quindi di Forza Italia, è Calenda. In conseguenza di ciò, una volta che i sondaggi mi avranno indicato quanto pesa la mia forza politica a quel punto e solo a quel punto potrei dialogare con Calenda, ma tutto il resto non mi sembra che possa essere altro che un rigurgito di estremismi frammentati, naturalmente anche con alcune buone ragioni, ma pensare di passare da Grillo a Pappalardo non mi sembra francamente una conquista”.

Valloreja: Grazie Professore per il tempo che ci ha concesso.

Sgarbi: “Grazie a lei”.

Lorenzo Valloreja

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