IL FOSSATO FRA RUSSIA E OCCIDENTE RISCHIA DI DIVENTARE DAVVERO INCOLMABILE. MOSCA SI APPRESTA A DARE IL BENSERVITO AGLI AMBASCIATORI, E IL BEN TORNATO AL BOIA?

Secondo Dmitry Medvedev  con l’Occidente ed è anzi tempo di “chiudere le ambasciate”, ha affermato dopo il nuovo pacchetto di sanzioni che hanno colpito la Russia come ritorsione alla “operazione speciale” in Ucraina. Anzi, Mosca risponderà con misure che personalmente, ritengo davvero amareggianti ed estreme. Medevedv ha infatti non solo lanciato l’ipotesi che il suo Paese possa nazionalizzare la proprietà di persone americane, europee, e di ogni altra parte del mondo “in modo abbastanza simmetrico”.

 Ma anche la sospensione dell’appartenenza della Russia al Consiglio d’Europa, è vista da Medvedev come “un’occasione”. “Questa è anche una buona opportunità per ripristinare diverse pratiche importanti per prevenire gravi crimini nel Paese.Come la pena di morte per i criminali più pericolosi, che, tra l’altro, è molto in uso negli Stati Uniti e in Cina“, ha scritto, citato dalla Ria Novosti. 

Insomma, sembra dire Medvedev: arrivati al punto in cui siamo arrivati, ha senso tenere aperte le ambasciate?

E poi: finalmente ci liberiamo anche di quest’ultimo impaccio globalista che è il Consiglio d’Europa, e potremo fare, in politica interna, quello che ci pare alla pari degli USA ma anche (sottile stoccata a un mezzo alleato) della Cina. Il che, in caso di ulteriori e più gravi attività di chiara marca sorosiana come le manifestazioni vistesi in queste giorni, potrebbe tornare molto (tristemente) utile.

Devo a questo punto dissentire. Mi hanno disgustato le richieste dei “soliti idioti” pensierounicisti sui socials riguardo la chiusura delle ambasciate russe, e una analoga iniziativa russa potrei comprenderla psicologicamente e politicamente, ma culturalmente e civilmente no; anche se saprei benissimo di chi sarebbe la responsabilità reale, sarebbe comunque un vero regresso di civiltà. Le ambasciate sono luoghi di incontri tra popoli e tra singoli, la diplomazia è anche la popolarmente e raffinatamente proverbiale ipocrisia, ma senza di essa il mondo cosa sarebbe stato? Una giungla; e i passaporti? Può essere che i governi più russofobi prendano questa iniziativa, ma lascino a loro l’iniziativa; la Storia saprà dire la sua.

Come saprà dire la sua anche verso chi continua a bruciare il cervello di uomini che potrebbero essere vittima di errore giudiziario, o manda ai familiari il conto della pallottola dell’esecuzione.

So che la Russia (le guerre iniziano e poi finiscono) è la terra di Tolstoj e Dostojevsky, non di Stephen King, o di dove si mangiano teneri cuccioli di cane e si abortiscono le bambine per il loro sesso.

A. Martino

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