LA MERITOCRAZIA: UN MIRAGGIO DA PRIMA REPUBBLICA

La ridenominazione di alcuni ministeri tirando in ballo concetti come sovranità alimentare o made in Italy, ha provocato lo sdegno della Sinistra e del main stream, più per atto dovuto e pregiudiziale che per reale convinzione (che spero non vi sia, dato che credere sul serio che fare qualcosa per la natalità riecheggi le politiche demografiche e autarchiche mussoliniane denoterebbe una profonda, o stupidità, o anti italianità congenita).

Tutto ciò premesso per non essere tacciato di “fuoco amico” o quanto meno non nemico come un sovranista non può non essere verso l’esecutivo attuale, non posso non nascondere un profondo scetticismo verso il revival del “merito” abbinato all’ istruzione.

Perdonatemi, ma che significa? Che saranno premiati i portatori di pagelle tutte nove e dieci?

Che i laureati 110 e lode con o senza bacio accademico avranno una riserva di posti nella PA o nei concorsi pubblici?

Dottorati di ricerca ad personam?

Il fatto è che del famoso “Merito” si parla ormai dagli anni Ottanta, e in Italia si favoleggia di meritocrazia come una volta di Eldorado, all’ epoca dei Conquistadores.

La “meritocrazia” non costa nulla proprio perché non esiste, però fornisce una patina di serietà e senso dello Stato a chi ne pontifica; e poi, salvo un Letta o un Conte (che d’ altronde hanno avuto alle spalle il primo una famiglia di notabili bipartisan di origine abruzzese il primo, il secondo una potentissima entratura massovaticana) chi può dirsi contro ” il merito”?

Di solito però, viene evocato da chi lamenta fame di poltrone e poltrocine, e che e negli anni è stato azzoppato nella scalata al potere dalla impossibilità di tenere albi di clientela.

Il raccomandazionismo o quanto meno la chiusura del sistema verso il nuovo arrivato o il giovane di belle speranze senza “conoscenze” è una tara del Sistema Italia non riscontrabile ad esempio in quello inglese, dove, ad esempio, per scalare la City basta dimostrare ai propri clienti che, se ti affidano i loro soldi, glieli fai crescere.

Credete di diventare amministratore delegato di una banca così? Ma allora, scusate, vivete nel Paese delle Meraviglie? Per non parlare della cultura.

Hai scritto il saggio ultimo e definitivo sulla caduta dell’ impero romano, cui hai dedicato venti anni di ricerche di archivio e archeologiche dopo una vita di insegnamento?

Ebbene, se non appartieni al giro giusto, come potevi pensare che quell’editore preferisse il tuo libro alla ennesima rimasticatura divulgativa di Corrado Augias?

Speriamo comunque, che la meritocrazia edizione 2022 serva almeno ad aumentare il numero di agenzie clientelari cui rivolgersi.

Dai e dai, hai visto mai.

A. Martino

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