IN UCRAINA NUOVE ARMI E TANTA GUERRA CHE NON FINIRA’ MAI SUI GIORNALONI

La situazione in Ucraina delinea un sostanziale stallo strategico.

Le forze russe appaiono sulla difensiva, come prevedibile e comprensibile. Pare che siano a corto di missili con cui martellare infrastrutture ucraine specie energetiche (operazione che sta spaventando Kiev dove l’inverno ormai inizia a differenza della nostrana tanto inquietante estate infinita), e che si stiano rivolgendo a Iran e Corea del nord: fornitori abbastanza scontati geopoliticamente, considerato che la Cina, al di là del suo filosofare diplomatico e geopolitico che la rende però impermeabile alle sanzioni, molto probabilmente non ha finora fornito un fucile a Mosca. La quale peraltro, può munificamente compensare i suoi amichevoli fornitori, considerato che gli introiti da gas e petrolio non subiscono contrazioni, anzi tutt’altro: il petrolio, poi, grazie soprattutto ai tagli della produzione da OPEC+, si è apprezzato in una settimana del 5% riportandosi a ridosso di quota 100 dollari a barile.

Denso di conseguenze, soprattutto sull’accordo per il grano, l’attacco alquanto spettacolare di sabato 29, da droni marini ucraini alla navi russe in rada a Sebastopoli: sono stati usati dei cosiddetti kayak esplosivi; sostanzialmente dei barchini da dimensioni direi ludiche, che a noi italiani dovrebbero ricordare un po’ i MAS e un po’ i “maiali” delle due guerre mondiali. Con la sostanziale differenza che essi non necessitano di alcuna presenza umana, anzi possono essere tranquillamente diretti digitalmente da centinaia se non migliaia di chilometri. Prima dello schianto, diversi di loro sono stati neutralizzati dalle difese russe, anche elicotteristiche; ma quattro navi russe sono state centrate e seriamente danneggiate. I droni aerei sono stati egualmente usati nell’area più che altro come diversivi per confondere e disturbare i radar, anzi ne è stato notato uno di enormi dimensioni (sembra partito dalla base di Sigonella, come accennato dal Corriere della Sera).

A proposito di “volenterosità” dei singoli membri NATO, anche se a Sigonella in realtà comandano gli americani: l’ambasciatore russo in Italia Razov, pur parzialmente correggendosi, ha lamentato il particolare impegno italiano che consisterebbe in mezzi (fin qui nulla di nuovo) ma anche in uomini. E il Cremlino denuncia un SMS della ex premier britannica Truss, Biden quale destinatario, in cui annuncia “E’ tutto fatto” in singolare coincidenza delle falle sottomarine del North Stream causate da esplosioni.

A. Martino  

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