INCORREGGIBILE PUPO.COSTRETTO A NON ANDARE A MOSCA, ORA PARTECIPA AL SAN REMO BIELORUSSO (SLAVANSKJI BAZAAR A VITEBSK).

Segni di dissenso dal mondo delle arti. Esattamente nell’ambito della lirica classica , e in quello certo meno colto, della musica pop.

Mentre infatti,  al festival pucciniano di Torre del Lago il Maestro Alberto Veronesi dirige bendato una Boheme bellaciao e sessantottina protestando per l’imposizione da parte della regia e della direzione del festival della frazione viareggina, Pupo (recidivo quindi per il Sistema), va a Vitebsk in Bielorussia, per partecipare a Slovanskij Bazaar, la principale kermesse canora della repubblica ex sovietica stretta alleata della federazione russa.

Dicevo che Enzo Ghinazzi in arte Pupo, per il sistema ormai appare una specie di recidivo o mina vagante della correttezza politica. Infatti, ricorderete bene che a Pupo mesi fa, fu praticamente interdetta la partecipazione a un festival russo di canzone patriottica. Ora non va in Russia, ma in Bielorussia: ovviamente, non va bene lo stesso (meticolosità del geopoliticamente corretto).

Così ha detto a Quotidiano nazionale: “ è un festival alla stregua di Sanremo, ha 35 anni di vita, è la terza volta che partecipo come ospite internazionale. Una gara tra giovani cantanti di mezzo mondo”……Pupo addusse a motivo ufficiale della sua non partecipazione a Road to Yalta al Cremlino l’eccessiva caratterizzazione militare e patriottica, ma ora con l’evento di Vitebsk si tratta solo di un San Remo bielorusso: quindi dice che si trova semplicemente a fare il suo mestiere di cantante e musicista. “…. Mi trovo a fare il mio mestiere di cantante e musicista. Una pura scelta professionale. Lo farei anche per Sanremo, ove mi invitassero. Non sta a me prendere parte politica. Devo la mia popolarità agli ucraini, ai russi, ai bielorussi… si può essere neutri?”.

E’ difficile che le sue razionali argomentazioni siano sufficienti a placare le ire della fiorente industria nazionale della polemica, all’ insegna del “è una vergogna” e della fanatica divisione del mondo politicamente corretta, tra buoni e cattivi.

A. Martino

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