STUPRI, IL FINTO DISGUSTO E IL VERO DISINTERESSE.

In questi giorni i media hanno nuovamente messo al centro della comunicazione politica gli stupri e gli abusi sulle donne.

Giovedì 31 la Premier Meloni ha voluto visitare la cittadina di Caivano,  alle porte di Napoli, teatro recentemente di uno stupro particolarmente efferato.

Due cugine di 10 e 12 anni hanno subito violenza sessuale in un edificio abbandonato in quello che sarebbe dovuto essere il centro sportivo pubblico del Comune, denominato Parco Verde, divenuto da tempo immemore una delle più note e grandi “piazze di spaccio” d’Europa.

Sommessamente mi chiedo, sempre da “cittadino semplice”, dove fossero le Istituzioni fino ad oggi, dove lo Stato, dove i vari presidenti della Regione Campania che si sono susseguiti nel tempo, dove i magistrati? 

Serviva veramente arrivare allo stupro di sue bambine così piccole per affrontare tutto questo squallore? 

Non ci sono risorse economiche per affrontarlo? 

Sempre sommessamente, e sempre da “cittadino semplice”, posso comprendere la causa che permette di trovare, sempre, le risorse per affrontare “l’emergenza migranti” mentre non si riescono a trovare qualche milione di euro per portare a norma, prima, ed in efficienza, poi, quella struttura pubblica ridotta da tempo immemore in quello stato di degrado? In una “piazza di spaccio” nota a livello europeo.

Come non notare che la cittadina di Caivano, di fronte ad un atto così scellerato ed infame, ha reagito con una fiaccolata a cui hanno partecipato non più di duecento persone a fronte di una comunità di circa 38 mila cittadini!

Come non comprendere da tutto questo che lo Stato è molto “distratto” da quelle parti e che la comunità cittadina vive nel terrore di quanto possa subire da parte della malavita organizzata se dovesse alzare la testa.

La Presidente Meloni è andata a Caivano, di questo le va dato merito, basterà ad attivare azioni chiare, forti e rapide? 

Azioni di immediato impatto sul tessuto sociale di questo Comune che palesemente non è oggi sotto il controllo dello Stato ma delle cosche.

Cosche così becere e poco lungimiranti da non saper nemmeno, nemmeno loro, controllare il territorio ed impedire azioni così squallide e così inaccettabili.

Un sacerdote, Don Patricello, parrebbe l’unico che abbia saputo mantenere la schiena dritta. 

Può essere questo accettabile? Può essere questo sufficiente?

Lui chiede “vigili urbani”, io “cittadino semplice” chiedo allo Stato di analizzare cosa non abbia funzionato, chi fra i funzionari pubblici si sia girato dall’altra parte e perché lo abbia fatto. 

Io “cittadino semplice” chiedo allo Stato di agire con velocità per “risolvere” queste “distrazioni”.

I “cittadini semplici” sono “semplici”, non “stupidi”, capiscono facilmente che “qualcuno”, non solo le cosche di malavita, trae profitto da quella “piazza” nel girarsi dall’altra parte.

Di questo, però, i media non parlano, non “inviano” giornalisti capaci di “indagare” e “denunciare”.

Parole vuote tante, parole “concrete” neanche l’ombra.

Rattristato da tanta pochezza allargo il mio sguardo al fenomeno degli stupri e degli abusi su donne e bambini su tutto il territorio nazionale senza prima dover notare che quanto è accaduto a Caivano va denominato “atto pedofilo”, non “abuso sessuale”.

Io, “cittadino semplice”, nel cercare informazioni per comprendere il fenomeno, prendo atto che mediamente sono undici le denunce di stupro o di abuso che vittime, o presunte tali, presentano presso i commissariati o le stazioni dei carabinieri ogni giorno.

Lo si legge dai documenti elaborati dalla Direzione centrale di polizia criminale su queste forme di reato.

In essi, inoltre, si legge che in Italia le denunce di questi reati sono la punta di un iceberg di dimensioni estremamente più grandi.

In queste ore i media raccontano di due gravissimi casi, non solo quello di Caivano,  avvenuti in due aree assai degradate del nostro amato Paese.

In queste ore si dibatte sui media di una affermazione di un giornalista che ha un ruolo particolare, quello di vivere con la Premier ed essere padre di sua figlia.

Io, “cittadino semplice”, leggo ed ascolto le tante “chiacchiere politiche” di questi giorni su questo tema, leggo ed analizzo i dati delle fonti istituzionali sul fenomeno e comprendo che esclusivamente in questa settimana gli stupri e gli abusi sulle donne in Italia potrebbero essere stati molti, ma veramente molti, di più. In termini statistici circa una settantina.

Quanti di questi in “quartieri bene” e “famiglie borghesi” e non in zone degradate della nostra Patria?

Probabilmente non pochi, certamente non nessuno.

Stupri ed abusi avvengono principalmente all’interno delle case, all’interno delle famiglie, non esclusivamente nel degrado di periferie ove lo Stato è assente.

Comprendere questo sposta la prospettiva dal “demagogico” e “facilmente cavalcabile” degrado, ad un tema molto più complesso che si chiama “cultura”.

In primo luogo la “cultura del rispetto della morale”.

“Morale” come strumento del discernere fra il bene ed il male e regola che determina i comportamenti sociali.

Io, sempre “cittadino semplice”, mi chiede se possano essere rispettate le regole morali scegliendo quali di queste siano da rispettare e quali possano essere affrontate con maggiore “elasticità”?

Io,”cittadino semplice”, in questa mia Patria abbandonata a se stessa percepisco quotidianamente il compiersi di atti di concussione e corruzione nell’apparato pubblico, leggo e vedo le conseguenze di concorsi a cariche pubbliche manipolati e piegati ad interessi partitici e non solo, leggo e vedo le conseguenze di appalti truccati.

Io,”cittadino semplice”, in questa mia Patria abbandonata a se stessa percepisco quotidianamente la mancanza della cultura del “merito”, ovunque, nelle assunzioni, nell’Università e nella scuola di ogni ordine e grado.

Io,”cittadino semplice”, in questa mia Patria abbandonata a se stessa percepisco quotidianamente la mancanza della competenza e della fierezza nello svolgere la propria funzione.

Io,”cittadino semplice”, in questa mia Patria abbandonata a se stessa percepisco quotidianamente come il modello sociale sia basato sull’individuo e sull’egoismo e non sulla “coppia famigliare” e sull’altruismo.

Altruismo che è la base per costruire un futuro migliore alle giovani generazioni.

Oggi si parla di “stupri” con finto “disgusto” e vero “disinteresse” in attesa della prossima “emergenza” che potrà essere affrontata con altrettanto “disgusto” ed altrettanto “disinteresse”.

“Chiacchiere morte” dicevano i nostri avi.

Intanto nulla cambia, esattamente come nel Gattopardo,tutto langue,i migliori scappano, tutti gli altri sopravvivono.

Ignoto Uno

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